Amman – Non è facile trovare il centro Regina Pacis, un’oasi cattolica nel bel mezzo di un paese islamico. Bisogna uscire dall’agglomerato (poco) urbano di Amman, dirigersi verso sud, e cercare di non distrarsi. L’indicazione per il centro è quasi invisibile, e ci vuole anche un po’ di fortuna per riuscire ad individuarla. Poi, un paio di chilometri verso l’interno, immerso in un uliveto, spunta come un fungo un bianco complesso edilizio, dove uno sparuto gruppo di volontari assiste 32 bambini disabili.
La direttrice, suor Adriana Biollo, 72enne veneziana, missionaria comboniana, gestisce il centro dal 2004, insieme a due consorelle egiziane. “Seguiamo dei bambini affetti da sindrome di down e autismo, tutti fra i 6 ed i 14 anni. Abbiamo una scuola e un centro di riabilitazione fisica, dove una squadra di fisioterapisti lavora in stretto contatto con gli insegnanti” ci dice suor Adriana. Il centro fisioterapico è aperto anche agli adulti, ci lavorano cinque terapeuti per otto ore al giorno.
“I cattolici si vergognano”
“Al momento seguiamo un centinaio di casi”, precisa la religiosa, che si rammarica del fatto che fra tutti i bambini in cura, non ce ne sia neanche uno della comunità cattolica.
“E’ duro ammetterlo, ma i cattolici hanno vergogna della loro condizione, e preferiscono tenere i bambini in casa. Temono anche che un disabile crei problemi ai fratelli, quando dovranno sposarsi. Averne uno in casa crea disagio sociale”. Risultati? “Quest’anno siamo riusciti a far entrare ben sei bambini nelle scuole normali, perché hanno imparato a leggere, scrivere ed usare il computer. I piccoli arrivano la mattina e tornano a casa nel pomeriggio, accompagnati dai nostri scuolabus. Preferiamo che stiano in famiglia, piuttosto che ospitarli nel centro”. I ragazzi pagano delle rette? “No, è tutto gratis”. Come vi finanziate? “Grazie alle donazioni private sia dei cattolici che dei musulmani, che sono molto generosi, e della diocesi, il Patriarcato latino di Gerusalemme”. Se i bambini sono tutti islamici, chi frequenta le funzioni cattoliche? “I ragazzi del fine settimana, che sono cattolici, perché le attività sono tutte di carattere religioso. Ma solo nel week end. Nella scuola e nella fisioterapia non facciamo distinzione fra cattolici e musulmani”. Mentre suor Adriana ci fa da Cicerone, all’improvviso si materializzano una trentina di adolescenti, che spuntano dal bosco, dove il prete, padre Simone, ha celebrato messa all’aperto. Circondano suor Adriana e le fanno le feste come se fosse una seconda madre. E probabilmente lei sente di esserlo. (Mi)