di M. Vittoria De Matteis
mv.dematteis@rai.it
I sondaggi dicono che i giovani italiani sono disinteressati alla politica, eppure in piazza ci vanno: ce n'erano tantissimi, a metà dicembre, nel corteo organizzato dal Popolo Viola contro il governo. Parecchi, domenica 13 febbraio, alle manifestazioni per la dignità della donna. Idem a quello, di marzo, a favore della Costituzione e al sit-in del 10 settembre a Roma.
I sondaggi dicono che i giovani italiani non credono nei partiti. Eppure, se è vero che i ragazzi mostrano disinteresse verso l'offerta politica attuale, le cose cambiano quando il loro impegno è in grado di generare effetti concreti: un atteggiamento dimostrato dal vistoso incremento della cosiddetta "cittadinanza attiva giovanile" (a cominciare dalle organizzazioni di volontariato).
Allora gli under 30 non sono solo ‘bamboccioni’, come disse qualcuno: si impegnano, se hanno la sensazione di poter cambiare veramente qualcosa. Politica non come mezzo efficace per guadagnare soldi, quindi, ma per promuovere la solidarietà sociale facendo confluire benessere verso i ceti disagiati, con l'azione di nuovi partiti che siano nuovamente rappresentativi.
Comunicare è qualcosa che i giovani sanno fare bene. Perché anche se nelle celle dell’Asinara non ci sono più gli operai, “L’isola dei cassintegrati” è l’unico reality ‘reale’ che continua ad andare in scena in Italia: il 24 febbraio 2010 un gruppo di cassintegrati Vinyls di Porto Torres occupava il carcere abbandonato a nord della Sardegna, per la chiusura degli stabilimenti. Non c’era nessuno, però, a riprendere quel reality… Il 25 febbraio Michele Azzu (laureato in comunicazione, musicista, residente a Londra) e Marco Nurra (giornalista praticante al quotidiano El Mundo, residente a Madrid) decidono di aprire il gruppo facebook “L’isola dei cassintegrati”, per dare voce alla protesta dei loro connazionali. Col preciso scopo di dare forma a quel reality atipico, e di far arrivare la notizia alla ribalta dei media nazionali.
“L’isola dei cassintegrati. L’unico reality REALE, purtroppo, – dalle info del gruppo FB – dove nessuno è famoso, ma tutti sono senza lavoro. Trincerati in celle non peggiori delle sbarre che governo, regione ed Eni hanno messo loro davanti. Nessuno yacht, billionaire e soubrette su quest’isola, solo la cruda verità di una politica che non dà risposte, e di una società a controllo statale che persegue i propri scopi aziendali passando sulle vite di migliaia di famiglie. E, non ultimi, un gruppo di operai coraggiosi che lotta per i propri diritti”. Gli iscritti superano i 5mila e i due ragazzi hanno un’idea: il ‘mail bombing’: ogni membro del gruppo Facebook avrebbe dovuto inviare la stessa email a un elenco di indirizzi di posta elettronica, relativi ai maggiori quotidiani e tg nazionali, per far passare la notizia.
Il risultato è immediato: in due settimane le email inviate sono più di 2mila e gli iscritti al gruppo 40mila. Tg3, Rainews, Sky TG24, L’Espresso, La Repubblica, e Il Corriere della Sera, si accorgono del fenomeno in rete e parlano de L’isola dei cassintegrati.
Dal gruppo Facebook nasce quindi il blog, per porsi direttamente come creatori di contenuti. Nasce così un fenomeno mediatico – e di culto – che in poche settimane raggiungerà tutti i media nazionali (giornali, radio, blog) per approdare poi in televisione su “Tetris” di Luca Telese a La7 in cinque puntate, e ben due puntate su “Annozero” di Michele Santoro. Il Fatto Quotidiano contatta Marco e Michele per proporre loro una rubrica giornaliera sulle pagine del giornale.
L’atto conclusivo dell’escalation mediatica de “L’isola dei cassintegrati” è la sconfitta de “L’isola dei famosi” agli ascolti, e la stessa Simona Ventura, in diretta, manda un messaggio all’altra isola. C’è perfino chi dice che il fenomeno de “L’isola dei cassintegrati” abbia cambiato la storia della lotta operaia in Italia. Nel Marzo del 2011, un anno dopo l’apertura dei siti, il Blog entra nella Top20 dei blog di politica italiani. Il progetto di inchiesta realizzato in rete vince il Premio Eretici Digitali - sponsorizzato da Google - nell’ambito del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia.
Tre domande a Marco Nurra, ideatore del blog, in occasione del sit-in a San Giovanni (a Roma) del 10 settembre 2011
Perché siete qui a Roma, oggi?
“Per riunire queste vertenze: chi ha convissuto nelle pagine del nostro blog, ora può incontrarsi, raccontare la propria esperienza di lotta e confrontarsi. Parlo, fra le altre, di Vinyls, Eutelia, Omsa Faenza, Fiat Melfi, ma ci sono anche i precari della scuola”.
Cosa accomuna questi lavoratori?
“Sono tutte persone che hanno vissuto la latitanza del Ministero dello Sviluppo Economico per 8 mesi. Hanno avuto promesse da governo, opposizione e i vari politici che di volta in volta hanno fatto la passerella nelle occupazioni”.
Cosa vi proponete di ottenere?
“Giustizia e visibilità, cercando di trovare punti in comune fra le varie vertenze e non star sempre lì a far la solita lotta fra poveri”.