La nota politica


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Da Berlusconi toni da opposizione

Sabato il consiglio nazionale del PdL

di Rodolfo Ruocco

Strigliate” per tutti. Silvio Berlusconi ha alzato i toni verso il governo Letta, l’alleato Pd, le “colombe” del PdL guidate da Alfano. Ora gli occhi di tutti sono puntati su tre nodi: 1) la manovra economica dell’esecutivo all’esame del Senato; 2) il consiglio nazionale del PdL fissato per sabato prossimo; 3) il voto del 27 novembre sulla decadenza del leader del centrodestra da senatore (dopo la sentenza della Cassazione che l’ha condannato per frode fiscale).

Il Cavaliere per adesso non rompe, ma usa parole durissime. Ha accusato il Pd: “Come può pretendere” che continui la collaborazione se “compie un omicidio politico” votando per la sua decadenza. Ha avvertito le “colombe” del PdL: se “contraddicono i nostri elettori” rischiano di essere politicamente cancellati come Fini. Ha ammonito Letta: la legge di Stabilità “va cambiata profondamente” soprattutto su tasse e imposte sulla casa.

Rischia la rottura il ministero di larghe intese e il PdL strattonato da “falchi” e “colombe”. Angelino Alfano difende Berlusconi “vittima di una grave ingiustizia giudiziaria”, ma sostiene la necessità di non affondare l’esecutivo di Pd, PdL, Scelta Civica.

La divaricazione nel PdL è forte. Si susseguono i tentativi di mediazioni per ricomporre l’unità ed evitare il “divorzio”, si corre il rischio di una scissione. Sabato prossimo, quando si riunirà il consiglio nazionale convocato da Berlusconi sulla rinascita di Forza Italia dalle ceneri del PdL, potrebbe arrivare lo “strappo”.

Enrico Letta difende il governo. Il presidente del Consiglio ha invitato il Cavaliere a scongiurare “un cupio dissolvi che non porta da nessuna parte” e “non cambia niente neanche per il PdL”. Ha ripetuto: la sorte dell’esecutivo e le traversie giudiziarie del leader del centrodestra “vanno separate”. Letta si è detto “veramente tranquillo, sereno e fiducioso” sull’approvazione della legge di Stabilità che “può essere migliorata al Senato”. Vuole andare avanti fino al 2014, realizzando le riforme economiche ed istituzionali, per essere giudicato “al termine del percorso”. Quando il 2 ottobre ottenne la fiducia bis alle Camere, indicò la nascita di una maggioranza politica (Pd, Scelta Civica, dissidenti PdL) e una numerica (comprendente anche Berlusconi). Il governo, precisò, poteva andare avanti con una maggioranza anche senza il Cavaliere.

Berlusconi per ora non “stacca la spina”, potrebbe aspettare che sia Matteo Renzi, ostile alle larghe intese, nuovo potenziale segretario del Pd, a provocare una crisi di governo. Il Cavaliere, comunque, ha cominciato ad usare toni da opposizione.

Pochi anni prima di morire Gianni Agnelli parlò delle sue esperienze militari nella Seconda guerra mondiale. Il presidente della Fiat ricordò: “Sono stato in Russia nel primo inverno, ma non in linea di combattimento”. Berlusconi sta combattendo una guerra politica ed è in prima linea.