Nuova governance europea


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Ue, in arrivo il ‘six pack’

Sanzioni semiautomatiche per chi non rispetta obiettivi deficit bce_euro_296

L'Europa si prepara ad avere una nuova e rinforzata governance economica comune sui bilanci statali. L'Ecofin informale di venerdì scorso in Polonia ha dato il via libera all'accordo di compromesso tra Consiglio e Parlamento e - se non ci saranno ulteriori ostacoli, fisici o politici - la plenaria della prossima settimana a Strasburgo dovrebbe approvare i testi legislativi.

Per gli stati che non si adegueranno, scatteranno multe pesantissime che, a seconda dei casi, sono nell'ordine dello 0,2% o 0,1% del Pil. Nel caso dell'Italia, la prima cifra sarebbe di circa 30 miliardi di euro.

Insomma, una rivoluzione che dà alla Commissione europea poteri di controllo preventivo sulle politiche di bilancio ma stabilisce anche criteri comuni per le politiche fiscali tanto dei 27 quanto dei 17 paesi dell'Eurozona, introduce meccanismi per la prevenzione e la riduzione degli squilibri, impone alcuni standard comuni per le statistiche. Inoltre la nuova governance, che nel linguaggio comunitario è chiamata 'six pack', introduce la sorveglianza sul debito, imponendo ai paesi che hanno un rapporto debito/Pil superiore al 60% - come l'Italia, il Belgio o la Grecia - l'obbligo di ridurlo ogni anno del 5% (un ventesimo della parte eccedente).

Il 'six pack' è un pacchetto di provvedimenti composto da una direttiva e cinque regolamenti. Essi sono individuati con i nomi degli eurodeputati relatori della Commissione parlamentare che li hanno messi a punto.

Il pacchetto è rimasto in stallo per mesi perché i governi, ed in particolare la Francia, si opponevano al principio della ''automaticità'' delle sanzioni. Stallo che si è sbloccato il 7 settembre scorso, anche sulla spinta della crisi del debito sovrano europeo.

Ecco i punti qualificanti di ogni provvedimento:

- Rapporto Wortmann-Kool (Olanda, Ppe): rafforza la prevenzione sugli squilibri di bilancio, la Commissione può lanciare allarmi nel caso in cui uno stato membro non adotti politiche prudenti. Istituzionalizza il cosiddetto 'semestre europeo'. E' il rapporto sul quale si erano incagliate le trattative. L'accordo raggiunto prevede che, quando la Commissione rileva un motivo di allarme, lanci uno 'warning'. Che viene adottato immediatamente se il Consiglio lo approva a maggioranza qualificata (12 su 17). Se non lo approva, o se anche lo 'ignora' ed il comportamento persiste, dopo un 'cooling period' di un mese la Commissione ripropone un 'final warning' che avvia automaticamente la procedura di sanzione contro uno dei 17 paesi dell'Eurozona. Il Consiglio puo' bloccare la procedura solo a maggioranza semplice contraria (9 su 17). Lo stato coinvolto non ha però diritto di voto.

- Rapporto Vicky Ford (Gran Bretagna, conservatori): riguarda la direttiva che introduce piu' trasparenza e indipendenza per gli istituti nazionali di statistica. Non ci saranno ancora identici criteri di bilancio tra i 27, ma vengono definiti canoni comuni e standard qualitativi che permettono una omogeneità di dati.

- Rapporto Elisa Ferreira (Portogallo, S&D): sul regolamento per la prevenzione degli squilibri macroeconomici tra i 27 paesi Ue. Stabilisce regole e procedure per i controlli. In particolare introduce il concetto di 'simmetria' per cui la Commissione deve valutare non solo i deficit, ma anche i surplus. In pratica, possono essere richiamati non solo Spagna o Grecia, ma anche Germania e Olanda perché hanno consumi interni troppo ridotti.

- Rapporto Diogo Feio (Portogallo, Ppe): sul regolamento che introduce nel Patto di Stabilità e Crescita il controllo sul debito, imponendo agli stati che hanno un rapporto debito/Pil superiore al 60%, la riduzione del 5% annuo per la parte eccedente.

- Rapporto Carl Haglund (Finlandia, Alde): sul regolamento che definisce le sanzioni per gli squilibtri macroeconomici. Si parte da un deposito fruttifero pari allo 0,1% del Pil, che - in caso di mancato rispetto delle raccomandazioni della Commissione da parte del governo nazionale - diventa prima deposito infruttifero poi si trasforma in multa pari allo 0,2% del Pil.

- Rapporto Sylvie Goulard (Francia, Alde): sul regolamento che definisce le sanzioni per la fase correttiva delle politiche di bilancio prevista dai rapporti Wortmann-Kool e Feio. In questo caso si parte da un deposito fruttifero pari allo 0,2% del Pil, che - in caso di mancato adeguamento - si trasforma prima in deposito infruttifero, quindi in multa con incameramento progressivo di 'fette' di tale deposito. Inoltre stabilisce una multa pari allo 0,2% del Pil per le frodi statistiche.