Sono sempre di più i visitatori


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Alla scoperta delle fattorie didattiche

Un modo per soddisfare il bisogno di agricoltura fattoria_didattica_296

di M.Vittoria De Matteis
mv.dematteis@rai.it


Risposta pratica, gradevole e culturalmente alta all’esigenza di ritrovare le proprie radici, le fattorie didattiche attirano sempre più visitatori. Utilizzano il gioco per comunicare il mondo rurale e far avvicinare in maniera semplice e senza barriere i più piccoli verso saperi e sapori della nostra terra.

Comunicano un bisogno della società moderna, quello di riscoprirsi, di reinventarsi nel piacere della convivialità, nei valori di umanità e solidarietà. E in autunno inoltrato, dall’11 al 13 novembre ad Arezzo, nell’ambito della X edizione di AgrieTour - Salone nazionale dell’ agriturismo, un' intera area sarà dedicata a questo.

Agrietour bimbi è il primo evento nazionale dedicato esclusivamente al settore delle fattorie didattiche che appare sempre più importante per i chiari risvolti educativi e sociali, ma anche per i vantaggi economici che possono derivare alle aziende in un periodo di contrazione dei consumi.

Oltre all’evento fieristico vero e proprio, si svolgerà un workshop tra domanda e offerta, opportunità -per le aziende che parteciperanno ad Agrietour bimbi- di incontrare Agenzie di Viaggio e Tour Operator specializzati, l’Associazione Nazionale Prèsidi e le associazioni del mondo della scuola, oltre che giornalisti e comunicatori di settore.

E con la formula di vetrina ‘attiva’, riflettori puntati sulle aziende impegnate nel proporre le proprie migliori attività laboratoriali alle numerose scolaresche e famiglie in visita alla fiera. La storia delle fattorie didattiche incomincia all’inizio del XX sec. Ad ispirare il fenomeno è un movimento giovanile nato nel 1914 negli Usa che esiste ancora e si chiama ‘4H’ (head, healt, heart, hand). Il movimento promuove lo sviluppo armonico dell’individuo moderno secondo un modello che si riassume nello slogan: ‘learn to do by doing’ (imparare facendo).

Le prime fattorie dove si insegna la vita della campagna a chi vive in città si diffondono soprattutto nei paesi scandinavi. Raggiunge, verso gli anni ’70, i paesi europei del bacino mediterraneo. Dopo la seconda guerra mondiale la Germania entra in una fase di rapida urbanizzazione, e il governo istituisce dei luoghi d’incontro affinchè i giovani cittadini possano conoscere direttamente le realtà delle fattorie.

Il fenomeno si diffonde nei Paesi Bassi e in Gran Bretagna dove, all’intento pedagogico, i britannici uniscono quello dei recupero dei siti abbandonati e l’invenzione dei ‘giardini familiari’. In Italia, un’ associazione senza fini di lucro composta da agronomi e zootecnici porta, negli anni ’60, il progetto anche in Italia. Lo scopo è sempre quello di diffondere una nuova cultura alimentare nelle scuole.

La Carta della Qualità della regione Emilia Romagna è il I° documento in Italia che evidenzia i requisiti da soddisfare per garantire un’accoglienza qualificata. Negli anni ’90 nasce la federazione Europea delle City Farms. Oggi, ne risultano attive circa 2000.