di Bianca Biancastri
La scienza può emozionare come l’arte, in particolare quando racconta l’affascinante viaggio dell’uomo sulla Terra. Nella mostra “Homo Sapiens. La grande storia della diversità umana”, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, dall’11 novembre al 12 febbraio 2012, ricercatori di tutto il mondo hanno ricostruito le origini e i percorsi del popolamento umano con un linguaggio accessibile a tutti e con un messaggio universale: gli uomini sono tutti uguali. Il codice genetico che li accomuna è uno e le differenti civiltà sono tutte intrecciate fra loro. Gli arabi e gli ebrei che convivono in Palestina sono figli della stessa storia. Regioni travagliate, come Afghanistan, Caucaso e Iraq, sono state in epoca remota le vie di passaggio e i luoghi di origine degli scambi e delle ibridazioni più importanti nella specie umana. Lingue “lontane”, come il turco e il giapponese, sono in realtà rami di uno stesso albero. Come aveva già previsto Darwin, l’albero della diversificazione delle popolazioni della Terra potrebbe permetterci di capire la struttura di quello delle lingue.“La cosa più utile che può fare l’uomo è conoscere se stesso. Siamo organismi complessi e perciò non è cosa da poco”, dice Luigi Luca Cavalli Sforza della Stanford University che con il filosofo della scienza Telmo Pievani dell’Università di Milano-Bicocca ha curato l’esposizione. “La parola cultura contiene il meglio di ciò che possiamo fare, cioè imparare per migliorare il nostro comportamento. Non appena ci chiediamo un perché, miglioriamo nel comunicare con noi stessi e con gli altri per arrivare a un accordo, che è così desiderabile per evitare conflitti”, aggiunge il ricercatore che ha infuso all’evento tutto il coraggio e la tenacia dei suoi studi, in Italia e in America, durati più di cinquant’anni e che ha saputo coniugare in modo eccellente scienza e divulgazione.
“Homo Sapiens è la prima mostra mai realizzata al mondo che descriva lo scenario maestoso dell’evoluzione umana per come è emerso recentemente dal connubio di dati genetici, antropologici e linguistici”, spiega Telmo Pievani. La stupefacente storia di come un mammifero bipede sia diventato cosmopolita merita di essere raccontata, perché ci svela da dove veniamo, quali innovazioni ci hanno reso ciò che siamo, e in che modo siamo stati capaci di produrre un ventaglio meraviglioso di diversità culturali e linguistiche. Ora, grazie alla convergenza di dati paleontologici, archeologici e genetici, possiamo finalmente ricostruire i sentieri dei primi “esploratori”, spiegando “perché tutti gli essere umani sono strettamente imparentati e come mai siamo rimasti l’unica specie umana, quando fino a poche migliaia di anni fa ne esistevano almeno altre quattro”.Reperti unici provenienti da tutto il mondo, modelli in scala reale, exhibit interattivi, raccontano le grandi “prime volte” dell’umanità, dai primi passi alle prime opere d’arte. La mostra si articola in sei sezioni, con tante sorprese e rivelazioni sul nostro passato, come la tavoletta babilonese che 12 secoli prima di Pitagora riporta il teorema e l’inedito esercizio di un allievo che lo sta imparando (1.700 a.C). O come il cranio di Homo Georgigus, primo a migrare dall’Africa, o le “ciampate”, prime orme di Homo Sapiens ritrovate in Italia, impresse da tre individui durante un’eruzione vulcanica. O come le cure mediche, dimostrate da reperti fossili, che l’Homo di Neanderthal pratica a malati e anziani. Una sezione racconta la convivenza della nostra specie con altre specie del genere Homo, dal cugino di Neanderthal,al piccolo Uomo di Flores, al misterioso Uomo di Denisova (Siberia), e dimostra che per la maggior parte della nostra storia non siamo stati soli su questo pianeta. Un’altra sezione speciale è dedicata all’Italia vista come un territorio arricchito allo stesso tempo dalla sua diversità biologica (ancora oggi la più grande biodiversità in Europa) e culturale. Un esempio di forme di evoluzione intrecciate, risultato storico di incessanti processi di migrazione, che non hanno impedito la nascita di un’unica lingua e di un’unità culturale molto tempo prima che l’Italia diventasse Nazione. Tante le mappe per tracciare gli spostamenti dei popoli e la colonizzazione dei nuovi mondi, australiano e americano. L’adattamento alle difficili condizioni di vita durante la lunghissima glaciazione di Wurm, per esempio, ha portato l’Homo Sapiens a imporsi come il più formidabile cacciatore del pianeta e a espandersi demograficamente. Gli scienziati hanno provato che non vi furono mai scontri violenti tra Sapiens ed Erectus, ma semplicemente gli Erectus diminuirono sempre più di numero perché soccombevano nella competizione per il cibo rispetto ai nuovi arrivati.
Grazie alla presenza in Italia di alcuni fra i maggiori protagonisti della ricerca scientifica mondiale sull’evoluzione umana e sulla storia del popolamento della Terra, la mostra offre un ricco programma di incontri rivolti a tutti, dove si confrontano antropologi, genetisti, linguisti, demografi,archeologi,storici e filosofi sulle scoperte recenti circa la complessità dell’evoluzione umana. Con attività e laboratori per scuole e famiglie,l’esposizione accoglie i bambini che potranno giocare con gli exhibit interattivi e con gli exhibit hands-on, appositamente progettati.
Dopo le mostre “Darwin 1809/2009” o “Astri e particelle”, con “Homo Sapiens. La grande storia della diversità umana”, il Palazzo delle Esposizioni di Roma continua a offrire al grande pubblico l’eccellenza della ricerca mondiale. Dal 1969, quando negli Stati Uniti l’Exploratorium di San Francisco poneva una pietra miliare nel cammino della divulgazione scientifica, si sono inaugurati musei permanenti, mostre temporanee e Festival della Scienza in tutto il mondo, per soddisfare una domanda sempre più crescente di diffusione della cultura scientifica e della didattica della scienza. “In maniera più o meno consapevole tutti avvertiamo che la scienza e la tecnologia sono sempre più elementi fondanti dello sviluppo economico e delle strutture di governo della società, specialmente nelle cosiddette società avanzate come la nostra e che la conoscenza delle tecnologie avanzate rende l’uomo un po’ più ‘libero’”, sostiene Francesco Maria Emanuele, presidente del Palaexpo.
“Homo Sapiens. La grande storia della diversità umana” Dall’11 novembre 2011 al 12 febbraio 2012 Palazzo delle Esposizioni Roma