Maltempo, Liguria e Toscana in ginocchio


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'E' la fine del mondo'

E' la testimonianza di una donna di Aulla, nella Lunigiana. Auto accatastate, strade e piazze coperte di fango m

Auto accatastate, strade e piazze coperte di fango: è lo scenario che si presenta ad Aulla dopo l'inondazione che nel centro della Lunigiana ha causato due morti. Nella zona  sono al lavoro gli uomini dei vigili del fuoco e della protezione civile per liberare dal fango le zone della città maggiormente colpite, soprattutto quelle più basse. Al lavoro anche i cittadini che con pale, secchi e scope cercano di svuotare gli scantinati invasi da acqua e fango. La maggior parte delle persone, riferendosi a quanto accaduto, parla di una "scena allucinante. "E' la fine del mondo", dice una donna. Per raggiungere Aulla è necessario percorrere strade di montagna: le altre vie di comunicazioni non sono praticabili per il traffico privato e vengono utilizzate solo per i mezzi di soccorso.

SUPERSTITE RACCONTA, SFIORATA STRAGE A MONTEROSSO - Poteva provocare una strage l'enorme massa di fango e detriti che si è riversata a Monterosso, nelle Cinque Terre, fino a toccare quasi i primi piani delle abitazioni. "Quando l'acqua mi è arrivata alla ginocchia - ha spiegato Aurora Moggia, una scampata - sono stata presa in braccio dai soccorritori e portata in salvo". Un minuto dopo la principale strada di Monterosso, via Roma, è stata sommersa da tonnellate di fango e detriti. La donna, titolare di una tabaccheria completamente invasa dalla montagna franata, stava cercando di chiudere la porta quando la prima onda l'ha sfondata facendola fuggire. "Gli uomini avevano formato una catena fino all'albergo Margherita, una settantina di metri più sum e ci hanno tirato fino nella hall". Poco dopo anche l'albergo è stato travolto da un furgone trascinato dal fango che ha devastato l'ingresso. Aurora e altri settanta monterossini erano a riparo al piano di sopra.

VOLONTARIO MORTO; MOGLIE NON LO SA, CHIEDE CERCARLO - Supplica i volontari di trovare il marito, piange e si dispera, ma ancora non sa che lui è morto sotto il fango che ha invaso Monterosso. "Cercate mio marito, dovete trovarlo, chiamate i cani, chiamate l'esercito, non è possibile che sia scomparso", ripete aggirandosi sui detriti che ricoprono la piazza del paese. La donna è la moglie di Sandro Usai, 40 anni, il volontario scomparso ieri e dato per morto dalla Prefettura di La Spezia, che ha annunciato anche il ritrovamento del cadavere. "Gli ho detto di starsene in casa, perché ormai la strada era un fiume in piena ma lui no, lui è un generoso, voleva salvare gli altri. E' andato e non l'ho più visto", racconta la donna, che poi ferma le ruspe al lavoro nel centro del paese: "Ma cosa fate? - chiede al conducente - mio marito potrebbe essere lì". "Era con altri due volontari - spiega il titolare di un bar - stava cercando di tirare fuori cinque persone da un locale. D'improvviso è arrivata un'ondata di fango e lo ha portato via. L'abbiamo visto aggrappato a un albero. Poi è scomparso".