Festival di Roma


Stampa

Richard Gere: amo l’Italia

L’attore riceverà il premio Marc’Aurelio richard_gere_296

di Sandro Calice e Juana San Emeterio

Terminata la presentazione dei film in concorso e in attesa della cerimonia di premiazione di oggi, l’omaggio a Richard Gere è stato l’evento della giornata di ieri. Gere riceverà il premio Marc’Aurelio all’attore. "Nel vostro Paese nel '79 ho ricevuto il primo premio internazionale della mia vita, il David di Donatello. Amo l'Italia e gli italiani e questo Marc'Aurelio è molto significativo per me, così come la Lupa consegnata dal sindaco: sono contento di rivederlo, perché due anni fa si dimostrò molto informato sul Tibet e prese degli impegni a riguardo" ha detto Gere incontrando i giornalisti. L'attore ha sottolineato spesso che al primo posto della sua vita ci sono la sua famiglia e i suoi maestri buddisti, e che il suo lavoro oggi ha un'importanza relativa: "Recitare è solo lavoro: lo affronto con umiltà e impegno, mi diverte, ma mi interessa il viaggio della vita, non la carriera". L’attore naturalmente ha parlato a lungo del suo rapporto con la religione: "Il buddismo non è il mio fine: il mio fine è la libertà e questa per me è la strada giusta per raggiungerla. Tutti proviamo disagio nei confronti dell'universo in cui viviamo, io con la pratica riesco ad avere un rapporto più profondo con la realtà, che per me significa generosità, amore, senso della comunità". Poi Gere ha parlato di Tibet e del suo rapporto con il cinema:"Mi arrivano tanti copioni al riguardo, ma sono ipercritico, perchè il tema è troppo importante: preferisco prestare la mia voce ai documentari, che hanno una capacità eterna di raccontare la verità" Gere si è soffermato anche sull’attualità: "Il mondo è arrivato a questo punto a causa dell'avidità e dell'irresponsabilità di alcuni uomini. Io credo che l'avidità possa essere sconfitta, ma dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Forse le manifestazioni pacifiche che sifanno contro Wall Street faranno capire ai potenti che c'è bisogno di far parlare la gente".

In completo grigio e capigliatura completamente bianca, Gere all’etichetta del sex symbol ha risposto: ''Non mi sono mai reso conto di esserlo. Faccio solo l'attore''. E si è soffermato sulla sua carriera:''Sono stato fortunato perchè ho lavorato ad Hollywood nell'età dell'oro del cinema con gli Studios pronti a correre rischi. Eravamo pionieri allora. Oggi è cambiato tutto si fanno solo Block-buster ed è difficile trovare finanziamenti per piccoli film, e a volte le regole a cui devono sottostare i giovani non incoraggiano la creatività".

Per l’attore americano red carpet, prima della proiezione di “Days of Heaven”, il secondo film di Terrence Malick che per primo offrì all’attore un ruolo da protagonista. Nella sezione Eventi Speciali, “Tormenti - Film disegnato”, opera prima di Filiberto Scarpelli tratta dall’ultima sceneggiatura disegnata dallo zio, il celebre Furio Scarpelli. Red carpet per Franco Califano, al quale è dedicato “Noi di Settembre” di Stefano Veneruso.

L’Altro Cinema | Extra chiude il concorso dei documentari con “The Dark Side of the Sun”, dell’italiano Carlo Shalom Hintermann. Fuori concorso i documentari “Case Chiuse” di Filippo Soldi e “Diversamente Giovane” del critico cinematografico Marco Spagnoli.

In concorso, infine, per la sezione Alice nella Città, “Death of a Superhero” di Ian Fitzgibbon e “No et moi” di Zabou Breitman.