di Mauro Caputi Le 11 medaglie, anzi 16 perché ci sono anche quelle paralimpiche, sono importanti ma non sono tutto. C’è un Mondiale perfettamente organizzato a Catania, c’è un Europeo da ospitare a Legnano (giugno prossimo), ci sono le Olimpiadi dove mietere la solita messe di podi. E c’è anche un po’ di sano orgoglio per la propria terra nelle parole di Giorgio Scarso: “Finalmente la Sicilia ha mostrato la sua capacità di gestione di un evento planetario, senza strascichi, senza polemiche. Con l’appoggio della Regione, che ci ha dato fiducia. Una vetrina di rilievo, con risultati agonisticamente importanti. Mi sento di dire che la Sicilia ha un suo posto nel medagliere, grazie ai suoi atleti. E un plauso particolare va all’organizzazione, che ha reagito prontamente alle avverse condizioni climatiche (il nubifragio che ha allagato Catania e buona parte della Sicilia al sabato, N.d.R.) e ha permesso di svolgere le gare con un ritardo minimo poi riassorbito nel corso della giornata”.
Siciliano di Modica, Giorgio Scarso, 65 anni, è dal gennaio 2005 presidente della Federazione italiana scherma. E’ in corso il suo secondo mandato che culmina con i due importanti eventi ospitati dall’Italia: i Mondiali di Catania (appena conclusi) e gli Europei di Legnano (a giugno, un mese e mezzo prima delle Olimpiadi). “Dobbiamo evitare che si parli della nostra disciplina solo ogni quattro anni –dice Scarso-, gli appassionati, chi si interessa di sport, deve poter vivere l’evento”. Non che dispiaccia rimpinguare il medagliere tricolore nell’appuntamento olimpico. “E questo è merito di un movimento che cresce –prosegue- e che garantisce il ricambio generazionale. Nei momenti di difficoltà bisogna dare il colpo di reni. Il settore giovanile va curato con estrema attenzione, perché se si creasse un vuoto sarebbe difficile da colmare. Per questo mi permetto di dire che è importante interessare gli sponsor e avvicinare quanti più praticanti possibile”.
Intanto, i Mondiali di Catania e gli Europei di Legnano uniscono l’Italia in un unico abbraccio. “Stiamo già lavorando alla preparazione dei campionati continentali. Lo facciamo con entusiasmo, coscienti delle responsabilità che comporta per la Federazione, l’organizzazione e gli atleti. Abbiamo il dovere di non lasciare nulla al caso e limare i minimi dettagli. E l’appuntamento di Legnano segue questa linea. A quel traguardo si arriva già con i pass olimpici assegnati, ma è ancora possibile assestare il ranking. Ovvero, per fare un esempio limite, se possibile evitare che Di Francisca e Vezzali a Londra si incrocino agli ottavi o ai quarti. In sostanza mettere i nostri atleti nelle migliori condizioni per affrontare la pedana. Per questo è un bene disputare in casa un evento così vicino ai Giochi. Ovviamente lo è anche sotto l’aspetto della promozione sul territorio. E pure per la crescita dei nuovi arbitri, visto che il Paese ospitante ne deve fornire un congruo numero”.La scherma azzurra ha sempre fatto bene nell’appuntamento olimpico. Alla luce del risultato, arcipositivo, dei Mondiali è lecito fare previsioni? “Io dico che non si raggiunge l’obiettivo con la qualificazione. Ci sono mille problematiche per ottenere risultati in un appuntamento così importante. Quello che posso affermare con certezza è che siamo competitivi su tutti i fronti. Non vedo carenze. I nostri atleti ce la metteranno tutta per non tradire le aspettative, col massimo impegno e l’onesto lavoro in allenamento. Le carte in regola per confermare l’eccellente rendimento ci sono. Poi, lo sport è sport… Può capitare la giornata storta, l’assalto sbagliato che capovolge un anno di lavoro. Fa parte del gioco”.
Abbiamo negli occhi i tanti momenti esaltanti della settimana mondiale a Catania. Ci sono 11 medaglie, 4 d’oro, 3 d’argento e 4 di bronzo (record uguagliato, ma il precedente risaliva al 1949). Ci sono, lei lo ha puntualizzato, le 5 medaglie paralimpiche (un oro, 2 argenti e 2 bronzi). Ma c’è anche qualcosa che ha deluso le attese? “Sicuramente la squadra di fioretto maschile, che ci insegna come nulla vada dato per certo. Ha ragione il ct Cerioni (“Non è che la somma dei risultati dell’individuale garantisce una buona gara a squadre. Non ci si può permettere di affrontare una gara così”) e tutti ne trarremo le conseguenze. Invece, rifiuto di parlare di delusione per quanto riguarda la prova a squadre del fioretto femminile: l’argento è un ottimo risultato, ci sono nazioni che farebbero carte false per il podio. Gli atleti, anche le nostre formidabili fiorettiste, non sono macchine, hanno il diritto di perdere. Certo, ci dispiace per come è andata la gare, per qualche interpretazione. Ma guai a parlare di decisioni arbitrali, non è il nostro costume”.Clamoroso, nel bene e nel male, il risultato della spada maschile… “Tagliariol è spettacolare, ma ha una scherma d’alta classe e tende a strafare. A volte ci sono avversari che non vanno per il sottile e si accontentano di portare a casa la stoccata. Forse è arrivato a questo appuntamento con troppa ansia in corpo. Ma è esemplare come sia emerso Pizzo: noi non chiudiamo bottega nemmeno con l’eliminazione del campione olimpico. E sono soddisfatto anche della prova delle ragazze, nell’individuale e a squadre”.
Resta allora da parlare solo della sciabola. Bene gli uomini, donne da rivedere? “Il settore maschile si è fatto valere, l’oro di Montano lo dimostra. Il nostro tallone d’Achille è il femminile, ma c’è una ragione: quando è diventata specialità olimpica molte atlete, che non trovavano spazio nelle altre armi, ci hanno provato. E’ mancata la programmazione, al momento Irene Vecchi è l’unica che nasce sciabolatrice. Ma stiamo recuperando. Comunque l’altalena di risultati fa pensare: agli Europei la squadra aveva battuto Russia e Ucraina, che qui si sono confermate sul podio”.
Poco prima dell’inaugurazione dei Mondiali a Catania lei ha messo in evidenza il grande sforzo supplementare dell’organizzazione per le gare paralimpiche. A conti fatti un impegno di cui andare fieri. “Non c’è dubbio, anche perché ha maggior peso quando i due appuntamenti sono uniti. Anche per questo va il mio plauso all’organizzazione. Non era facile trovare gli spazi e gli abbinamenti in una manifestazione così fitta. Si è fatto molto bene, è questa l’autentica integrazione. E’ questo il vero messaggio umano e sociale dello sport”.