di Emanuela Gialli
“Una scoperta rivoluzionaria”. Con queste parole abbiamo cominciato la nostra breve conversazione telefonica con il professor Antonio Ereditato, scienziato dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, di stanza a Berna, in queste ore assediato dalla stampa di tutto il mondo, per quel risultato che con la prudenza dell’uomo di scienza, serio e puntuale, definisce con tono sommesso “strano e sorprendente”.
“Ha usato le parole sbagliate con la persona sbagliata”, ci ha risposto subito. “Non ha ancora l’autorevolezza della scoperta e dunque non si può parlare di ‘rivoluzione scientifica’”. “Sappiamo che tutte le particelle dotate di una massa viaggiano al massimo alla velocità della luce. Invece i neutrini, inviati dal Cern di Ginevra ai Laboratori del Gran Sasso, che hanno una piccola, piccolissima massa, sono andati oltre”. Infatti, sono risultati più veloci della luce di circa 60 nanosecondi (ndr).
Secondo la teoria di Albert Einstein, per superare la velocità della luce un corpo dovrebbe avere una massa infinitamente grande, in base alla formula E=mc2.
“Abbiamo superato tutte le ‘incertezze sperimentali’ e fatto le verifiche che dovevamo fare. Il risultato è stato questo”, ammette quasi rassegnato il professor Ereditato, che poi aggiunge quasi scusandosi: “Dunque, niente da fare. Siamo stati proprio ‘obbligati’ dalla forza scientifica degli eventi a dire che c’è stato questo risultato”. “Ma per le interpretazioni è ancora presto. Ecco perché –si affretta a precisare- come da prassi, abbiamo organizzato al Cern un seminario nel pomeriggio di oggi, per chiedere aiuto alla comunità scientifica internazionale, affinché il risultato venga più volte provato anche da altri soggetti”. “Le implicazioni serie e complesse di questo risultato lo impongono”.
Ci può almeno accennare quali potrebbero essere queste “implicazioni serie e complesse”?
No, non posso. Per il momento non elaboriamo interpretazioni.
Ha detto che collaborerà anche la comunità scientifica internazionale. Come ha accolto, nel frattempo, questi primi risultati?
Con entusiasmo alcuni, con scetticismo altri. Come sempre, d’altronde, in questi casi. Ma vedremo.
Insisto: le “implicazioni serie e complesse” hanno a che fare con il superamento della categoria convenzionale spazio-tempo?
Non posso dire altro.