di Gianluca Luceri
Riprende colore la Milano 'appassita' degli ultimi tempi, il Napoli si è improvvisamente messo a tossire, torna sulla terra la Juve (comunque prima) dopo due pareggi di fila contro avversari non impossibili. Tre foto del campionato cui si aggiunge il poster più bello, quello di un'Atalanta da impazzire: 10 punti in 4 partite, il macigno della penalizzazione cancellato in un mese e primo posto 'virtuale' (senza il -6) in classifica.
Da Benitez a Leonardo, da Gasperini a Ranieri, stesso identico film: l'Inter cambia allenatore e puff, come per magia si riaccende. Paga dazio un bel Bologna capitato, per sua sfortuna, al posto sbagliato nel momento sbagliato. L'Aggiustatore, come viene (non a torto) definito il neo tecnico nerazzurro, in 72 ore rimette la nave morattiana in linea di galleggiamento con poche semplici mosse.
Giocatori rimotivati, rispolverati e riportati nel loro ruolo più congeniale, spazio ad un classico 4-4-2, e riecco l'Inter 'old style'. Pazzini, Milito su rigore e Lucio portano in cascina, in tempi di vacche magrissime, tre punti a dir poco fondamentali. Sia per rimettersi in moto in classifica (è il primo successo in campionato), sia per 'applicare' subito il pragmatico credo di Ranieri: "Per il bel gioco ci sarà tempo, adesso servono vittorie", erano state le sue parole durante la presentazione ufficiale. Detto e fatto.
Applausi comunque ai rossoblù di Bisoli, squadra viva, tosta, capace di raddrizzare il match con un grande secondo tempo (pari su rigore di Diamanti) prima di 'mollare' la presa solo negli ultimi dieci minuti. Con questo spirito, la salvezza non sarà un'impresa.
Riemerge dalle nebbie anche il Milan, che si aggrappa alla 'magia' di Seedorf in avvio per piegare a San Siro un Cesena al quarto ko di fila ma comunque "vivo e non rassegnato", come sostiene il suo mister Giampaolo. Tre punti pesanti, quelli dei rossoneri, perché ottenuti in un momento di enorme (eufemismo) difficoltà dal punto di vista dell'organico. Undici giocatori assenti sono tanti anche per chi vive 'nell'abbondanza' e non si possono regalare a nessuno, nemmeno a un Cesena che non se la passa granchè bene. Così l'1-0 di San Siro sui romagnoli, che può sembrare faticoso e striminzito, è invece un risultato che mette benzina nel motore di Allegri e 'innalza' il morale in vista del rendez-vous da brivido di domenica prossima a Torino contro Andrea Pirlo e la Juve.
Battuto a Verona dal Chievo, stoppato alla grande da un'ottima Fiorentina, 1 punto in 2 partite: la frenata del Napoli è evidente. Lo 0-0 del San Paolo contro i viola, vicinissimi al vantaggio più di una volta, va preso e messo in tasca come un bottino 'positivo'. Poteva ovviamente andare meglio, giocando in casa, ma poteva andare molto ma molto peggio: questa almeno la sensazione più forte guardando lo sviluppo del match. Zitta zitta, con poche fanfare estive al seguito, la Fiorentina è atterrata nei piani alti della classifica sulle ali del (nuovo) tandem Jovetic-Cerci, che continua a fare faville. Mihajlovic sta lavorando bene: la sua squadra potrebbe rivelarsi la vera sorpresa di questa stagione. Con qualche (forse) certezza in meno, il Napoli dovrà invece ritrovare in fretta lo smalto delle prime settimane.
Primo tempo disastroso, reazione rabbiosa (ma non sempre lucida) nella ripresa. Morale: secondo pareggio consecutivo per Antonio Conte, che mantiene la vetta ma non farà certo salti di gioia per l'esibizione del 'Massimino'. Il Catania fa un figurone, specie nei primi 45', spaventa la Signora con Bergessio e gioca comunque a viso aperto fino al fischio finale. Per Montella punto che vale e che fa morale. Da rivedere, soprattutto in difesa, la Juve, che rimonta lo svantaggio con un tiro di Krasic favorito però dalla mega-papera di Andujar. Dopo il pari occasioni a go-go da una parte (Gomez, Suazo) e dall'altra (Vidal, Del Piero), brividi ed emozioni fino al 90' e risultato che, solo per caso, non si schioda più dall'1-1.
Per molti era un match da 'over', ossia con molte reti. Pronostico mai così errato: le reti del Sant'Elia restano infatti immobili, Cagliari e Udinese fanno 0-0 ma la divisione del bottino, in fondo, non dispiace a nessuno. I friulani restano sul tetto del campionato a braccetto della Juve, il Cagliari insegue a un solo punto all'interno del mucchio degli inseguitori (sei). Poco da dire sulla (brutta) sfida in Sardegna, con poche emozioni e rarissime occasioni da gol.
Reti bianche pure all'Olimpico, con Lazio e Palermo che loro malgrado si spartiscono la posta. I biancocelesti ci provano fino alla fine con le fiammate di Klose e Cissè ma non sfondano. I siciliani puntano sul contropiede e nel 1° tempo accarezzano il vantaggio con un ispirato Hernandez. Il giovane tecnico Mangia si 'guadagna' almeno un'altra settimana di stipendio, Reja prosegue nel suo cammino non sempre compreso.
A luglio la davano per spacciata, due mesi dopo è la più incredibile sorpresa della serie A: le storie del calcio mutano in fretta. Giù il capello davanti all'Atalanta di Colantuono: senza i 6 punti di penalizzazione, sarebbe stata da sola al comando. Basta e avanza questo dato per gridare al miracolo. Un inizio di campionato da 'mille e una notte' per gli orobici (10 punti in 4 gare), che si bevono in casa il Novara - 2-1 firmato da Schelotto e Cigarini, accorcia all'89' Porcari complice il portiere Consigli - e danno una spallata definitiva ai cattivi pensieri post-scandalo scommesse. Il futuro, proseguendo su questa strada, si annuncia radioso.
Primo ko per Malesani, fischiato e rimontato al Bentegodi dal Chievo, squadra come al solito dalle 'sette vite'. Non basta al Genoa il quarto squillo del capocannoniere Palacio ad inizio secondo tempo. Capitan Pellissier (74') e il castiga-Napoli Moscardelli in pieno recupero (93') sanciscono il ribaltone. Dopo il prezioso e strameritato punto all'Olimpico, altri grandi sorrisi per il Siena di Sannino: 3-0 nettissimo al Lecce, risultato che vale doppio visto che si trattava di uno scontro diretto. Destro nel primo tempo e una doppietta di Calaiò nella ripresa affondano al ' Franchi' i salentini, portando il club toscano a centro classifica. Per ora, è un bel vedere. Di Francesco deve invece ancora quadrare il cerchio: i giallorossi difettano in equilibrio e personalità.
Risale la Roma di Luis Enrique che nel posticipo serale batte il Parma espugnando il Tardini con la seconda rete consecutiva di Osvaldo. La Roma già nel primo tempo va più volte vicina al vantaggio e centra un palo con un tiro dalla distanza di Totti che Osvaldo non riesce a ribadire in rete. Nella ripresa i capitolini passano al 50’ grazie a un colpo di testa di Osvaldo su cross di Rosi. Finale in chiaroscuro per la Roma che, un po’ stanca, controlla ma non riesce a raddoppiare, tenendo così vive le speranze dei gialloblù. Ma, nonostante, i 5’ di recupero resta lo 0-1 e il primo successo di Luis Enrique da tecnico giallorosso sotto gli occhi felici di Di Benedetto presente in tribuna.