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Una super Lazio travolge il Chievo 3-0

Il Cagliari ferma la Fiorentina (1-1). Udinese 1-1 in rimonta col Bologna. Al Genoa (3-0) il derby della Lanterna candreva_lazio_296

di Gianluca Luceri

Erano in cinque, lassù in vetta, prima della sosta azzurra e i due turni già strappati sul calendario. La terza giornata di serie A è invece un turbine che 'sgrana' drasticamente la vetta del campionato. Primo e beato, a punteggio pieno con il suo 'tre su tre', resta il sempre più ambizioso Napoli di Rafa Benitez.
Complice il pari di sabato tra Inter e Juve in un derby d'Italia tutt'altro che emozionante (eccezion fatta per il pirotecnico quarto d'ora finale), e attendendo il 'monday night' del Tardini fra il Parma e la Roma di Garcia (unica squadra, a questo punto, che in caso di vittoria potrebbe agganciare in testa i partenopei), doveva e poteva essere la domenica della Fiorentina di Montella, altra formazione reduce da un doppio squillo iniziale.

E invece al Franchi, il Cagliari di Lopez non si piega nè si spezza, portandosi via un punto strameritato (1-1), di quelli che si definiscono 'pesanti'. I viola, con Mario Gomez e Pepito Rossi al posto di Jovetic e Ljajic, rispetto alla passata stagione hanno perso in sfrontatezza: il gioco è decisamente meno fluido e avvolgente, se poi perdi per strada sia Cuadrado (lussazione clavicola sinistra) che l'ex centravanti del Bayern (distorsione al ginocchio destro dopo uno scontro con Agazzi), le cose si complicano maledettamente.

Come appunto successo contro i sardi, tosti, ordinati, e che costruiscono con Astori (testa ravvicinata incredibilmente fuori su angolo di Cossu) l'unica vera palla-gol di un primo tempo di calma quasi piatta. La ripresa si apre con un'insidiosa punizione di Rossi ma anche con la seconda occasionissima per il Cagliari, un destro al volo di Nainggolan fuori di un soffio. Non è fortunata la Fiorentina al 69' quando, sul tiro-cross di Pasqual deviato da Rossettini, il pallone si stampa sulla traversa. Poi i gol. Lancio di Ambrosini, sponda aerea di Rossi aiutato da una deviazione, capocciata vincente di Borja Valero (71') che anticipa Agazzi in uscita.

I padroni di casa provano ad addormentare il match ma il tentativo sfuma all'89': Ibarbo se ne va sulla destra, mette dentro per Pinilla che sovrasta Roncaglia e fa centro. Nel recupero, il giallo del (più che dubbio) contatto Murru-Rossi che De Marco non considera rigore. Gli animi si scaldano, il neo entrato Pizarro esagera con le proteste e viene espulso. Al triplice fischio, perde il tradizionale self-control anche Montella che si avventa furioso sul direttore di gara ed è probabile che si becchi pure lui una squalifica. Finale incandescente a parte, il risultato non fa una piega. Tirando le somme - pari casalingo, aggancio mancato al Napoli e infortuni a due pedine così importanti - più che viola, è stata una domenica nera. Non perde tempo la Lazio con il Chievo: all'Olimpico, pratica chiusa in appena 45 minuti.

I biancocelesti, con impressionante cinismo e malgrado siano gli ospiti a fare il match (9-0 gli angoli a fine 1° tempo!), bussano tre volte nella porta gialloblù. Con Candreva, aiutato nella conclusione vincente da un tocco di Cesar (8'); con il bellissimo tap-in di Cavanda su cross di Ledesma, complice anche l'uscita a vuoto di Puggioni (38'); infine con la percussione e l'imparabile piatto sinistro di Lulic (41'). In mezzo ad un simile uragano la squadra di Sannino prova comunque a rialzarsi, spaventando Marchetti al 35': doppia nitida occasione (senza fortuna) firmata Paloschi-Thereau. Ripresa. Lazio vicinissima al poker con Candreva: morbido pallonetto che 'muore' sull'incrocio dei pali.

Una leggerezza di Marchetti (presa mancata) anticipa il destro incrociato di Lulic sul quale si allunga Puggioni che, pochi minuti dopo, evita il peggio anche su Klose e Onazi. Il n.1 di Petkovic si 'riscatta' comunque al 72' e all'84' fermando da campione prima Estigarribia e poi Paloschi. La gara a questo punto si spegne. Con 6 punti in classifica, una Lazio più serena si prepara adesso alla 'partita madre', ossia il derby di domenica prossima contro la Roma.

A braccetto dei biancocelesti la squadra che non t'aspetti, il neopromosso Livorno di Nicola, che dopo l'inizio disastroso confeziona a sorpresa due vittorie consecutive: prima l'1-4 in casa Sassuolo, adesso il 2-0 del 'Picchi' al malmesso Catania, il cui tecnico Maran rischia di essere già al capolinea della sua avventura. Zero punti in tre partite sono un bilancio che il presidente Pulvirenti, abituato in queste ultime stagioni a ben altri risultati, difficilmente potrà accettare in silenzio.

Sorride invece a trentadue denti il patron amaranto Spinelli, con un Paulinho-bomber che va aumentando di giorno in giorno la sua quotazione (in estate ha 'respinto' gli assalti di molti club importanti). La doppietta del centravanti brasiliano (65', 72'), che colpisce anche un palo, stende nella ripresa gli etnei la cui difesa, in occasione dei gol, sbanda paurosamente (soprattutto Andujar). Ospiti battuti ma certamente non passivi. Bardi, portiere dei labronici, è superlativo in almeno tre occasioni: su Alvarez, Plasil e Barrientos, mentre all'80' solo il legno nega a Bergessio la gioia della segnatura. Nel tabellino, però, c'è anche a fine primo tempo (43') un salvataggio sulla linea di Spolli su conclusione di Emeghara.

Quota 6 in graduatoria anche per l'ottimo Verona di Mandorlini, che al Bentegodi non sbaglia un colpo: due gare, due successi. Senza l'ariete Luca Toni, sostituito al centro dell'attacco da Cacia, sono 'made in Brasil' le reti con cui gli scaligeri affondano il Sassuolo fanalino di coda (2-0): bolide di Martinho al 12', sigillo dell'ex viola Romulo al 93'.

Passivo forse troppo pesante per gli emiliani, che pochi minuti prima del raddoppio gialloblù hanno tre clamorose chances di pareggio con Zaza, Floro Flores e Acerbi. In più, al 46' del primo tempo, è più che sospetto un mani di Moras in area su tiro di Zaza, la cui veemente protesta non viene ascoltata dall'arbitro Irrati che lascia correre. Diamanti (71') e Di Natale (85'), gli uomini d'oro di Bologna e Udinese, mettono il timbro sulla sfida del Friuli, terminata in pareggio.

Equa, per quanto si è visto in campo (poco), la spartizione del bottino. Primo tempo equilibrato ma non indimenticabile, gli unici brividi sono in area felsinea con un grande Curci che compie due prodigi su Di Natale e Muriel. Non è granchè nemmeno la ripresa, impreziosita comunque dalle pennellate dei due calciatori di maggior talento. Soprattutto la rete del vantaggio rossoblù è un assoluto capolavoro balistico di Diamanti, con il fantasista che estrae dal cilindro la specialità della casa: punizione a giro di rara bellezza e potenza.

Messo alle corde, Guidolin inserisce Maicosuel e l'ingresso del brasiliano costringe il Bologna ad arretrare. Quando il ko sembra ormai nell'aria, un assist al bacio di Muriel (districatosi fra tre giocatori) innesca Totò Di Natale che al volo, di destro, non può proprio sbagliare. Per il sempreverde attaccante napoletano è il primo gol stagionale, quello che chiude la contesa con un giusto 1-1.

In serata in derby della Lanterna regala il primo successo in serie A a Liverani. Il Genoa vince 3-0 contro una Samp approssimativa e senza idee. La partita rischia il rinvio a causa della forte pioggia che si abbatte su Marassi fino a un’ora prima del via. Il manto erboso, comunque, tiene. La difesa blucerchiata, invece, no. Dopo appena 9’ Antonini è bravo a girare in porta da centro area un traversone di Biondini e a portare in vantaggio i rossoblù. La reazione doriana è affidata a un paio di punizioni di Eder (fuori misura) e a conclusioni da lontano di Gabbiadini. Gilardino lotta contro tutta la difesa e crea spazi. A inizio ripresa (50’), proprio il nazionale innesca Vrsaljko con un’apertura geniale e il croato mette al centro per Calaiò che sigla il raddoppio. Samp definitivamente in barca, la splendida punizione di Lodi (66’) chiude lo score.