Gli haiku del presidente
Herman Van Rompuy, il politico-poeta
di Valerio Ruggiero
Europa
Een krans van sterren deinend op de blauwe zee samen voor altijd
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Una corona di stelle ondeggianti nel mare blu insieme per sempre
(9 maggio 2011)
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Il Vecchio Continente attraversa le acque in tempesta della crisi economica e finanziaria in cerca di soluzioni, ma questo sforzo non sembra lasciare traccia nei versi del presidente del Consiglio europeo. Perché Herman Van Rompuy, accanto all’uomo politico, è anche un poeta. E nell’aprile del 2010, alla presentazione del suo libro di haiku, era stato chiaro: le liriche che scrive hanno ben pochi agganci con la politica.
“Haiku è un risveglio dello spirito – distante dalla razionalità tecnocratica, dalla sofisticazione, dallo sfavillio. E’ un ritorno all’essenziale. Il nostro tempo ha bisogno di semplicità”, spiegò allora l’ex premier belga, catapultato due anni fa da semisconosciuto leader del governo di Bruxelles alla poltrona di primo presidente permanente del Consiglio europeo, posto ambito senza successo da Tony Blair.

E di haiku è intessuto il sito web personale di Van Rompuy, che molti a Bruxelles chiamano Haiku-Herman. Ma cos’è un haiku? E’ un componimento poetico tradizionale di tre versi, rispettivamente di cinque, sette e cinque sillabe, che affonda le sue radici nel Giappone del diciassettesimo secolo. Deriva da una forma più antica, il tanka, leggermente più lungo (cinque versi). Sono molte migliaia i giapponesi che si dilettano a scrivere haiku. Questa forma poetica scarna ed essenziale ha comunque da tempo varcato i confini del Paese del Sol Levante: si sono cimentati con gli haiku anche autori come Jorge Luis Borges e Jack Kerouac.
La forza di un haiku sta tutta nella semplicità, nella capacità di cogliere un’emozione, di fermare un pensiero, un’impressione nel breve istante in cui si manifestano. Spetta al lettore, poi, riempire i vuoti lasciati dai versi, aggiungere ciò che l’estrema sintesi della poesia inevitabilmente confina nel non detto. Come in questi esempi dei classici giapponesi.
Ascolto in questa notte il letargo invernale pioggia sui monti
(Kobayashi Issa)
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La campana del tempio tace ma il suono continua ad uscire dai fiori
(Matsuo Basho) |
L'aquilone anche ieri nel cielo al solito posto
(Yosa Buson)
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Una rarefatta atmosfera Zen permea anche gli haiku del presidente del Consiglio europeo.
Breve
D'improvviso la pioggia sprofonda
in basso e a un tratto è silenzio
un colpo di breve durata
(9 agosto 2011)
Eppure l’attualità, a momenti, si insinua nei suoi versi. Come dopo una visita a Fukushima, devastata da terremoto e tsunami.
Giappone
Indifesi e tranquilli
vediamo il mare infernale
le rondini vivono
(6 aprile 2011)
Allo stesso modo, sebbene di rado, anche le asperità della politica comunitaria sembrano lasciare un segno.
Bruxelles
Diversi colori e lingue
torri e dei
cerco la mia strada
“Un poeta di haiku, in politica, non può essere stravagante, né vanitoso, né estremista. Dovrebbe includere nella sua azione un senso di equilibrio, il desiderio di semplicità e armonia, la consapevolezza di far parte di qualcosa di più grande”, disse ancora il presidente del Consiglio europeo parlando della sua raccolta di poesie. Herman Van Rompuy è molto apprezzato per le sue doti di mediatore. L’auspicio è che, assieme all’Europa, la strada la trovi.