La storia del nautico di Genova

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di Luigi del Giudice

La storia del Nautico di Genova è affascinante e ricca di una vitalità che diviene l’elemento portante con cui vengono scalate le tappe della sua evoluzione e che lo faranno divenire il punto di riferimento della nautica europea, se non mondiale. L’origine della manifestazione risale al 1961, a Milano, con il nome di “Salone internazionale della nautica”. Nasce come una “costola” della Fiera campionaria. Ma la rassegna viene spostata a Genova l’anno successivo, nel 1962, per dar vita al “Salone Nautico”. Quello di Milano cerca di tornare in vita con un tentativo di scarse pretese, qualche anno fa, a distanza di circa mezzo secolo dalla nascita. Dall’anno scorso, si tenta di farlo rivivere lungo i Navigli, con un’esposizione di imbarcazioni fino a 12 metri. Ma torniamo a Genova, dove nel 1962 si trasferisce la rassegna milanese.

Nasce come piccola esposizione
E’ il 27 gennaio 1962 quando la Fiera di Genova apre i battenti del Nautico. E’ una piccola esposizione che si snoda su circa 30 mila metri quadri ed è destinata a un pubblico limitato. Il biglietto d’ingresso costa 250 lire. Sono presenti le massime autorità della nautica e anche alcuni esponenti governativi. Ci sono diversi ambasciatori e non poche delegazioni commerciali, non soltanto europee, ma anche mediorientali. Non mancano nomi importanti dell’industria, da Giovanni Agnelli a Olivetti, a Bruno, a Campanella, il conte Agusta, il lord inglese Guy Neville Montague, l’architetto navale Fox, Onesti, l’ammiraglio Uffa Fox, l’ammiraglio Baslini e gli armatori Fassio e Grimaldi. Gli espositori sono 585, di cui il 60% italiani e il 40% stranieri, provenienti da 16 nazioni. I visitatori sono 300 mila: di questi un terzo provenienti dal resto dell’Italia e dall’estero.

Nel 1964 entra nellI.F.B.S.O.
Già nel 1964, nonostante il periodo difficile che la Fiera attraversa per le vicende economico-finanziarie e per il momento non facile che vive l’industria nautica nazionale, il Salone si assesta e diviene membro dell’I.F.B.S.O., l’organizzazione internazionale dei saloni nautici, nata lo stesso anno. Le edizioni seguenti registrano una presenza costante di ministri. E’ il periodo in cui si cominciano a dibattere i problemi della nautica, con nascono tavole rotonde, convegni tecnici sulla vela, la motonautica, lo sci, la pesca e si parla di missioni economiche. All’inizio degli Anni Settanta, la rassegna è già un punto essenziale di riferimento della nautica. Nel 1970, vi sono 250 giornalisti, di cui una cinquantina stranieri, e le barche esposte sono 1.200.

Dal 1966 c’è anche l’Ucina
Nel 1966, entra nell’organizzazione l’Ucina, l’associazione che raggruppa i cantieri nautici. Gli anni che seguono mettono in luce sempre più la rassegna genovese in tutti i paesi europei e anche. Il Nautico è già divenuto l’appuntamento importante, quello da non perdere per l’industria nautica. Quell’appuntamento dove non si può mancare. Aumenta il pubblico, che proviene da 39 paesi diversi, aumentano gli espositori e le nazioni da cui provengono. Le barche esposte sono sempre in numero maggiore. Anche la stampa, sia italiana che straniera, dedica maggiori informazioni e tenta di far capire l’importanza dell’industria nautica. Nel 1978, le imbarcazioni esposte sono 1.600. Quell’anno, a Genova, viene presentato il Salone di Dusseldorf, la cui importanza si farà sentire, fino a diventare una presenza interessante, sempre, però, dopo quella di Genova. Anche le aree per l’esposizione, interne e esterne, della Fiera si ampliano di anno in anno fino ad avere spazi in acqua, che, negli ultimi anni, sono diventati tra gli elementi importanti e caratterizzanti dell’esposizione.

Uno sviluppo inarrestabile
Nel 1980, al ventennale, il Salone ospita ormai i personaggi importanti del mondo industriale e governativo. Durante un convegno dell’Ucina, il ministro per il Turismo dichiara la necessità di dare incentivi pubblici per la costruzione e l’ammodernamento dei porticcioli. Gli anni che seguono sono una vera e propria escalation nell’importanza del Nautico. Nel 1985, la rassegna viene visitata da 8 milioni di persone. Ormai, non è più solo una mostra di barche; ci sono sfilate di moda al Molo Vecchio, gare di off-shoore e altro ancora. Lo stesso anno, c’è persino un gemellaggio con la Boote di Dusseldorf.

Nel 1986, la visita di Cossiga
L’anno successivo, viene visitato dal Presidente della Repubblica, Cossiga. Gli Anni Novanta sono la testimonianza di un’inarrestabile evoluzione del Salone e la conferma migliore dell’importanza per la nautica. L’industria della nautica è da anni un importante settore dell’economia nazionale. E, così, vi partecipano tutti. Non più solo cantieri nautici, ma istituzioni e organizzazioni, anche internazionali, che hanno il comune obiettivo del mare. Anche il Terzo Millennio, nonostante le crisi economico-finanziarie che si susseguono, è una conferma dell’esclusività della rassegna genovese. I nomi di Genova, della Fiera e del Nautico sembrano identificarsi. La rassegna, anche se in una fase di stallo, è parte integrante dell’economia e il suo sviluppo incide direttamente su quello dell’intera Nazione.

Il Nautico è unico al mondo
Tutti questi motivi, che hanno portato la rassegna genovese ai livelli attuali, ci fanno dire, senza tema di smentite, che il Salone Nautico internazionale di Genova è unico al mondo.