Volontari in piazza contro mortalità infantile


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'Vogliamo Zero'

Unicef: ogni secondo muoiono 14 bambini nel mondo. Otto milioni all’anno bambini_africa_296

di Mariaceleste de Martino

“Ogni anno muoiono 8 milioni di bambini e noi vogliamo arrivare a zero”. E' lo slogan usato da Younicef, la rete dei giovani dell'Unicef, nella campagna contro la mortalità infantile: “Vogliamo Zero”.

Oltre 1000 volontari di Younicef in 40 piazze italiane per creare la scritta ZERO con i propri corpi. La manifestazione si svolgerà da Milano a Firenze fino a Cosenza, da nord a sud.

Ogni secondo muoiono 14 bambini, dice l'Unicef. “Qualsiasi numero in termini di mortalità infantile è inaccettabile”. Così Vincenzo Spadafora, presidente Unicef Italia.

Uno studio dell'Unicef e dell'Istat dal titolo "La mortalità dei bambini ieri e oggi. L'Italia post-unitaria e confronto con i Paesi in via di sviluppo", rileva che ancora oggi molti bambini muoiono per le stesse malattie della fine dell'Ottocento.
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All'epoca morivano più bambini di quanto ne muoiano oggi in alcuni Paesi più poveri della Terra. Tra le malattie: influenza, bronchite, polmonite, pertosse, morbillo e malaria.

Oggi in Italia il dato di mortalità dei bambini sotto i 5 anni è tra i più bassi al mondo, grazie ai progressi della scienza e della sanità, nonché allo sviluppo di una cultura dei diritti dell'infanzia.

L’Italia di 150 anni fa non era un paese per bambini. Povertà', infezioni, abusi, malnutrizione facevano stragi fra i piccoli: ne morivano ogni giorno 22 mila, otto milioni l’anno, quanti se ne registrano oggi in tutto il mondo.

Ma anche nel secondo dopoguerra, la situazione dell'infanzia italiana era tutt'altro che rosea tanto che una missione ad hoc dell'Unicef, appena costituita, operò in Italia per cinque anni assistendo circa 1.300.000 tra madri e bambini.

Nell'Italia post-unità, quasi un neonato su due non raggiungeva i cinque anni – si legge nel rapporto dell’Unicef. Nel corso degli anni, la mortalità infantile italiana è passata da circa 400 decessi (la metà per infezioni) ogni mille nati vivi agli attuali quattro. Un'evoluzione positiva, da record, per l'Italia raggiunta più velocemente di altri paesi europei, come la Svezia (che ora conta 3 decessi ogni mille nati, primato mondiale) e la Francia (4), ossia paesi che segnano il passo per qualità della vita nell'infanzia.

In occasione dei 150 anni dell'Unita' d'Italia, il dossier dell'Istat e dell'Unicef racconta con i numeri la storia della mortalità infantile dei bambini italiani dal 1872 al 2009. E' una storia di progressi e del drastico calo dei tassi di mortalità (gli italiani sono fra i 'migliori' del mondo), frutto della scienza, ma anche delle riforme e politiche sanitarie, ritenute impensabili senza l'unificazione. Basti pensare che a metà dell'800 la pediatria non era una disciplina autonoma; i primi ospedali furono l'Ospedale Bambino Gesù di Roma nel 1869, l'Ospedale dei Bambini di Palermo nel 1882 e il Meyer di Firenze nel 1884.

L'Italia ha ridotto velocemente i tassi di mortalità; se Svezia e Francia hanno impiegato rispettivamente 34 e 33 anni per dimezzare i tassi da 200 a 100 per mille nati vivi, l'Italia (nonostante abbia dovuto fronteggiare l'epidemia di influenza spagnola e una guerra) ne ha impiegati 26. Questa velocità è addirittura maggiore nel passaggio da 100 a 50: 26 anni per la Svezia (dal 1914 al 1939), 20 anni per la Francia (dal 1934 al 1953), 13 anni per l'Italia (dal 1949 al 1962).

Nel confronto del 2009, ”sconcerta”' - osserva il dossier - vedere che Ciad, Repubblica Democratica del Congo e Afghanistan, per esempio, per citare paesi segnati da instabilità politica e conflitti, presentano i livelli di mortalità registrati in Italia negli anni '20. Alla fine della seconda guerra mondiale, l’Italia aveva 14 milioni di minori, un terzo della popolazione totale; la guerra aveva lasciato un esercito di “'bambini allo stremo”'; tra il 1944 e il 1945, la mortalità infantile aveva raggiunto in città come Roma e Napoli il 200 per mille.

Il drammatico fenomeno delle morti dei bambini può essere contrastato e vinto, dice l’Unicef. La “'strategia integrata” che comincia con le visite prenatali regolari, l'assistenza al parto, le vaccinazioni, la somministrazione di vitamina A, sono azioni efficaci.

L'Unicef, che lancia la campagna 'Vogliamo zero', lavora per porre fine alle morti evitabili; “E' un obiettivo ambizioso che per essere raggiunto è necessario coinvolgere tutta la comunità internazionale; il livello di mortalità infantile, infatti, riflette anche e soprattutto le scelte politiche ed economiche che i governi attuano per il benessere dei bambini”.