di Rita Piccolini
Ha preso il via la “fashion week” meneghina. Fino al prossimo 27 settembre vengono presentate le più importanti sfilate di moda degli stilisti italiani e dei grandi brand internazionali. Tra passerelle, presentazioni, eventi, inaugurazioni di nuovi “mega store” la città pulsa di energia e vitalità. Non è raro vedere nelle strade del centro le bellissime mannequin che sfileranno per l’intera settimana e la curiosità aumenta
Non è ancora del tutto finita l’estate e già ci preoccupiamo di conoscere i “must have” della primavera estate 2012. Ma la moda è così, un grande gioco che ammanta di glamour e mondanità un settore trainante della nostra economia. E in un momento come questo è d’obbligo concentrare la massima attenzione sull’ evento. E le polemiche che sempre, ogni anno, alla vigilia dell’appuntamento con la moda aggiungono un pizzico di pepe al già adrenalinica manifestazione? Ancora una volta riguardano il calendario. Ancora una volta a provocarle sono gli americani che pretendono di dettar legge. Ricordate la provocazione di Anne Wintour che pretese di concentrare le sfilate milanesi in soli quattro giorni nell’inverno 2010? Ora a creare la grana è niente meno che la Camera della Moda Usa, annunciando che dal prossimo settembre le sfilate slitteranno di una settimana. E allora? Qual è il problema? Il problema nasce dal fatto che il “fashion system” è strettamente concatenato e far slittare le sfilate americane significa rischiare di oscurare la settimana della moda a Milano. Anche Parigi, le cui le sfilate sono programmate dopo quelle italiane, protesta a gran voce. Didier Grumbach, alla guida della “Chambre” della moda parigina, ha già perentoriamente dichiarato “che non se ne parla di cambiamenti per il 2012”. Quindi se New York slitta e non slitta Parigi, Milano rischia di rimanere stritolata in mezzo. Mario Borselli, presidente della Camera della Moda Italiana ribatte che non saranno accettate decisioni unilaterali e che il problema verrà affrontato in un summit a Parigi il prossimo 5 ottobre. Staremo a vedere, di soluzioni ce ne possono essere molte, a condizione che siano collegiali. Quindi un po’ di nubi si addensano ancora una volta all’orizzonte della capitale della moda italiana. Ma per il momento non possiamo far altro che goderci le sfilate e dare la parola ai nostri grandi stilisti.
Il calendario è ricchissimo. Si parte il 21 tra gli altri con Rocco Barocco, Gucci, Alberta Ferretti, N°21, Francesco Scognamiglio; poi il 22 Fendi, Prada, Krizia, D&G ;il 23 Moschino, Les Copains, Versace, Trussardi; il 24 Bottega Veneta, Emporio Armani, Jil Sander, Frankie Morello, Just Cavalli; il 25 Marni, Dolce &Gabbana, Missoni, Ferragamo, Versus; il 26 Giorgio Armani, Roberto Cavalli, Gianfranco Ferré, per poi chiudere il 27 con Cristiano Burani e Erkan Coruh. Un’agenda molto nutrita che annovera 119 collezioni(quelle inserite nel calendario ufficiale), ripartite in 74 sfilate (di cui una sfilata collettiva e 8 doppie sfilate) per 68 marchi di cui 19 marchi nelle Sale Sfilate Milano Fashion Hub , 55 marchi che sfilano in esterno, 8 sfilate doppie, 41 presentazioni per 39 brand, e per finire 12 presentazioni su appuntamento per 12 marchi.
I numeri sono impressionanti:oltre 2.300 i giornalisti accreditati e circa 15.000 buyer. Intanto in attesa delle sfilate, l’apertura di nuove boutique, come quella inaugurata il 20 settembre da Tronchetti Provera e Naomi Campbell di Pirelli PZero , o il nuovo spazio di Blumarine, e la ristrutturazione di celebri vetrine come quelle di Gucci e Louis Vuitton, rendono le vie del quadrilatero sempre più esclusive e di lusso. E anche questo si spera che serva non solo a esorcizzare, ma a trovare le soluzioni di crescita economica indispensabili per superare la crisi.
Si accendono quindi i riflettori sulle passerelle di Milano e la prima a sfilare è Simonetta Ravizza . Basta uno sguardo per capire che i motivi della collezione si ispirano ai mitici anni Sessanta e Settanta: abitini corti, tunichette abbinate a leggings, pantaloni a zampa d’elefante, giubbetti in pelle e soprabiti a trapezio, il tutto arricchito da dettagli in pelliccia, la cui lavorazione è centrale nella produzione della maison, anche se la collezione è per la prossima primavera-estate. I colori sono caldi e avvolgenti. Dominano i beige, il marrone castagna, ma anche il giallo, il rosso fuoco, il fucsia, oltre a un a sinfonia di verdi bosco. Le fantasie sono etniche e stilizzate.
Forme pulite e volumi rigorosi per Paola Frani, che propone una lady post moderna, rigorosa, che sceglie colori delicati o abbina quelli più intensi al bianco, al beige, all’avorio. Qualche abito è tutto azzurro, o rosso corallo, ma domina la semplicità e il buon gusto. Bluse, pantaloni, giacche, hot pants, abiti da sera: nulla è eccessivo o troppo estremizzato.
La passerella di Roccobarocco si apre con colori assoluti e primari come il giallo, il rosso, il verde. Poi il bianco e il nero. Si passa dal look marino di costumi, camicioni di chiffon, pantaloni in raso e copricostumi a tubini mini, cortissimi pants, gonne di chiffon, sahariane con pietre e decorazioni. La notte, vincono abiti lunghi e corti a balze, bluse di pizzo e pelle scamosciata. C’era molta attesa per questa collezione che era stata completamente rubata soltanto due settimane fa, lasciando nello sconforto gli stilisti che in fretta e furia hanno dovuto rimettere insieme tutti i modelli in pochissimo tempo. L’effetto è comunque bello e armonioso e la donna proposta è elegante, moderna, colta.
Gucci non si smentisce e propone una donna elegantissima e raffinatissima. I superlativi sono d’obbligo. La novità è che ora è un po’ androgina ed è forse questo a renderla ancora più intrigante e chic. Dominano incontrastati il bianco e il nero, variamente distribuiti sui pantaloni lunghi, le giacche corte e le bluse leggere. Qualche concessione al nero abbinato all’oro per gli abiti da sera, corti e stile Charleston, e al colore, verde o arancio, ma sempre stemperato dal nero. Si diceva del look delle modelle: è severo. I capelli raccolti e le scarpe più classiche, con i tacchi ma senza plateau. E anche quando le signore vanno al mare sono molto sofisticate, in costume intero nero con lunghi copricostume leggerissimi e in tinta.
Anche quest’anno le curve di Elena Mirò sfilano a parte, fuori programma. Oro, lurex, laminato, tessuti che sembrano metallici, paillettes, pietre: la donna curvy si ammanta d'oro e si avvolge in un'atmosfera gitana. La palette cromatica si sposta poi verso il rosa, il rosso, il violetto. Non mancano tuttavia il bianco e il nero che è un classico della primavera, e nemmeno le righe orizzontali, che il luogo comune vuole che ingrassino, non è così. Parola di architetti e ovviamente di stilisti.
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