Da Jalil a Shalgam


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I leader del dopo-Gheddafi

Volti noti e meno noti del CNT

La battaglia dei ribelli libici contro Muammar Gheddafi non è finita. Il colonnello, di cui non si hanno tracce, resiste. Non pochi rischi si prospettano all'orizzonte per i rivoltosi, che a Tripoli ancora esultano all'indomani della presa di Bab al-Aziziya.

Tra volti noti e meno noti sono gli uomini del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) di Bengasi i nuovi interlocutori della comunità internazionale.

Mustafa Mohammed ABDUL JALIL. Presidente del Cnt, è stato fino a febbraio uno scomodo ministro della Giustizia per l'amministrazione di Gheddafi con le sue ripetute critiche sul mancato rispetto dei diritti umani in Libia. E' stato lo stesso Abul Jalil a rivelare le responsabilità di Tripoli nel contagio di oltre 400 bambini con il virus dell'Aids, per cui furono processate in Libia, condannate a morte e poi liberate, alcune infermiere bulgare.

Non solo: a fine febbraio ha rivelato di avere le prove che Gheddafi sia dietro alla strage di Lockerbie del 1988, in cui morirono 270 persone. Abul Jalil è stato il primo componente della Commissione generale del Popolo libico, il governo, a lasciare in segno di protesta contro ''l'eccessivo uso della violenza ai danni di manifestanti disarmati'' da parte delle truppe del colonnello.

Subito dopo l'inizio della mobilitazione contro Gheddafi, il 17 febbraio, era stato inviato a Bengasi dal colonnello. Dopo aver assistito all'uccisione e all'arresto di manifestanti pacifici, ha deciso di dimettersi dall'incarico di ministro e ha assunto la guida del Cnt, battendosi sin da subito per ottenere l'appoggio della comunità internazionale. “Vogliamo un governo democratico - aveva detto all'epoca - una Costituzione giusta e non vogliamo più l'isolamento dal resto del mondo”. E due giorni fa ha annunciato da Bengasi: “l’era di Muammar Gheddafi è finita”.

Nato nel 1952 nella città orientale di Bayda, uno degli epicentri della rivolta contro Gheddafi, Abdul Jalil ha studiato Legge e sharia all'Università della Libia. Giudice dal 1978, nel 2002 Abdul Jalil è stato nominato presidente della Corte d'Appello e poi ministro della Giustizia dal 2007. Il Wall Street Journal ricorda che da giudice Abdul Jalil era solito intervenire contro gli interessi del governo.

Impegnato per la riforma del codice penale libico, nel 2010 ha sfidato pubblicamente Gheddafi annunciando l'intenzione di dimettersi per “l'incapacità' di superare le difficoltà del settore della giustizia”.

Le sue dimissioni vennero però respinte. Adesso, alla guida del Cnt, Abdul Jalil dovrà fare i conti con non poche sfide. Due giorni fa ha avvertito i libici che il futuro ''non sarà rose e fiori''. I problemi potrebbero arrivare, tra l'altro, dall'interno. All'inizio del mese è stato Abdul Jalil a sciogliere il suo governo dopo la ancora misteriosa uccisione di Abdel Fattas Yunes, comandante militare dei ribelli ed ex fedelissimo di Gheddafi. L'omicidio di Yunes - qualcuno sospetta che dietro vi siano islamisti radicali - ha riportato alla luce le divisioni tribali e le rivalita' all'interno del gruppo dirigente dei ribelli e secondo alcuni osservatori il rischio del dopo-Gheddafi è proprio quello di scontri etnici.

Mahmoud JIBRIL. Responsabile degli Esteri e capo del 'governo' del Cnt, è considerato il volto internazionale del Consiglio. Il Boston Globe lo ha descritto come ''una delle armi più potenti dell'opposizione''. Prima di voltare le spalle a Gheddafi, Jibril guidava il Consiglio nazionale per lo sviluppo economico e il Consiglio per la pianificazione nazionale di Tripoli.

Classe 1952, come Jalil, ha studiato al Cairo e poi a Pittsburgh, ha insegnato Pianificazione strategica a Bengasi e si è dedicato alla scrittura: ha pubblicato una decina di libri, anche sulla politica estera americana.

Negli ultimi mesi ha incontrato, tra gli altri, il presidente francese Nicolas Sarkozy (che ha inciontrato anche ieri) e il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, oltre al ministro degli Esteri Franco Frattini. E oggi a Milano ha avuto un incontro con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

Jibril condivide l'incarico di responsabile delle relazioni estere del Cnt con Ali AL-ISAWI, ex ambasciatore di Tripoli in India. Nato nel 1966, Al-Isawi è tra i più giovani esponenti del Cnt, ma ha già guidato il ministero dell'Economia (2007-2009).

Abdel-Rahman SHALGAM è stato nominato il 5 marzo rappresentante del Cnt presso le Nazioni Unite. Ex ministro degli Esteri (2000-2009) e amico d'infanzia di Gheddafi, Shalgam si è dimesso dopo lo scoppio della rivolta contro il colonnello dall'incarico di ambasciatore di Tripoli all'Onu (che ricopriva da due anni) in segno di protesta contro la repressione condotta dal regime nei confronti dei manifestanti.

Abdul Salam JALLUD. Amico d'infanzia di Gheddafi e suo ex braccio destro, ha abbandonato il colonnello solo sabato scorso. Non e' entrato a far parte del Cnt, ma potrebbe giocare un ruolo nel dopo-Gheddafi. Numero due del regime per 20 anni, Jalloud, infatti, fu a fianco del colonnello nel colpo di Stato che portò quest'ultimo al potere nel 1969. Da tempo l'ex primo ministro libico era di fatto agli arresti domiciliari in una villa di Tripoli perché sospettato di complicita' in un tentativo di colpo di Stato nell'ottobre del 1993. Durante gli anni al fianco di Gheddafi, Jallud ha tenuto i contatti con le potenze occidentali ed e' stato responsabile del ministero del petrolio.

Ahmed al-Zubair Ahmed AL-SENUSSI, 77enne discendente di re Idris al-Senussi, si occupa delle questioni dei prigionieri politici. E' stato accusato dal regime di Tripoli di aver ordito un colpo di Stato contro Gheddafi nel 1970 e ha trascorso 31 anni in carcere, molti dei quali in isolamento.

Fathi Mohammed BAJA, ha contribuito alla stesura di un manifesto della rivoluzione, con i principi unita' e democrazia, e per il Cnt si occupa delle questioni politiche. In un'intervista al Time, il 58enne Baja si è detto convinto che la prossima generazione libica vivrà nella vera democrazia. Con una formazione negli Usa alle spalle e un Phd in Scienze politiche conseguito in Marocco, Baja ha insegnato all'Universita' di Bengasi ed è stato componente dell'amministrazione locale. In passato è stato accusato dal regime di scrivere articoli critici nei confronti del governo.

Fathi Tirbil SALWA, giovane avvocato e attivista, si occupa delle politiche giovanili. Ha avuto un ruolo di primo piano nell'organizzazione di una protesta il 15 febbraio scorso a Bengasi di parenti di prigionieri del carcere di Abu Salim massacrati dalle forze di sicurezza nel 1996. Tirbil e' stato subito arrestato, ma due giorni dopo e' iniziata la rivolta contro Gheddafi.

L'avvocato Salwa AL-DIGHAILI è responsabile delle politiche femminili e degli affari legali del Cnt. Proveniente da un'importante famiglia della Libia orientale, suo zio e' stato arrestato per aver svolto attivita' di opposizione a Bengasi. Impegnata da tempo per riforme legali e nella lotta al corruzione.

Omar AL-HARIRI, 67 anni, gestisce le questioni militari del Consiglio. E' uno degli uomini con cui Gheddafi ha eseguito il colpo di Stato che lo ha portato al potere nel 1969. Membro della tribù di Farjan, della Libia occidentale e con una forte presenza nella zona di Sirte (città natale del colonnello), nel 1975 lavorò a un golpe per rovesciare Gheddafi, ma venne scoperto, fini' in prigione e fu condannato a morte.

A sorpresa, nel 1990, la sua condanna venne ridotta agli arresti domiciliari, che ha scontato a Tobruk, nell'est della Libia, fino allo scoppio della rivolta. Per il suo passato e' considerato dagli insorti un vero eroe.