di Raffaella Miliacca
Anche la musica scende in campo per i diritti umani. Diciassette artisti italiani hanno deciso di prestare la loro voce a un’iniziativa inedita di Amnesty International nel nostro Paese, in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani.
“17x60” è il titolo di un cd, prodotto e distribuito da CNI Music, con il patrocinio del Segretariato sociale Rai. E’ una raccolta di brani, firmati negli ultimi 4 anni da 17 musicisti: Ivano Fossati, Daniele Silvestri, Mariella Nava e Dionne Warwick, Giorgio Canali, Jovanotti, Subsonica, Sud Sound System, Enzo Avitabile, Gianmaria Testa, Samuele Bersani, Paola Turci, Elena Vittoria, Eugenio Bennato, Max Gazzé, Modena City Ramblers, Niccolò Fabi, Antonella Ruggiero. Perché “la musica sa arrivare dove altri tipi di comunicazione non riescono”, ha detto Mariella Nava alla presentazione del cd.
“Canzone della tolleranza e dell’amore universale”, di Giorgio Canali & Rossofuoco, è uno dei brani della raccolta. Un titolo indubbiamente significativo per un’occasione del genere. La canzone è un grido contro la xenofobia, la paura del diverso, l’intolleranza.
Perché Giorgio Canali, esponente della scena rock italiana, ha deciso di aderire a questa iniziativa? “Penso che Amnesty abbia una funzione importante. E’ una specie di sentinella per tutte quelle situazioni in ci si commettono crimini contro l’umanità. Queste iniziative servono a diffondere tra chi sente musica, ma ha solo una vaga idea delle violazioni di diritti che si commettono, la coscienza di quanto siano importanti queste organizzazioni”.
Che potere ha la musica nel sostenere certe battaglie, nel promuovere alcuni valori?
“Quando la musica affronta tematiche di questo genere spinge chi la ascolta a pensare. Certo, la musica non ha più il potere, come 30 o 40 anni fa, di cambiare le cose, ma può far riflettere in un mondo deve ancora esiste la prevaricazione degli uni sugli altri”