La salute prima di tutto. La pensano cosi' 3 italiani su 10 (29%), che superano il 90% se si considera anche la quota (61%) di chi mette lo 'star bene' fra le 3 cose piu' importanti nella vita. In generale, dopo la famiglia la salute e' il valore universale al top per gli abitanti del Belpaese. L'attenzione al benessere e' massima nei 35-54enni (salute primo valore), cresce con l'eta' ed e' maggiore fra le donne.
Le declinazioni del salutismo in salsa italiana sono molte: dai 'puristi' che si fidano solo del medico che li conosce da una vita, agli sperimentatori curiosi anche delle pratiche alternative e new age, fino agli 'olistici' che fanno della cura di se' a 360 gradi una specie di religione. E all'opposto non mancano gli indifferenti, quelli che pensano a star bene soltanto quando stanno male: un buon 27% di italiani, speculare al 29% per cui la salute e' al centro.
Il primo studio dell'Osservatorio Salute Ispo-AstraZeneca ha integrato interviste a un campione di 800 italiani, rappresentativo della popolazione maggiorenne, e i risultati di 2 focus group su un totale 16 adulti 30-45enni, 8 maschi e 8 femmine. Ebbene, emerge innanzitutto che per gli italiani star bene non significa solo non avere malattie. Contano anche l'armonia in famiglia, l'amicizia e l'amore, e sentirsi in pace ciò che si fa. In questo senso, si sente bene l'80% dei connazionali. Sette su 10 pensano positivo e promuovono la loro vita in generale, anche se nel quotidiano gli italiani accusano lo stress e appena 3 su 10 sono soddisfatti della propria situazione economica e del tempo da dedicare a loro stessi.
In generale, la versione 'tricolore' del salutismo non è rigorosa e punitiva, ma vince un atteggiamento di equilibrio e una tendenza a perdonarsi qualche strappo alla regola. Nei rapporti più diretti con la salute e le cure, l'Osservatorio disegna 6 diversi identikit: nella fascia anziana prevalgono gli 'indifferenti' che pensano alla salute solo se si ammalano (27%), e i 'tradizionalisti puri' (30%) che si affidano in toto alle pratiche mediche tradizionali; i giovani sono più spesso catalogabili in 'curiosi' delle tecniche più nuove (16%), o 'new agers' (7%) attratti da tutto ciò che è alternativo; chiudono il ritratto i 'tradizionalisti aperti' (13%), che si curano all'antica ma non sono contrari al nuovo, e gli olistici (7%), pionieri di uno stile di vita sano a tutto tondo, da raggiungere abbinando tradizione e modernità.
Nel complesso, olistici e curiosi 'coprono' quasi un quarto degli italiani e sono i più soddisfatti della propria vita e ottimisti per il futuro. Quanto alle differenze di genere, mentre le donne pensano alla salute in modo più intimista (cercano un contatto profondo con se stesse e i propri bisogni), per gli uomini salute fa rima con dinamismo, prestazione fisica brillante, tonicità, energia. Infine, la cura estetica del corpo: è attento al tema un italiano su 4, con un 10% che sull'altare della bellezza esteriore si confessa disposto a sacrificare la salute.
"E' una ricerca che reputo di grande valore sociale per l'ampiezza del campione coinvolto, gli approfondimenti sulle diverse tematiche che di volta in volta tratteremo e per l'approccio serio, ma innovativo nei contenuti", commenta Renato Mannheimer, presidente dell'Ispo.
"La dinamica all'interno del sistema salute è profondamente cambiata - riflette Braggio - ed proprio partendo dalla consapevolezza di una situazione di estrema complessità abbiamo chiesto a Ispo di indagare sul valore che i cittadini attribuiscono alla salute. Come azienda che ha nel suo Dna la promozione della salute attraverso la ricerca e lo sviluppo di farmaci innovativi - prosegue il numero uno di AstraZeneca in Italia - il nostro obiettivo è offrire un nuovo strumento originale e utile a tutti i nostri interlocutori: i medici che continuano a rappresentare un cardine insostituibile del sistema salute, il mondo della ricerca che è motore di progresso medico ed economico, le Istituzioni che con noi operano in un contesto sempre più sotto pressione, le società scientifiche".
Con tutti loro "abbiamo sempre cercato di interagire in modo positivo e propositivo - aggiunge Braggio - Ora con questo Osservatorio vogliamo aiutarli a intercettare e comprendere meglio i nuovi bisogni del paziente, e prima ancora del cittadino. La presentazione di oggi è il primo atto di un percorso che ci auguriamo lungo: da un lato monitoreremo periodicamente l'Indice di attenzione alla salute, dall'altro approfondiremo una serie di aspetti in nuovi incontri, di cui il primo speriamo già entro fine anno". Fra i temi in agenda la salute come fenomeno di integrazione (dedicato alla popolazione migrante), i giovani e la cultura della salute (con un approfondimento sui nuovi media), lo sport come strumento di prevenzione, e la donna come ambasciatrice e 'moltiplicatrice' di salute.