La settimana della moda a Milano


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Femminile, mai banale

La collezione di Prada provoca e incanta

di Rita Piccolini

Essere femminili sempre, ma senza bamboleggiare, senza alludere, tanto meno alla sfera sessuale. E’ questo che la maggior parte delle donne desidera ed è questo che propone Miuccia Prada nella sua sfilata. Quindi bando alle banalità ma spazio a una donna moderna, raffinata, colta, ma soprattutto ironica, sicura del proprio gusto, che sappia permettersi di usare bijoux eccessivi, variopinti, ma mai volgari, che abbini soprattutto magistralmente i colori senza scadere mai nello scontato.

Colpisce la collezione di Prada perché è dedicata a una donna che vive intensamente la città, è dinamica, moderna? Forse post moderna, anche se qualcuno ha già decretato la morte del post modernismo a Londra, in un’intera mostra dedicata all’argomento. La donna di Prada incede sicura fluttuando nelle gonne a pieghe o plissé, lunghe o corte, con soprabiti di taglio rigorosamente geometrico, i colori pastello abbinati in modo apparentemente casuale.

Una donna, ironica con se stessa, ma anche con il suo “lui”, perennemente diviso tra donne e motori, con cui gioca indulgente, indossando abiti realizzati con stampe naif di automobili e motori rombanti. Una sbandata per le corse di Indianapolis e un’aria vagamente anni Cinquanta, ma più affaticata, con i capelli a onda un po’ afflosciati. Quindi una donna meno aggressiva e più dolce, perché consapevole. Il riferimento al mondo delle automobili anche nei sandali: una modella in abito da sera indossa una décolleté con tacco “fanale” che sembra essere stato rubato a una Cadillac.

E se il “Il diavolo veste Prada”, come recita il titolo di un film divertente di qualche anno fa, in disparte e silenziosa compare anche Anne Wintour, la onnipotente direttrice di Vogue America.

E a proposito di scarpe… chi ha detto che per la prossima primavera non andranno più i tacchi alti? Sì, ci sono ballerine in giro e sandali comodi, meno zeppe, ma i tacchi vertiginosi reggono. Krizia ne propone addirittura uno di 17 centimetri. Buono sulla passerella, a rischio frattura nella vita. Ma la gamba slanciata dal tacco continua ad affascinare, ma con misura.

Tessuti ultra leggeri e sapori d’antan nella collezione Jo no fui. Sembrano tutte invitate ad un party esclusivo di Hollywood le modelle che scivolano sulla passerella. Lunghi veli, lunghi soprabiti sui pantaloni impalpabili. Tessuti ariosi, stampe caraibiche. Una collezione pensata ispirandosi alla scia di profumo che lasciano alcune donne dietro di sé.

Estrema leggerezza anche per Francesco Scognamiglio che dichiara: “Non ho voluto appesantire le donne, questa è la mia collezione più leggera”. Quindi anche per lo stilista napoletano il gioco seducente del vedo e non vedo, abiti di pizzo e rivoli di rouches.

E che dire della sfilata di Moschino in cui il maschile e il femminile si alternano. Donne con abiti aderenti abbondantemente adornati di rouches, molto spagnoleggianti, e poi donne torero con gilet neri e intarsi di colori, o di oro, e tanto di cappellino da torero in testa. Poi fanciulle di bianco vestite, fasciate in lunghi abiti di pizzo, che si alternano a donne cow boy, tutte in nero, con frange ai pantaloni e cappellone stile Texas. Ei tacchi? Ci sono, e anche le zeppe, altissimi.

Antonio Marras porta in passerella l’eleganza. Nessuna provocazione, ma la donna chic. Le gonne affusolate si allungano fin sotto al ginocchio. I colori sono delicati e tipici della stagione estiva. Sete bianche con fantasie floreali sui toni del grigio, poi il turchese, e il fucsia con il verde. Le linee sono morbide, gli abiti chiari, leggeri e molto femminili. Le décolleté classiche. Domina il bon ton.

Tre colori nella collezione di Luisa Beccaria: il bianco totale, l’azzurro, il rosa, per una donna romantica ma non leziosa. Alcuni modelli si spirano agli anni Cinquanta: di pizzo azzurro, avvitati, con ampie gonne fin sotto al ginocchio. Oppure abiti interamente plissettati per la sera in fucsia. Ma a dominare è certamente il total white, anche per gli accessori. Gli abiti sono in pizzo di lino o in sangallo. E di nuovo la trasgressione.

La donna a cui si ispira la collezione di Iceberg è Valentina di Crepax il cui volto è stampato persino su alcuni abiti e su alcune maglie. Quindi i modelli sono creati per un’eterna bad girl, moderna, dinamica, sfrontata, impertinente. I colori sono il bianco, il nero, il tutto grigio dei fumetti, o mischiati insieme con un tocco di rosso. L’abbigliamento è informale, maglie lunghe, su hot pants, gilet, camicie soprabiti, pantaloni, in un alternarsi di sovrapposizioni.

Bellissime le stampe di Etro per una signora dai gusti più classici e sofisticati. Il grigio si alterna al nero e al bianco con punte corallo e turchese, o azzurro pallido. Minimal, sofisticata e molto “signorina per bene” la collezione proposta da Les Copains.

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