Parla l'autore di 'Z'


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Referendum Grecia, 'Paese sotto choc'

Vassilis Vassilikos: 'I greci non capiscono, su cosa dobbiamo votare?' v

"E' troppo tardi ormai, il referendum andava fatto un anno e mezzo fa". Vassilis Vassilikos per oltre cinquanta anni ha saputo guardare alla Grecia con occhi lucidi, attraversarne le tante stagioni e raccontarne le vicende, dalla dittaura militare alla rinascita democratica. Oggi, ammette parlando con l'Adnkronos dalla sua casa di Atene, non e' piu' in grado di leggere il futuro del suo Paese. La decisione del primo ministro George Papandreou di indire un referendum sul piano di aiuti dell'Unione europea e del Fondo monetario internazionale "e' fuori da ogni logica, su cosa siamo chiamati a votare?", si domanda l'autore 'Z', da cui fu tratto il film vincitore dell'Oscar nel 1970.

Parla in un buon italiano Vassilikos, che negli anni dell'esilio dalla dittatura dei colonnelli visse tra l'Italia e la Francia, per spiegare che la decisione di Papandreou "e' tardiva, la Grecia si trova gia' dentro un mare di problemi che si sono manifestati dopo il primo piano di salvataggio". Le misure imposte dall'esterno, "prese troppo in fretta e senza nessuna preparazione hanno portato al declino dell'economia, i greci soffrono, nel mio quartiere, ogni giorno ci sono un paio di negozi che chiudono".

Misure che "forse dovevano essere prese 30 anni fa e introdotte gradualmente". E ora, l'annuncio del referendum: "I greci non capiscono, su cosa dobbiamo votare?". Allo sconcerto per la decisione a sorpresa di Papandreou, "il Paese e' sotto shock", si aggiunge la preoccupazione per "il clima internazionale molto negativo" che si e' creato attorno alla Grecia e "per i nuovi aiuti, il cui arrivo non e' piu' sicuro". Resta la domanda: "su cosa siamo chiamati a votare? Le decisioni prese a Bruxelles sono contenute in migliaia di pagine, chi e' in grado di leggerle tutte? Come facciamo a decidere su cose che non sappiamo?".

Nemmeno Vassilikos e' in grado di spiegare perche' il primo ministro greco, senza avvertire i partner europei e i vertici delle istituzioni finanziarie e di Bruxelles, ha preso una decisione che ha gettato nel panico non solo la Grecia, ma gran parte delle Borse mondiali e i Paesi dell'Eurozona. "Nessuno lo sa, nemmeno i suoi collaboratori piu' stretti ne erano a conoscenza, nemmeno il ministro delle Finanze Venizelos". Con la sua decisione, "Papandreou ha dato un colpo mortale al lavoro fatto in un anno e mezzo".

L'autore di oltre cento opere tra lavori teatrali e di narrativa, tradotte in tutto il mondo, non riesce a interpretare la psicologia del premier greco. La sua lettura della situazione politica, con la rivolta di ampi settori del Pasok nei confronti di Papandreou, gli fa pero' dire che il premier "ce la fara'" a superare il voto di fiducia in Parlamento di venerdi'. Ma non ce la fara' a far digerire al suo stesso partito la decisione sul referendum: "E' impossibile". A questo punto, Papandreou, "dovrebbe fare marcia indietro, ma deve trovare gli argomenti giusti per farlo".

Eppure, nel caso i greci venissero veramente chiamati a breve a esprimere il loro parere sul piano di salvataggio, l'esito della consultazione, almeno secondo quanto indicano i sondaggi, semba gia' segnato, con il 60% degli elettori che rifiuterebbero nuovi e dolorosi sacrifici imposti dall'Europa. "Ma se non sappiamo ancora quale sara' la domanda! -si scalda Vassilikos- in un referendum si decide tra il 'si' e il 'no'. L'ultimo che abbiamo avuto fu nel 1974, sul ruolo del re: volete il re o no? Era chiaro. Ora quale sara' la domanda? Volete che usciamo dall'euro? Nessuno lo sa".

C'e' poi l'altra decisione a sorpresa presa da Papandreou, che nel mezzo della tempesta diplomatica e finanziaria innescata dal suo annuncio, ha silurato i vertici delle forze armate. Una mossa che scatenato l'opposizione, che ha accusato il premier di temere un golpe militare, segno che il suo governo e' al collasso. "Non c'e' nessun rischio di putsch militare", assicura Vassilikos, semplicemente, "Papandreou manca di psicologia politica".

Due sentimenti sembrano segnare piu' di altri il momento che i greci stanno vivendo: l'amarezza e l'incertezza. Della classe dirigente che in questi anni ha accompagnato per mano la Grecia verso il baratro, "nessuno verra' mai punito, nessuno. E questo e' uno dei nostri problemi democratici. Sono stati puniti solo quelli che guadagnavano 700 euro al mese e ora, se sono riusciti a mantenere il lavoro, ne prendono 500. E questa e' la grande massa dei greci", sospira Vassilikos.

E poi, l'impossibilita' di capire cosa accadra' in futuro: "Due giorni fa pensavo che sarebbe stato molto difficile uscire da questa crisi, ma che chi ha la mia eta' aveva visto la Grecia sopravvivere a momenti molto piu' duri. Adesso, con questa decisione del referendm, non e' possibile fare nessuna previsione e non voglio pensare alla catastrofe, non voglio pensarci".