di Paola Cortese
La seconda casa? Possiamo permettercela tutti, perfino nella crisi nera di oggi, e anche in posti da sogno come Manhattan o Montmartre. Basta avere un appartamento e metterlo a disposizione di qualcun altro che, proprio come noi, sogna un viaggio senza agenzia e senza caparra. Con un’avvertenza: obbligatorio disfarsi dei pregiudizi e dimenticare l’ attaccamento morboso agli oggetti, accettare che un estraneo metta il naso nel nostro armadio e lavi la verdura nel nostro lavandino. Insomma il baratto applicato al turismo: io do la mia casa a te, tu la dai a me. E non è solo una questione monetaria, anche se è evidente che i risparmi dell’alloggio possono essere di migliaia di euro. L’house sharing, così si chiama in inglese, è soprattutto uno scambio di culture, pretende la meraviglia di chi si ritrova in un salotto a sfogliare libri sconosciuti o in cucina ad assaggiare le marmellate fatte dalla nonna.
Un fenomeno che si diffonde anche in Italia, nonostante la tradizionale diffidenza verso chi invade la nostra privacy. “All’estero sono più pronti alla condivisione – dice Annalisa Rossi Pujatti, [HomeLink Italia] responsabile dal 1995 della sezione italiana di Homelink – ma i timori sono quasi sempre infondati. La gente pensa: che garanzie ho che non rubino, che non facciano danni? Ma il rischio peggiore è di trovare la casa sporca. Chi ruba non offre la propria casa perché pensa che anche gli altri lo facciano. Comunque, al secondo reclamo, l’iscritto viene cancellato”.
L’iscrizione è il primo passo per aderire: ormai i siti sono numerosi, da Homelink, l’ammiraglia, nata nel ’53 negli Stati Uniti, a Intervac.it, o Scambiocasa.com. C’è anche Soloinitalia.it, per ora gratuito, per chi vuole rimanere in Italia. In cambio della quota, dai 70 ai 150 euro l’anno, si possono pubblicare sul sito le foto della casa e le informazioni che servono, dal numero dei posti letto alla presenza di una lavastoviglie, alla necessità di accudire il gatto. Si possono consultare liberamente le schede e contattare gli altri iscritti, in tutto il mondo. E siccome spesso la spinta non è affatto il risparmio, perché molti scambisti possono tranquillamente permettersi di alloggiare in un cinque stelle, ecco che ci si può trovare, in cambio del proprio monolocale a Milano, una villa in Florida, l’attico a Parigi o la casa vittoriana a San Francisco. E tra i vantaggi c’è anche quello di poter scoprire posti completamente al di fuori dei circuiti turistici più battuti.
“Per non avere brutte sorprese è bene che i contatti con la famiglia avvengano mesi prima: ci si possono scambiare informazioni preziose sulla casa e sullo stile di vita”. Importante fissare le regole in modo chiaro: “Dire prima quante persone occuperanno l’abitazione, chi paga le spese di pulizia finali, o se c’è a disposizione anche un’auto”. Ovviamente può succedere che qualche oggetto si rompa o si facciano danni di altro tipo. “Di solito le cose rotte vengono rimpiazzate – dice Annalisa Rossi – io suggerisco comunque di mettere sempre al sicuro gli oggetti fragili e preziosi. Nessuno farà caso se il vaso antico si trova fuori dalla portata di un bambino”. E per maggiori garanzie, si può stipulare una polizza che, al costo di 20 euro, prevede l’invio gratuito di un fabbro, un idraulico o un elettricista in caso di emergenza”. HomeLink Italia ha anche il fondo di garanzia di 10 euro, facoltativo, che permette di ottenere un rimborso nel caso, rarissimo, che chi ha provocato il danno si rifiuti di rimborsare.