Sirte, inizio e fine del rais

Alle porte del deserto, luogo simbolo della rivoluzione di Gheddafi

Sirte, l'ultima roccaforte lealista, è la città libica nella quale il destino di Muammar Gheddafi è cominciato e dove oggi si e' compiuto. E' a Sirte che il rais trascorse i primi anni della sua giovinezza. Ed e' qui, alle porte del Sahara, che Gheddafi aveva evidentemente deciso di nascondersi, per trascorrere le ultime ore da leader della Grande Jamahiriya nella culla della sua tribù, la Qaddafia, e da dove organizzare l'ultima resistenza.

Tradizionale luogo di transito dei beduini, situato a 450 chilometri da Tripoli sulle sponde dell'omonimo golfo, a metà tra mare e deserto, Sirte è uno dei luoghi simbolo della Libia di Gheddafi. Che, nel 1942, nacque proprio nei dintorni della città, in una tenda di pelli di capra, figlio di nomadi analfabeti, membri della tribu' dei Qaddafia. A Sirte il futuro Rais frequento' le scuole elementari mentre si divise tra la città costiera e Sebha, nel Fezzan, durante il periodo delle scuole coraniche.

Poi, sopraggiunsero gli anni della rivoluzione, dell'accademia militare di Bengasi fino al colpo di Stato del 1969. Il Colonnello non ha mai dimenticato il suo luogo natio. Lo ha trasformato in una vetrina della sua Rivoluzione, lo ha dotato di infrastrutture nuove di zecca, di un'università, di un centro militare tra i maggiori del Paese e qui ha trasferito diversi ministeri.

A Sirte Gheddafi ha spesso ricevuto i leader stranieri - tra i quali anche Silvio Berlusconi, nel marzo 2009 - incontrandoli nella grande tenda beduina fatta innalzare a ridosso della spiaggia. E nel palazzo dei congressi che giganteggia sulla citta', il Rais ha ospitato diverse conferenze internazionali: qui, nel 1999, i leader africani decisero di trasformare l' Organizzazione dell'Unita' Africana nella più solida Unione Africana.

La città è la culla di due tribù, la Qaddafia e la Magariha, da cui discende Abdel Salam Jalloud, ex braccio destro del Rais fuggito nei giorni scorsi dalla Libia. Contesa sin dalle prime battute della guerra tra lealisti e insorti, Sirte a lungo rimasta un tabù per l'opposizione di Bengasi. Adesso è stata 'liberata' e ha assistito alla morte del suo Rais.