Mario Draghi diventa presidente della Banca centrale europea, il terzo dalla creazione della Bce. Prima di lui sulla poltrona più importante dell'Eurotower si sono seduto Wim Duisenberg e Jean Claude Trichet.
Willem Frederik, detto Wim, Duisenberg, è stato il primo ''super-governatore'' europeo, con la sua fluente chioma bianca, diventerà presto una figura familiare per gli europei. Nato nel Nord dei Paesi Bassi nel luglio del 1935, Duisenberg è un economista d'ispirazione keynesiana che si è convertito negli anni Settanta alla politica 'forte' della Bundesbank, facendosi una fama di falco, favorevole ad un rigore monetario addirittura superiore a quello della Banca centrale tedesca.
All'età di 30 anni ricopre la prima carica in un organismo finanziario internazionale, il Fondo monetario internazionale (Fmi), dove lavora dal 1965 al 1969. Socialdemocratico, Duisenberg entra nel Governo dell'Aja come ministro delle Finanze nel pieno della crisi petrolifera. Nell'82 diventa presidente della Banca centrale olandese, carica che ricopre per 15 anni. Viene chiamato nel 1997 alla presidenza dell'Istituto Monetario Europeo (costituito nel 1994), embrione della futura Bce, succedendo al belga Alexandre Lamfalussy. E' morto nel 2005.
Affabile, colto, sempre elegante, forte di un'esperienza di lunghi anni, Jean Claude Trichet prende il testimone da Wim Duisenberg nell'ottobre 2003. Nato a Lione nel 1942, di Trichet si dice che abbia un solo difetto, quello di non avere nemici.
Capelli bianchi, lisci e sempre curatissimi, il presidente uscente della Bce passa per la guida della Banca di Francia nel 1993 direttamente dalla direzione del Tesoro cui era approdato nel 1988 dopo essere stato direttore del gabinetto del liberale Eduard Balladur, allora ministro dell'Economia.
Quinto in graduatoria nel 1971 alla prestigiosa Ecole Nationale d'Administration, fa i primi passi nell'amministrazione pubblica come ispettore generale delle finanze, prima di diventare uno dei più brillanti consiglieri economici del presidente Valery Giscard d'Estaing.
Con l'arrivo del socialista Francois Mitterrand all'Eliseo, Trichet torna, dopo la parentesi nel gabinetto di Balladur, al Tesoro. E' proprio nella sua veste di direttore del Ministero che il banchiere centrale finisce nel mirino della Giustizia per lo scandalo del Credit Lyonnais rischiando di dovere rinunciare a Francoforte. Ma la strada viene definitivamente spianata grazie all'assoluzione da parte del tribunale di Parigi.
Prudente e ancorato alla stabilità dei prezzi, il suo mandato viene caratterizzato nella seconda metà dalla crisi finanziaria e dalle ripercussioni sull'economia di Eurolandia. In agosto scorso, in piena crisi di fiducia sui debiti sovrani e dopo il crollo di Grecia, Irlanda e Portogallo scrive le famose lettere a Italia e Spagna per spingere sulle riforme. La lettera a Roma è datata 5 agosto e porta anche la firma del suo successore, Mario Draghi.