Ottobre dedicato dall’Onu al tema alimentare


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Il giro del mondo delle contaminazioni OGM

Vandana Shiva a Roma: ‘Regole su importazioni’ vandana_shiva_296

di M. Vittoria De Matteis
mv.dematteis@rai.it

Subito dopo la Giornata Universale dell’Alimentazione, la scienziata Vandana Shiva ha presentato a Roma il Rapporto Mondiale dei Cittadini sugli OGM. La Shiva dice che le fluttuazioni dei prezzi al rialzo rappresentano la maggiore minaccia alla sicurezza alimentare nei paesi in via di sviluppo. Secondo la Banca mondiale, nel biennio 2010-2011 l’aumento dei costi degli alimenti ha spinto quasi 70 milioni di persone nella povertà estrema.

Il Ministro per l’Agricoltura Usa Vilsack ha dato mandato al comitato consultivo sulle biotecnologie di valutare se e come compensare chi subisce perdite economiche originate dalla presenza indesiderata di tratti transegici in prodotti biologici. E’già qualcosa, dicono gli ambientalisti, riconoscere che il problema sussiste.

Così come l’ecologista keniota Wangari Maathai - premio Nobel per la pace nel 2004 e fondatrice 35 anni fa del Green Belt, “movimento della cintura verde” e appena scomparsa, un’altra pioniera della critica allo sviluppo - la fisica indiana Vandana Shiva, direttrice della Research Foundation for Science, Technology and Ecology (RFSTE), esporta l’idea di un legame inevitabile tra la protezione dell’ambiente e il coinvolgimento attivo delle comunità. Donne coraggiose, che difendono i loro valori malgrado numerose minacce e ritorsioni :”Dove le èlites controllano le risorse e le grandi masse ne sono escluse, presto o tardi vedrete scoppiare una guerra”, principio che riecheggia dai due emisferi e diffuso dalle due scienziate.

In Europa i coltivatori diretti hanno avuto oneri crescenti per l’acquisto di foraggi a seguito dell’espansione della coltivazione di mais MON810 e delle contaminazioni da questo determinato. L’evidente danno economico relativo alla perdita di certificazione da parte del coltivatore, e la conseguente commercializzazione a prezzo inferiore delle partite vendute come convenzionali, si sono sommate agli accorgimenti adottati per contenere le contaminazioni. Ciò ha provocato l’abbandono di ampie superfici di mais biologico in Spagna.

Il Canada, già invaso da colza GM, ha preso provvedimenti temendo la contaminazione delle filiere. Alle Hawai e Hong Kong la diffusione di papaya transgenica ha portato ad una diffusione incontrollata di geni di resistenza al virus, contaminando le coltivazioni biologiche la cui certificazione è stata ritirata. In Italia, nel Lazio, sono stati trovati molti campi di moltiplicazione di sementi sia convenzionali che transgeniche per sfruttare la contro stagione, ed esser presenti al momento giusto sui mercati dell’emisfero boreale. Sul piano giuridico e sanitario non si hanno ancora certezze sugli Ogm, pertanto anche l’Italia può trarre nuova linfa dal Rapporto della Shiva, per chiudere la parentesi transgenica e puntare sulle risorse foraggere autoctone promuovendo un modello di sviluppo agroalimentare sostenibile.