E' lì, da otto secoli, in uno dei cicli pittorici che segnano l'inizio dell'arte figurativa occidentale, ma nessuno se n'era accorto: nella ventesima scena della Vita di San Francesco, attribuita a Giotto, nella Basilica superiore di Assisi, c'è il profilo di un demone, con due corna scure, che emerge dalle nuvole sospese fra la rappresentazione della morte di Francesco, in basso, e quella dell'assunzione della sua anima in cielo. A scoprirlo è stata la storica Chiara Frugoni, grande specialista francescana, dandone notizia in un articolo nel prossimo numero della rivista San Francesco Patrono d'Italia."Fino a oggi - osserva la Frugoni - il primo pittore che pensò di trattare le nuvole era ritenuto Andrea Mantegna che nel suo San Sebastiano, del 1460, mostrò sullo sfondo del cielo un cavaliere che emerge da una nuvola. Ora, questo primato non è più tale". Sul perché, invece, Giotto abbia dipinto il demone nella nuvola, la Frugoni ricorda che "nel Medioevo si credeva che anche nel cielo abitassero i demoni che ostacolavano la salita delle anime". L'articolo della Frugoni sulla scoperta del demone nell'affresco di Giotto è anticipato dal sito sanfrancesco.org. Di Chiara Frugoni è appena uscito per Einaudi il libro 'Storia di Chiara e Francesco'.