Mario Draghi è arrivato alla Banca centrale europea. La settimana si preannuncia cruciale e l'agenda è già piena. E non solo per il G20 che segnerà il debutto del nuovo presidente tra i ''grandi'' del mondo. C'e' tempo solo fino giovedì per preparare la riunione del comitato direttivo, incontrarsi e scambiare pareri e analisi con i colleghi.
Si parla di un possibile taglio dei tassi di interesse ed è necessario decidere sugli acquisti dei titoli di Stato che hanno già raggiunto 174 miliardi di euro. In particolare, già nella cena che tradizionalmente precede il consiglio esecutivo, si discuterà con ogni probabilità, dell'Italia, della Spagna e del rafforzamento del fondo salvastati deciso all'ultimo consiglio europeo, quello in cui Silvio Berlusconi ha presentato la sua lettera di intenti. Sarà inoltre sul tavolo l'inflazione, stabile a ottobre al 3% nell'eurozona, un livello che è considerato troppo elevato dalla Bce e che, secondo diversi osservatori, complica il lavoro del nuovo presidente.
La prima decisione sui tassi di interesse è il banco di prova fondamentale per il governatore uscente: un gruppo di economisti invoca un taglio del costo del denaro, portato all'1,50% a luglio, ma una mossa di questo tipo potrebbe accelerare la corsa dei prezzi e rivelarsi pericolosa per Draghi.
Dalla Bundesbank è già arrivato un avviso a mantenere salda la lotta all'inflazione e a interrompere quanto prima l'acquisto dei titoli di stato. E Draghi, sottolinea il Financial Times, deve ''guadagnarsi la credibilità del popolo tedesco''.
''Come banchiere centrale è un conservatore, ma nel momento in cui verrà percepito come un italiano morbido, sara' morto'', osserva Lucrezia Riechlin della London Business School. Giovedì, subito dopo la conferenza stampa, Draghi lascerà Francoforte per Cannes, dove lo attendono i capi di stato nella doppia veste di presidente della banca centrale europea e di presidente del Financial stability board. Il suo ultimo atto alla guida dell'Fsb sarà la presentazione della lista delle 29 grandi istituzioni finanziarie in grado di generare danni all'intero sistema in caso di difficoltà (come nel caso Lehman Brotehrs). Banche che dovranno disporre di maggiore capitale rispetto alle rivali più piccole.
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