Cinque anni e 4 mesi a Luciano Moggi, 3 anni e 8 mesi a Paolo Bergamo, 2 anni e 2 mesi a Innocenzo Mazzini. Con 16 condanne e 8 assoluzioni e' andato in archivio il primo grado del processo di Napoli su calciopoli.
La sentenza pronunciata dal giudice Teresa Casoria ha riconosciuto la sostanziale validita' dell'impianto accusatorio dei pm: per il collegio giudicante, c'era un'associazione a delinquere che influenzava il calcio italiano e che ruotava attorno all'asse formato dall'ex direttore generale della Juventus, dall'ex designatore arbitrale e dall'ex vicepresidente federale.
Colpevoli anche l'altro ex designatore Pierluigi Pairetto (1 anno e 11 mesi) e gli ex arbitri Massimo De Santis (1 anno e 11 mesi), Salvatore Racalbuto (1 anno e 8 mesi), Paolo Bertini (1 anno e 5 mesi) e Antonio Dattilo (1 anno e 5 mesi). Condanne per frode sportiva anche per una schiera di dirigenti: 1 anno e 6 mesi per Lillo Foti (presidente della Reggina), 1 anno e 3 mesi per Claudio Lotito (presidente della Lazio), 1 anno e 3 mesi per Sandro Mencucci (ad della Fiorentina) e per i fratelli Andrea e Diego Della Valle, proprietari della Fiorentina. Un anno per Leonardo Meani, ex addetto agli arbitri del Milan, e per gli ex assistenti Claudio Puglisi e Stefano Titomanlio.
5 ANNI FA L'ESTATE CHE SCONVOLSE IL PALLONE
I verdetti sono arrivati a oltre 5 anni dai procedimenti che la giustizia sportiva, basandosi sulle intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura di Napoli, ha celebrato tra la primavera e l'estate 2006 accendendo i riflettori sulla 'rete' capace di alterare la regolarita' di interi campionati. Mentre la Nazionale allenata da Marcello Lippi vinceva i Mondiali in Germania, veniva ridisegnata la mappa del pallone italiano: Juventus in Serie B, penalizzazioni assortite per Milan, Fiorentina e Lazio.
Dito puntato contro Moggi e sui contatti telefonici tra l'ormai ex 're del mercato' e una pletora di tesserati, compresi i designatori arbitrali. La giustizia sportiva, con processi lampo, ha emesso i verdetti in tempo per consentire lo svolgimento della stagione 2006-2007. L'Inter, nella nuova era del calcio italiano, ha mietuto successi a catena. Dopo il titolo a tavolino, la societa' del presidente Massimo Moratti ha vinto altri 4 scudetti consecutivi, completando la propria parabola con il trionfo in Champions League nel 2010.
Nel tribunale di Napoli, intanto, si giocava un'altra partita. Il 3 ottobre 2008, il Gup Eduardo De Gregorio ha disposto il rinvio a giudizio di 25 persone. La prima udienza del 20 gennaio 2009, nell'aula 216, ha segnato l'inizio del processo presieduto dal giudice Casoria.
ORA RIFLETTORI SUI PROCEDIMENTI SPORTIVI
I 24 imputati sono stati chiamati a rispondere a vario titolo di associazione per delinquere e frode per competizioni sportive. Antonio Giraudo, ex amministratore delegato della Juventus, ha scelto il rito abbreviato e nel dicembre 2009 e' stato condannato a 3 anni.
La fase dibattimentale, in 61 udienze nell'arco di 1022 giorni, ha offerto nuovi elementi nella primavera 2010. Il collegio difensivo di Moggi ha portato alla luce numerose intercettazioni inedite che hanno svelato le conversazioni tra dirigenti di altre societa', compresa l'Inter, e i vertici arbitrali.
Le novità hanno indotto la Juventus a modificare la propria posizione in ambito sportivo. La Vecchia Signora ha presentato nell'aprile 2010 un esposto alla Figc chiedendo la revoca dello scudetto assegnato all'Inter. La procura federale ha stigmatizzato le condotte dei dirigenti nerazzurri, coperte comunque da prescrizione e quindi non oggetto di procedimenti disciplinari. Dopo oltre un anno, il Consiglio della federcalcio si è dichiarato non competente sulla questione relativa al tricolore 2006.
LA JUVE PROSEGUIRA' LE SUE BATTAGLIE
La Juventus ha chiamato in causa anche la Uefa, mentre il nuovo round nei confini nazionali coinvolge il Tribunale Nazionale di Arbitrato Sportivo, al quale si è rivolto la societa' torinese. Tocca all'Alta Corte, invece, decidere sulla radiazione di Moggi, Giraudo e Mazzini disposta dagli organi della Figc.
Le notizie giunte da Napoli non modificheranno la posizione della Juventus, che proseguirà nell'iter avviato. ''La sentenza odierna afferma la totale estraneità ai fatti contestati di Juventus, che presso il tribunale di Napoli era citata in giudizio come responsabile civile a titolo di responsabilità oggettiva ai sensi dell'articolo 2049 c.c.'', ha fatto sapere il club bianconero dal proprio sito.
''Tale decisione, assunta all'esito di un dibattimento approfondito e all'analisi di tutte le prove, stride con la realtà di una giustizia sportiva sommaria dalla quale Juventus è stata l'unica società gravemente colpita e l'unica a dover pagare con due titoli sottratti, dopo aver conseguito le vittorie sul campo, con una retrocessione e con relativi ingenti danni'', ha evidenziato ancora la Vecchia Signora. La Juventus, pertanto, ''proseguirà nelle sue battaglie legittime per ripristinare la parità di trattamento''.