A 18 anni dal delitto


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Caso Claps, Restivo alla sbarra

Condannato a ergastolo in Inghilterra per delitto Barnett elisa_claps_296

Diciotto anni dopo la sua morte, approda oggi nelle aule della giustizia italiana il caso di Elisa Claps, con Danilo Restivo imputato dell'omicidio della studentessa potentina. La ragazza aveva 16 anni quando fu uccisa il 12 settembre del 1993, ma solo l'anno scorso i suoi resti sono stati ritrovati nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità a Potenza.

Un ''processo scontato'' secondo la famiglia che ha sempre creduto nella colpevolezza di Restivo, attualmente detenuto in Inghilterra per un altro omicidio, quello di Heather Barnett, una sarta di Bournemouth trovata morta nel 2002. Le prove sono speculari e portano ad individuare la stessa mano dietro i delitti, quella di Restivo, già condannato al carcere a vita in Gran Bretagna.

A Salerno sarà giudicato con rito abbreviato. Contro di lui c'è anche la prova del dna raccolta dai carabinieri dei Ris di Parma. Però molte domande non potranno essergli rivolte, come avrebbe voluto la famiglia, ora proiettata a far luce sugli altri risvolti poco chiari, dai depistaggi alle omissioni investigative. Quello italiano sarà un processo sull'omicidio e non sul contesto, su ciò che è avvenuto dopo tanto da posticipare il ritrovamento del cadavere di cui qualcuno sapeva, stando alle indagini e alle ultime rivelazioni.

E' una domenica soleggiata il giorno in cui Elisa scompare nel nulla a Potenza, in via Pretoria. Esce di casa insieme a un'amica, Eliana De Cillis. Ha un appuntamento con Danilo Restivo. Si incontrano in chiesa. E' lo stesso Restivo a confermare l'incontro in un processo in cui viene condannato a due anni e 8 mesi di reclusione per false dichiarazioni al giudice. Restivo dichiara di averla incontrata e che lei era lì ad aspettarlo alla chiesa della Santissima Trinità, in via Pretoria.

Sempre stando alla sua deposizione, i due ragazzi sono rimasti dieci minuti a parlare dietro l'altare, poi Elisa è andata via e Restivo l'ha seguita con lo sguardo fino a quando è uscita, quindi è rimasto un po' a pregare. Tornando a casa, si è ferito nel cantiere delle scale mobili. I giudici non gli credono del tutto: nella sua ricostruzione c'è un buco di un'ora e mezza in cui la sua versione non è riscontrata. Infatti Elisa verrà ritrovata nella chiesa da cui non era mai uscita.

A distanza di tempo il corpo ''parla'' nell'autopsia. E rivela lo scenario per cui Restivo è accusato di omicidio volontario pluriaggravato per i motivi abietti e la ferocia. Secondo l'accusa tutto avviene nel sottotetto, dove Restivo conduce la ragazza con la scusa di darle un piccolo dono. Dopo un tentativo di approccio sessuale, rifiutato dalla ragazza che non voleva ''mettersi insieme'' a Restivo, l'omicidio.

Elisa viene colpita 13 volte con un oggetto tagliente e muore dissanguata. ''La vittima - è scritto nella relazione dell'autopsia di Francesco Introna - fu attinta da 12 lesioni da punta e taglio (nove inferte posteriormente e tre anteriormente), e da almeno una lesione da taglio''. L'arma è ''una lama piccola, appuntita, della lunghezza di almeno 5,5 centimetri''. Secondo la relazione la ragazza è stata uccisa lì dove è stata trovata, nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità in quanto ''la salma subì tutto l'iter trasformativo in corrispondenza del sito di rinvenimento''.

Per non far avvertire i miasmi della decomposizione cadaverica, secondo l'accusa, fu praticato un varco fra le travi del sottotetto. E questo è uno degli elementi che fa pensare a possibili complicità. Il delitto avvenne a seguito di un rifiuto ad avances sessuali. Lo dimostrano i vestiti - mutandine abbassate e reggiseno tagliato - e alcune lesioni ''all'interno della coscia destra e delle mammelle''. Sono state tagliate, inoltre, delle ciocche di capelli, ''alcune di netto nell'immediatezza della morte''. Otto, per la precisione.

Sulle mani di Elisa ci sono anche due lesioni da ''arma bianca'', segno che tentò di difendersi e di disarmare l'assassino afferrando ''lo strumento di offesa''. Elisa Claps fu uccisa con un assalto alle spalle perché la maggior parte dei colpi inferti con un coltellino sono stati inflitti ''posteriormente'', secondo l'autopsia. Sul maglione intrecciato che Elisa vestiva è stata trovata una traccia di dna: si tratta di saliva frammista a sangue della ragazza. Per i Ris il profilo biologico è di Restivo oltre ogni ragionevole dubbio.

Dal dibattimento, probabilmente, resteranno fuori le zone d'ombra. Restivo fu il primo sospettato della Polizia sin dall'inizio. I suoi vestiti, però, non furono sequestrati. Inoltre la chiesa della Trinità fu ispezionata ma il corpo non fu trovato.

Di più. Un testimone disse di aver visto Elisa alle 13.45 del giorno della scomparsa, circostanza smentita dalle indagini (Elisa morì tra le 11.30 e le 13.10). E poi c'è quello che è avvenuto negli anni, a cominciare dai presunti ritrovamenti del corpo dai sacerdoti, taciuti alle autorità. La Chiesa smentisce tutto ma l'ombra rimane fitta e, intanto, la chiesa rimane sotto sequestro.