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   LA VITA ACCANTO, storia di veleni e  
   speranze familiari                   
 E' una Vicenza a cavallo tra gli anni  
 '80 e il nuovo millennio quella che fa 
 da sfondo a "La vita accanto", l'ultimo
 film di Marco Tullio Giordana, ispirato
 all'omonimo romanzo di Mariapia Vele-  
 diano, presentato in anteprima questo  
 anno al Locarno Film Festival e attual-
 mente nelle sale.                      

 Agis: Com'è nata l'idea di questo film?
 Giordana: Da una sceneggiatura che ave-
 vano da tempo scritto Marco Bellocchio 
 e Gloria Malatesta. A me è piaciuta su-
 bito ma volevo dargli una mia impronta 
 e così alcune parti sono cambiate.     

             a cura di AGIS             
   Cinema 545     Film in Sala 547>551  


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   LA VITA ACCANTO, storia di veleni e  
   speranze familiari                   
 Agis: Com'è stato l'incontro sul set?  
 Sonia Bergamasco: Non drammatico come  
 nel film. Io non avevo lavorato mai con
 Valentina e neanche con Paolo. Abbiamo 
 fatto subito famiglia.                 
 Valentina Bellè: Devo ammettere che mi 
 sono innamorata di loro due perdutamen-
 te. Quando ero sul set pensavo: "sono  
 proprio qui, con loro!".               
 Agis: Cosa vi ha colpito di più di Vi- 
 cenza?                                 
 Paolo Pierobon: E' una città in cui si 
 sente ovunque l'arte del Palladio. Il  
 teatro, dove abbiamo girato la scena   
 del concerto di Sonia, e' meraviglioso.
 e poi, si mangia molto bene!           
             a cura di AGIS             
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   speranze familiari                   
 Agis: Cosa rappresenta per voi e per il
 vostro personaggio la musica?          
 Bergamasco: Nel film la musica è una   
 presenza costante, una meraviglia che  
 per Maria diventa insopportabile. Per  
 me è una forma d'espressione che ho    
 studiato e a cui sono molto legata.    
 Beatrice Barison: Sono una pianista, ma
 non avevo mai recitato. Come Rebecca,  
 io sono cresciuta con la musica, per   
 questo ho sentito da subito un legame  
 molto forte con il mio personaggio. Ri-
 spetto a lei, io ho scoperto il piano- 
 forte più tardi, a otto anni. Da allora
 non l'ho più abbandonato.              

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