Il libro dello scienziato Vittorio Marchis


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‘150 (anni di) invenzioni italiane’

Dall’ombrello, alla scala per pompieri, dal mitra a una specie di lampone. I geni Marconi, Fermi, Meucci, ma anche Agnelli e Piaggio

di Mariaceleste de Martino
(mceleste.demartino@rai.it)

"Abbiamo inventato l'ombrello, la mitragliatrice, la scala dei pompieri, ma anche la scatoletta di plastica di un marchio famoso di mentine, e persino una specie di lampone”. Vittorio Marchis è l’autore del libro Centocinquanta (anni di) invenzioni italiane, che racconta la storia illustrata dei brevetti italiani, tra quelli più stravaganti e di uso comune.

“Anche la macchina del film ‘Ritorno al futuro’ è italiana, è stata ideata da Giugiaro” continua Marchis, uno scienziato che insegna Storia della tecnologia e l’industria italiana al Politecnico di Torino, che ha “scavato nel patent office americano, accessibile su Internet”- ci spiega- “alla ricerca delle invenzioni più valide. Il sito contiene, infatti, dei brevetti depositati, tra quello più utilizzati nella Storia degli oggetti”. E Vittorio Marchis ne ha collezionate 150 nel suo libro, per ricordare gli anni dell’unità d’Italia. “Dalle più stravaganti a quelle di uso quotidiano passando per oggetti di cui non conosciamo l'esistenza, ma che ci accompagnano indirettamente tutti i giorni, per regalarci un quadro il più possibile completo della Storia della nostra creatività”, afferma Marchis.

Si comincia con la locomotiva mossa dalla forza di animali di Clemente Masserano, inventata nel 1851. E si arriva ai giorni nostri concludendo con un’invenzione del 2010 alquanto bizzarra: una pianta di lampone chiamata Erika, un progetto per il miglioramento genetico delle specie frutticole dei ricercatori Antonio Pititto, Luigi Gadler e Flavio Roberto De Salvador.

“Ho voluto dedicare una pagina per ogni inventore, lo stesso spazio sia per i premi Nobel Marconi e Fermi sia per sconosciuti come Onofrio Abruzzo o Piero Gili”, dice Marchis.

Dal Pantelegrafo avo del fax alla moderna lavatrice, dalla macchina per scrivere ai giocattoli. L’ingegno italiano ha creato macchine e strumenti come il melopiano ideato nel 1862 dall’ingegnere Luigi Caldera e prodotto in collaborazione con Ludovico Montù e Stefano Brossa, presentato nel 1867 all’Esposizione Universale di Parigi, dove suscitò l’interesse persino dell’”imperturbabile Rossini” e apprezzato da musicisti come Berlioz, Hans von Bülow, Meyerbeer e Thalberg.

Dall’apparecchio per congelare liquidi inventato nel 1873 da Francesco Sajno alle armi da guerra a retrocarica di Agostino Marelli del 1973. Dalle scale per vigili del fuoco di Paolo Porta alla macchina per formare cappelli di Biagio Ertola e Angelo Caselli, fino all’igrometro di Antonio Meucci. Dall’ombrello inventato nel 1885 da Giovanni Gilardini alla fornace per la cremazione di Giuseppe Geronimi e Giuseppe Venini ingegnata nel 1887. Dalla trasmissione di segnali elettrici di Guglielmo Marconi al tram elettrico di Alfredo Diatto del 1898 e al forno da cottura del 1907.