di M.V. De Matteis
(mv.dematteis@rai.it)
Per il suo contributo significativo agli obiettivi strategici di solidarietà e prosperità perseguiti dall’Unione Europea, lo sport è un importante fenomeno sociale ed economico. Ed è proprio in Europa che è nato l’ideale olimpico del suo sviluppo, per promuovere la pace e la comprensione fra nazioni e culture, e l’istruzione dei giovani.
E’ anche fonte di valori importanti come lo spirito di gruppo, la solidarietà, la tolleranza e la correttezza favorendo così la realizzazione personale. Anch’esso però si trova affrontare le nuove sfide emerse nella società europea, come la pressione commerciale, lo sfruttamento dei giovani giocatori, il doping, il razzismo, la violenza, la corruzione e il riciclaggio del denaro.
Lo sport ha l’enorme potenziale di riunire e raggiungere tutti, indipendentemente dall’età o dall’origine sociale. Secondo un sondaggio Eurobarometro, il 60% circa dei cittadini europei partecipa regolarmente ad attività sportive, in modo autonomo o inquadrato in una delle tante società sportive esistenti. Oltre ad avere una funzione ricreativa, lo sport migliora la salute pubblica attraverso l’attività ginnica: la mancanza d’attività fisica aumenta la frequenza dei casi di sovrappeso e obesità e di una serie di disturbi cronici come le malattie cardiovascolari e il diabete, che riducono la qualità della vita, mettono a rischio l’esistenza delle persone e rappresentano un onere per i bilanci sanitari e per l’economia. Gli investimenti e la promozione della formazione dei giovani sportivi di talento nelle condizioni adeguate, rappresentano un elemento fondante di uno sviluppo sostenibile dello sport a tutti i livelli.
Attraverso il suo aspetto ludico-ricreativo, principi come la correttezza, l’osservanza delle regole del gioco, il rispetto degli altri, e la disciplina rafforzano la cittadinanza attiva. Lo sport offre ai ragazzi grandi opportunità di socializzazione e può aiutarli a rimanere lontani dal crimine. Lo sport interessa tutti, indipendentemente da genere, razza, età, disabilità, religione e convinzioni personali, orientamento sessuale e provenienza sociale economica. Tutti i cittadini dovrebbero avere facile accesso allo sport: occorre pertanto tener conto delle esigenze specifiche e della situazione dei gruppi meno rappresentati, nonché del ruolo particolare che può avere anche per le persone con disabilità e quanti provengono da contesti sfavoriti.
La famiglia riveste un ruolo fondamentale nel futuro dei talenti agonistici, come dice Luca Dotto, medaglia d’argento nei ’50 stile’ agli ultimi campionati mondiali di nuoto a Shangai:
Con pochi mezzi economici si possono raggiungere ugualmente i tuoi livelli?
“Certo: prima i livelli economici sono quelli garantiti dalla società sportiva. Dopo la situazione economica migliora notevolmente e ci si può dedicare con tutta tranquillità solo al nuoto e a fare il professionista”.
Che importanza riveste la famiglia nella tua carriera agonistica?
“I genitori devono essere in grado di trasmettere la passione al figlio e non fargli sentire la pressione di un risultato che magari decidono loro e non lui. Devono assecondare il loro figlio come hanno fatto i miei genitori con me, dicendogli: se sei felice continua ad andare avanti e vedrai che le cose andranno meglio. I miei hanno fatto così, la loro priorità era la mia felicità non i risultati e questo modo di fare è stato determinante per me”.
Che consiglio daresti ai giovanissimi talenti?
“Di non mollare mai, non gettare mai la spugna perché il nuoto penso sia uno degli sport più difficili perché serve molta dedizione e sacrificio perché si sa, gli allenamenti sono massacranti e lunghissimi e i tempi che si rubano a famiglia, amici e cose varie purtroppo sono tanti. Son molti, i sacrifici, però se svolto con passione e dedizione questo sport porta grandi risultati”.