Le retribuzioni aumentano, l'inflazione anche


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Prezzi e salari mai così distanti

Settembre nero per il potere d’acquisto degli italiani

Settembre nero per il potere d’acquisto degli italiani. L’incremento dell’1,7% su base annua dei salari registrato dall’Istat il mese scorso potrebbe indurre in inganno chiunque e far credere, ad un distratto osservatore, che aumentando le retribuzioni potrebbe crescere anche il potere d’acquisto degli italiani.

Con più salari e più consumi, in genere riparte l’economia. Ma questa volta non è stato così. Il surriscaldamento dei prezzi a settembre, che l’Istat calcola con un incremento dell’inflazione del 3% annuo, ha vanificato il pur consistente aumento delle retribuzioni.

Non accadeva, infatti, dal 1997 che il divario tra salari e prezzi si attestasse a 1,3 punti percentuali. Un dato che non ha solo una valenza statistica, ma che evidenzia un fattore frenante per qualsiasi economia: la crescita dell’inflazione, senza però una conseguente crescita dei consumi.

L’aumento dei prezzi al consumo sono il cruccio di tutte le banche centrali, Bce in testa. Non a caso la ventilata riduzione dei tassi d’interesse nell’Unione europea (che avrebbe dato fiato alle economie) è stata rinviata a data da destinarsi, proprio per il rischio di un trend inflattivo in crescita. (F.Ch.)