Chi è il presidente del Consiglio incaricato


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Monti, il duro e puro che piace ai mercati

A Bruxelles con Berlusconi, confermato da D'Alema mario_monti_quirinale_296

Un europeista convinto, sinceramente liberista, un professore dall'animo internazionale, uno di quegli italiani usciti dai confini nazionali che, come Mario Draghi, piace profondamente anche all'estero. In un momento in cui l'Italia e' sotto i riflettori di tutto il mondo, come pericolo imminente per l'Eurozona, ma anche come ineliminabile parte dell'Europa, la scelta per la guida del governo non poteva che ricadere su un profilo come quello di Mario Monti.

L'indipendenza politica del professore, l'autonomia di scelta dimostrata negli anni passati alla Commissione europea, il rigore e la coerenza che lo hanno sempre accompagnato rappresentano una massima garanzia non solo per il nostro Paese, ma anche per il resto dell'Europa (Germania e Francia in testa) e per i mercati finanziari, che a Roma guardano con timore e apprensione. Le sue qualita' appaiono quasi opposte rispetto a quelle, decisamente piu' sopra le righe incarnate dal governo Berlusconi negli ultimi anni.

Nato a Varese, in quella che oggi e' la roccaforte della ben poco europeista Lega Nord, Monti si laurea alla Bocconi nel 1965. L'Universita' sara' il punto di riferimento della sua vita, perche' e li' che insegnera', li' che diventera' rettore e li' che formera' la sua cerchia di studenti-amici diventati economisti di massimo livello, da Nouriel Roubini ad Alberto Alesina, da Angelo Porta a Donato Masciandro.

Laureatosi a Milano, si specializza negli Stati Uniti, a Yale, studiando con James Tobin che vincera' il premio Nobel per l'economia. Comincia quindi a insegnare all'Universita' di Trento prima e di Torino poi, nel 1970. A distanza di 15 anni torna alla Bocconi per diventare professore di Economia politica e per assumere poi l'incarico di rettore dell'Istituto di Economia politica.

Tra il 1988 e il 1990 e' vicepresidente della Comit, ma e' nel 1994 che arriva la svolta. Berlusconi lo indica infatti come Commissario europeo, carica che ricoprira' anche sotto il governo D'Alema, che lo riconfermera' a Bruxelles dove diventera' responsabile della concorrenza. E' in questi anni e in questa veste che Monti si guadagna il rispetto internazionale, con due mosse che non passeranno inosservate e che gli varranno il soprannome di SuperMario. E' lui infatti a bloccare nel 2001 la fusione tra General Electric e Honeywell ed e' sempre lui che, non guardando in faccia a nessuno, osa sfidare addirittura un colosso allora intoccabile come la Microsoft di Bill Gates. La multa da mezzo miliardo di euro inflitta per abuso di posizione dominante alla societa' americana e' rimasta infatti negli annali dell'Antitrust europeo.

La carica a Bruxelles dura fino al 2004. Monti rientra quindi in Italia dove continua la sua carriera universitaria (e' tutt'ora presidente della Bocconi) e dove resta attento osservatore dell'attualita' economica e politica come editorialista del Corriere della Sera. Ed e' proprio dalle pagine del quotidiano milanese che, circa due settimane fa, il professore ha difeso a spada tratta il ruolo dell'euro, schierandosi apertamente contro le accuse alla moneta unica mosse da Berlusconi, in un articolo che da molti e' stato interpretato come un primo passo verso una piu' esplicita discesa in campo.