di Federica MarinoSotto il segno di Leonardo, italiano illustrissimo e universalmente riconosciuto come simbolo del genio rinascimentale, si chiude a Torino Esperienza Italia 150, la serie di eventi per celebrare il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia.
Parte il 16 novembre, per concludersi in gennaio, Leonardo. Il genio, il mito, una mostra multimediale e interattiva, come forse sarebbe piaciuta al maestro.
Innegabile il richiamo dell’Autoritratto, la cui presenza è stata in dubbio fino a poco tempo fa: il disegno – che “ufficialmente” ripropone le sembianze di un Leonardo anziano e barbuto ed è diventato il prototipo delle successive raffigurazioni – esce per la prima volta dal caveau della Biblioteca Reale di Torino e, visto il valore dell’opera, l’iter amministrativo presso il ministero dei Beni culturali è stato particolarmente complesso. Il nucleo espositivo centrale vede una trentina di disegni, tutti dalla Reale: oltre ai tredici fra i quali si trova l’Autoritratto, c’è anche il Codice del Volo, con gli studi di Leonardo sul volo degli uccelli e la “macchina” progettata a partire dall’osservazione del volo naturale.
Ai disegni d’autore sono poi accostate opere dal XV al XX secolo, a testimoniare la permanenza del “mito Leonardo”, e la sua influenza, contestualizzata lungo il tempo e le atmosfere, nella cultura contemporanea: arte, ma anche cinema e letteratura. E’ qui che troviamo la Gioconda baffuta di Duchamp e l’Ultima Cena secondo Warhol, oltre a una rassegna di film ispirati alla figura leonardesca.
Interessante la sezione dedicata alla costruzione dell’immagine di Leonardo come rappresentante del carattere italiano, usato in funzione retorica nel periodo pre e post unitario, così come la video-inchiesta sull’autoritratto realizzata da Piero Angela.
In chiusura c’è L’Oro invisibile, riproduzione digitale animata e a grandezza naturale dell’Ultima Cena, per “guardare negli occhi” i personaggi e analizzarne fisionomie ed espressioni.Scenografie e allestimenti della mostra sono realizzati dal doppio Oscar Dante Ferretti, che ha saputo esaltare il prestigioso scenario della sede espositiva. Siamo infatti alla Venaria Reale, complesso realizzato a partire dalla seconda metà del Seicento per celebrare la dinastia dei Savoia e restaurato nel decennio 1997-2007 grazie a un progetto che ha visto anche il sostegno dell’Unione Europea. Duecento milioni di euro sono stati investiti per restaurare un sito culturale tra i cinque più visitati in Europa.
La mostra dedicata a Leonardo si svolge nel nuovo polo culturale della Reggia, la settecentesca Scuderia Grande di Filippo Juvarra. Una scuderia lunga più di 140 metri e larga oltre 34, per ospitare fino a centosessanta cavalli, indispensabili nelle cacce reali per le quali era nata in origine la Venaria (dal francese “venerie”, caccia a cavallo, appunto).
“Ci hanno fatto fare una fabbrica piuttosto di un magnifico tempio che di una scuderia”, si lamentarono all’epoca gli impresari incaricati dell’opera, mentre probabilmente i cavalli tanto comodamente alloggiati furono grati ai committenti. Oggi, a trecento anni di distanza, spazi tanto grandi hanno ancora molto da offrire: grazie a chi li sa valorizzare.
Leonardo. Il genio, il mito
Dal 16 novembre 2011 al 29 gennaio 2012
Scuderie Juvarriane, Reggia di Venaria Reale, Venaria Reale (Torino)