di Bianca Biancastri
Eravamo 3 miliardi nel 1960, 6 miliardi nel 2006, saremo 7 miliardi il 31 ottobre. Questo traguardo rappresenta allo stesso tempo un’opportunità, una sfida e un invito ad agire. Il Rapporto 2011 del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (la cui versione italiana è curata dall'Associazione delle Donne per lo Sviluppo), si concentra sulle priorità da affrontare. Su quali siano risponde Giulia Vallese, responsabile risorse e finanziamenti dell’Unfpa.
“I punti chiave per un mondo di 7 miliardi di persone sono la pianificazione (ambientale, sociale, economica e familiare) e l’accesso equo alle opportunità, perchè viviamo in un mondo di disparità. Non si tratta di questioni di spazio. Se ci mettessimo tutti insieme uno accanto all’altro occuperemo la città di Los Angeles. Quindi il problema è l’accesso equo alle opportunità”.
Le politiche relative alla crescita demografica sono tuttavia importanti, in particolare nei Paesi del Terzo mondo e in quelli emergenti come Cina e India?
“Il rapporto analizza tre tipologie di Paesi: ci sono i Paesi dell’Africa Sub-sahariana, a basso reddito, ad alta crescita demografica, dove molte coppie, molte donne non hanno accesso alla pianificazione familiare. Le donne istruite, che hanno accesso alla pianificazione, scelgono il numero di figli che si possono permettere, e questo numero è spesso inferiore a quello delle loro madri e delle loro nonne. In questi Paesi questo spesso non avviene e quindi lì è fondamentale investire in programmi di pianificazione familiare e salute riproduttiva per dare a queste donne l’accesso a questi servizi e alla facoltà di scelta. In questi Paesi l’accesso all’istruzione è limitato e anche quello all’educazione sessuale e si continua a morire di Hiv per ignoranza e si continuano ad avere gravidanze indesiderate proprio per carenza di informazione e per carenza di accesso ai servizi”.
Come riequilibrare il fenomeno del costante invecchiamento della popolazione nei Paesi occidentali e quello invece della pressione di tanti giovani dal futuro incerto nel Sud del mondo?
“Diciamo che nelle altre tipologie di Paesi analizzate dal rapporto ci sono altre problematiche. Nei Paesi a medio reddito c’è più un discorso di immigrazione e di urbanizzazione che va affrontato, invece nei Paesi in cui la fertilità è già scesa al di sotto del cosiddetto livello di sostituzione il problema è ben altro: qui le popolazioni invecchiano e quindi ci sono politiche che vanno riviste legate all’immigrazione ma anche all’investimento di risorse per gli anziani, per dare loro strutture e possibilità di continuare ad essere produttivi. Questo diventa anche un’opportunità di occupazione per i giovani. Investire sulle generazioni che invecchiano dà possibilità ai giovani di lavorare, occupandosi degli anziani”.
E le risorse in una situazione di crisi economica come quella attuale?
“Bisogna dire che se si smette di investire in politiche sociali, anche di pianificazione familiare, si pensa di risparmiare nell’immediato ma in realtà questi sono investimenti a lungo termine che portano tanti benefici, quindi tagliare sarebbe più un danno che un risparmio, si tratta cioè di un risparmio effimero”.
Come trovare le risorse ambientali per tanti abitanti del mondo e nello stesso tempo salvaguardare il pianeta, come l ’acqua, i prodotti dell’agricoltura?
“Innanzi tutto non c’è consenso su quanti potremmo essere e su quanti potrebbe sostenere la Terra, però va detto che il problema è soprattutto quello di un accesso equo alle risorse ambientali: negli Stati Uniti –il rapporto dell’Unfpa lo dice- si consumano 400 litri di acqua al giorno per individuo mentre in alcune zone dell’Etiopia ne vengono consumati 8-10 litri. Quindi là dove ci sono degli sprechi bisogna intervenire, là dove le risorse scarseggiano bisogna investire affinchè le risorse possano essere accessibili a tutta la popolazione. La parola chiave è, ripeto, pianificare: per esempio per quanto riguarda l’ambiente, a Città del Messico sono stati fatti interventi urbani verso uno sviluppo equo e sostenibile tanto che l’inquinamento è stato dimezzato, grazie a investimenti in parchi, nella rete tramviaria che collega diverse parti della città”.
Il rapporto quale strada indica, quale politica globale o nazionale dei diversi Paesi?
“ Secondo il Paese, come dicevo prima, ci possono essere delle ricette più o meno opportune. Tra queste, l’urbanizzazione è fondamentale perchè si vive sempre di più nelle città, quindi è fondamentale investire nelle strutture della città. Vivere nelle città con una pianificazione giusta permette di uscire dalla povertà e permette anche uno sviluppo ambientale sostenibile. Importante è poi anche dare possibilità di scelta all’individuo, quindi investire nel sociale, nell’educazione, nella salute, per permettere all’individuo di avere opportunità e scelta e poi investire sui giovani,perchè abbiamo detto che nel mondo ci sono circa 1 miliardo e 800 milioni di giovani , quindi quasi 2 miliardi di giovani su 7 al di sotto dei 25 anni. E’ importante investire su di loro che sono la risorsa del futuro. Per quanto riguarda l’ambiente, bisogna adottare politiche di sviluppo sostenibile, non sprecare”.