Strategie anticrisi


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Efsf salva-Stati, cos'è e cosa diventerà

Compra titoli dei paesi a rischio, attirerà anche fondi Brics c

Paracadute, firewall, recinto dal contagio della crisi dei debiti: tanti i soprannomi del Fondo salva-stati Efsf (European financial stability facility), un acronimo che non dice molto ai cittadini europei ma che sta diventando lo strumento fondamentale per mettere in sicurezza gli stati dell'Eurozona piu' deboli o sotto attacco speculativo. Come l'Irlanda e il Portogallo prima, come la Spagna e l'Italia poi, il Fondo vuole diventare potente abbastanza da svincolare la Bce dal sostegno d'emergenza ai paesi a cui e' stata costretta negli ultimi mesi.

Poteri del Fondo. L'Efsf e' stato ratificato da tutti i 17, dopo un percorso travagliato, il 13 ottobre scorso. Ha una capacita' effettiva di 440 miliardi di euro (sulla base di 780 miliardi di garanzie dagli Stati) e gode del massimo grado di affidabilita' (tripla A) delle agenzie di rating. Puo' intervenire nell'acquisto di bond, sia al momento della loro emissione sia sul mercato secondario e puo' aiutare nella ricapitalizzazione delle banche (ma solo dopo privati e governi) concedendo prestiti anche in via preventiva ai governi non coperti da programmi di aiuti.

Come funziona
L'Efsf acquistera' bond solo dopo un'analisi della Banca centrale europea e dietro richiesta degli stati. Finora e' intervenuto nelle operazioni di salvataggio Ue-Fmi per Irlanda e Portogallo. La Banca centrale potra' quindi progressivamente terminare le operazioni di acquisto di titoli di stato che aveva riavviato in via eccezionale la scorsa estate per Italia e Spagna, in attesa che il fondo diventasse operativo.

Ipotesi per rafforzare l’Efsf
Con il debito greco in deterioramento e le tensioni sui mercati che hanno contagiato anche le banche, i 440 miliardi di euro dell'Efsf non bastano piu'. Anche perche' sono comunque gia' di meno visto che 100 andranno al secondo piano salva-Grecia e 44 a Irlanda e Portogallo, paesi coperti dal programma di aiuti. L'Eurozona studia quindi il modo di aumentarne la potenza di fuoco, ma senza investire nuove risorse, che molti paesi non vogliono accordare temendo di perdere il loro rating, e senza coinvolgere la Bce, perche' la Germania e la banca stessa si oppongono. Le due ipotesi a cui si lavora in queste ore, e che mercoledi' arriveranno a una sintesi, sono: creare uno strumento ad hoc o 'Special purpose investment vehicle (Spiv)', per attirare gli investitori anche non europei, cioe' Brics, Cina, fondi anche da Fmi; dare all'Efsf la possibilita' di emettere assicurazioni sui titoli dei paesi a rischio, per garantire perdite tra il 20 e il 30%