Il punto


Stampa

L'era dei partiti a termine

I partiti della Seconda Repubblica combattono una dura battaglia contro una morte precoce camera_deputati_296

di Rodolfo Ruocco
(rodolfo.ruocco@rai.it)

Una vita breve e travagliata. I partiti della Seconda Repubblica combattono una dura battaglia contro una morte precoce. Forti fibrillazioni colpiscono PdL, Pd e Scelta Civica, i partiti della maggioranza di larghe intese a sostegno del governo di Enrico Letta.

Il PdL, nato del 2008, sta discutendo su come procedere sulla via della rinascita di Forza Italia. “Falchi” e “colombe” si fronteggiano; comunque, alla fine deciderà Silvio Berlusconi, il fondatore. Il Pd, sorto nel 2007, è scosso dal terremoto del prossimo congresso di fine anno. Pittella e Civati si sono già candidati alla segreteria; Cuperlo, Fassina e Debora Serracchiani scaldano i motori.. Ma gli occhi sono puntati soprattutto sulle mosse di Matteo Renzi, il “rottamatore” critico con Letta, e incerto se correre per la segreteria del Pd o scommettere direttamente sulla presidenza del Consiglio alle prossime elezioni politiche. Epifani, il segretario del Partito democratico, cerca di trovare una mediazione che non spacchi il partito. C’è anche chi indica il pericolo scissione.

Alta tensione anche dentro Scelta Civica, varata appena a gennaio da Mario Monti, il tecnico che ha segnato la vera novità delle elezioni politiche di febbraio assieme all’ex comico Beppe Grillo. Anche per la delusione del risultato elettorale montiani, montezemoliani, cattolici (ex Acli e della Comunità Santo Egidio di Roma), Udc sono sul piede di guerra e, a turno, minacciano la rottura dell’alleanza centrista.

Anche al di fuori della maggioranza, gli altri partiti viaggiano su una strada scivolosa cosparsa d’olio e rischiano di sbandare. La Lega Nord, fondata nel 1991, è scossa dallo scontro permanente tra Maroni, il segretario, e Bossi il fondatore carismatico. Bossi e Maroni sono ai ferri corti dalla disfatta elettorale di febbraio e, anche in questo caso, gira l’ipotesi di una scissione in caso del voto politico anticipato.

Il M5S, fondato nel 2009, ha trionfato con il 25% dei voti cinque mesi fa alle urne grazie al carisma di Grillo, ma con l’ingresso in Parlamento sono cominciati i problemi. I cinquestelle si sono divisi su scelte, alleanze politiche e restituzione di parte della diaria parlamentare. Sono scattate le espulsioni e alcuni deputati e senatori hanno lasciato il M5S.

La Seconda Repubblica non ha portato bene ai partiti nati o sopravvissuti alla morte della Prima:. L’elenco è lungo: sono stati cancellati l’Italia dei Valori di Di Pietro, Futuro e Libertà di Fini,il Prc di Bertinotti, il Pdci di Diliberto, i Verdi di Bonelli, l’Api di Rutelli, La Destra di Storace, Alleanza Democratica di Bordon, il Patto Segni, la Lista Dini. Non solo. Partiti come l’Udc di Casini e il Psi di Nencini sono stati ridotti ai minimi termini.

Una volta i partiti in Italia, come avviene ancora in Europa, erano autorevoli ,pur con i loro difetti, e duravano decenni. Ora, invece, non è più così. L’azzeramento dei partiti storici della Prima Repubblica determinato da Tangentopoli, ha cambiato tutto. La Seconda Repubblica maggioritaria e bipolare aveva promesso stabilità politica e la fine della corruzione pubblica. Invece non è stato così. I nuovi partiti vivono tra mille difficoltà o sono stati cancellati. Durano poco perché la grave crisi economica e gli scandali li hanno indeboliti e .gravemente delegittimati. E’ l’era dei partiti a termine, precari, come i giovani protagonisti dei contratti di lavoro atipici, accettati pur di uscire dal tunnel buio della disoccupazione di massa. E’ uno dei “nodi” da sciogliere per costruire la Terza Repubblica tripolare; contesa tra centrosinistra, centrodestra e cinque stelle. Giorgio Napolitano, rieletto presidente della Repubblica con una vasta maggioranza, indica la strada della “fiducia”, della “coesione nazionale” e della rinascita.