Bob Dylan e Mark Knopfler in Italia


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Mostri sacri in concerto

Quattro i concerti, ma nessun duetto bob_dylan_296

di Maurizio Iorio

Messi insieme, Bob Dylan e Mark Knopfler, totalizzano 132 anni. Da solo, il menestrello di Duluth ne totalizza 70. L’ex-Dire Straits segue a ruota, distanziato di otto lunghezze. In pratica, due dinosauri, appartenenti di diritto al pleistocene del rock. Ma senza intenzioni pensionistiche. Hanno deciso di mettersi insieme per un bel tour, che dal 9 al 14 toccherà anche l’Italia, dove entrambi collezionano schiere di aficionados, che hanno prenotato in ogni ordine di posti le arene dove si terranno i concerti: il 9 al Palasport Arcella di Padova, l’11 al Mandela Forum di Firenze, il 12 al Palalottomatica di Roma, e il 14 al Forum di Assago (MI). L’idea di suonare insieme (ma separatamente) sembra che sia venuta al buon Dylan, che ha voluto accanto a sé il vecchio compagno di avventure, per festeggiare i suoi settant’anni. “E’ un onore essere in tour con lui (Dylan, ndr) in un anno così speciale, e festeggiare insieme i suoi settant’anni”, ha affermato Knopler.

La prima volta insieme nel 1979
La prima collaborazione fra i due risale al 1979, quando Dylan chiamò il giovane leader dei Dire Straits a suonare nell’album “Slow train coming”. Collaborazione replicata nel 1983, quando Knopfler produsse “Infidels”. In quel periodo Dylan cercava di ammorbidire il suo sound, troppo spigoloso, e le linee di chitarra di Knopfler si rivelarono perfette.

Nessun duetto, concerti separati
Nonostante la vicinanza artistica, i due non intrecceranno le loro strade sonore sul palco. Concerti separati, in puro stile dylaniano. La chitarra del musicista scozzese, dedito ormai al folk ed al country, mal si adatterebbe alle furiose geometrie sonore di un Dylan iracondo come il Dio del Vecchio Testamento. Finora, nel corso del tour, i due hanno suonato insieme solo una canzone. Difficile che si ripetano in Italia. E nessuno si aspetti un greatest hits dei Dire Straits, quello è un capitolo quasi dimenticato. Ma bisogna essere presenti lo stesso, la storia del rock chiama a rapporto.