Per rispetto delle vittime, niente discorsi ufficiali, ma solo poesie. E' la regola che devono seguire il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il suo predecessore George W. Bush.
Un ristretto gruppo di politici sarà alla cerimonia di Ground Zero per il decennale dell'11 settembre. Lo ha deciso il sindaco di New York City, Michael Bloomberg. Presenti anche gli ex governatori dello Stato di New York, Mario Cuomo e George Pataki, quest'ultimo in carica all'epoca assieme all'ex sindaco Rudolph Giuliani.
I veri protagonisti della giornata sono i parenti e gli amici delle vittime. La cerimonia segna ogni passo dell'11 settembre: dall'impatto degli aerei ai crolli, meno di due ore dopo. Il rito si svolge nella strada costruita accanto all'enorme cantiere di Ground Zero.
E' l'occasione per rendere omaggio alle vittime dell'11/9. Per la prima volta in 10 anni vengono letti i nomi di chi è morto al Pentagono e in Pennsylvania. Ricordati anche i morti dell'attentato al WTC nel 1993. 2.983 nomi in tutto.
“Tutto questo non può assumere un valore politico, per cui niente discorsi”, ha detto Bloomberg, “perché non credo siano appropriati in un momento così”.
A New York si respira nell’aria il ricordo di quella giornata e la voglia di celebrare il primo anniversario con Osama Bin Laden morto. C’è il bisogno di ricordare, non per rivivere il dolore, ma per riportare in vita chi non c’è più. La voglia di andare avanti fa parte della cultura degli Stati Uniti. In mostra anche i più piccoli frammenti, anche loro fanno parte della grande metropoli, ridotti in fiamme, in polvere, in un apparente inutile nulla.
'New York Remembers' (New York ricorda) è un'esposizione di oltre 2mila oggetti e reperti dell'11 settembre. Dai camion schiacciati dei pompieri alle travi d'acciaio contorte e bruciate delle Torri Gemelle, e anche 49 pezzi dei due aerei dirottati dai terroristi lanciati contro le Torri.
Alcuni pezzi sono esposti per la prima volta per ricordare il decennale. Le mostre sono allestite in 30 luoghi pubblici fino alla fine di settembre. Mostre permanenti al National September 11 Memorial e al museo a Ground Zero. La 'Memorial Plaza', con enormi fontana e una foresta di 400 alberi, può ospitare 1500 persone alla volta. Freedom Tower, simbolo della rinascita
Da Ground Zero spunta la vita e la speranza
One World Trade Center, o meglio conosciuta come Freedom Tower, ha resistito all'uragano Irene, mai forte quanto il potente attentato di dieci anni fa. Il grattacielo che sta sorgendo sulle ce- neri del World Trade Center sarà il più alto d'America: 540 metri, 1776 piedi, i numeri della data della dichiarazione d'indipendenza.
Numerose le polemiche sui progetti di ricostruzione: dalle opinioni contrarie all'enorme altare in memoria della catastrofe, alle lotte tra architetti che si sono contesi il progetto più importante e ambizioso del secolo, realizzato alla fine da David Childs. Sarà completato nel 2013.
Dalla terra che conserva dentro di sé l'orrore dell'11 settembre nascerà nuova vita. A firmare il progetto dell'intera area Daniel Libeskind, architetto del Museo ebraico di Berlino, nato in Polonia da una famiglia sopravvissuta all'Olocausto, arrivato a New York in nave da ragazzo.
Cinque le Torri in tutto. Tower 2 con 79 piani verrà finita nel 2013. Towers 3 e 4 saranno concluse nel 2014, progettate da Richard Rogers e Fumikiho Maki. Il 'masterplan' prevede anche un Centro d'Arte e Performance, disegnato da Frank Gehry e una stazione dei treni avveniristica.
(McdM)