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Tipi di caldo
a cura di Aeronautica Militare
E' luglio e ha fatto caldo, molto cal-
do. Tutta l'Europa mediterranea, dalla
Spagna al Bosforo,con punte di 38-40°C,
sotto l'influenza di una massa d'aria
in arrivo da sud che ha tutte le carat-
teristiche dell'onda di calore. Ma è
caldo afoso o torrido? Differenza non
banale, che trova la sua spiegazione
nel tasso di umidità che, per fortuna,
è stato abbastanza basso, salvo aumen-
tare un po' negli ultimi giorni di que-
sta settimana.
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Tipi di caldo
a cura di Aeronautica Militare
E' stato un caldo quindi torrido, fa-
stidioso, ma decisamente più sopporta-
bile di quanto non sarebbe stato se
l'umidità fosse stata più alta.
Quindi niente afa, perché è mancato il
contributo dei venti da sud che avreb-
bero portato l'umidità marina nell'en-
troterra. Tutto questo declinato al
passato? Sì, perché la circolazione
atmosferica sta cambiando in modo so-
stanziale.
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Tipi di caldo
a cura di Aeronautica Militare
L'alta pressione va a isolarsi sulla
Scandinavia, l'anticiclone delle Azzor-
re si affaccia sulle coste europee e,
dopo il passaggio di una breve pertur-
bazione, avremo nuovamente il sole, ma
con aria più fresca, molto più mediter-
ranea. Archiviamo quindi questa onda di
calore senza aver battuto record una
volta tanto, per tornare a condizioni
che rientrano perfettamente nella norma
del periodo,sia per le temperature, sia
per i temporali pomeridiani che rinfre-
scheranno ulteriormente le giornate in
montagna. Ci voleva.
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Tipi di caldo
commento a cura di Guido Barlozzetti
Dell'afa alcuni dizionari dicono che
sia una voce onomatopeica. In ogni ca-
so, compare già nella prima edizione
del Vocabolario degli Accademici della
Crusca, ricondotta al termine affanno:
"E da questa afa, che è un certo affan-
no, che, per gravezza d'aria, e sover-
chio caldo, pare che rende difficile la
respirazione". Già nella successiva
edizione, del 1623, non c'è più questo
collegamento e la parola è diventata
autonoma.
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Tipi di caldo
commento a cura di Guido Barlozzetti
Si cita il Pataffio di Franco Sacchet-
ti: "Tu mi dai afa, deh levati quinci".
Se gli Accademici la legavano a affan-
no, l'origine di afa resta tuttavia
incerta. Quella più probabile è che
derivi da una forma del latino volgare
volgare - hapha - che a sua volta ri-
manda al greco haphé/accensione, da
hapto/accendere. Accanto alla forma
italiana, si trova la variante affa
diffusa nella Lunigiana e lungo l'Ap-
pennino.
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