Allarme dell'organizzazione


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L'Ocse: 'Tagliare le tasse sul lavoro'

'Rischio nuova manovra se deficit Italia sopra il 3%' f

L'Italia "ha avviato un ambizioso programma di riforme", che insieme alle misure intraprese dall'eurozona "hanno ridotto i rischi di rallentamento economico, e potrebbero aiutarla a uscire dalla recessione già nel corso del 2013". Lo scrive l'Ocse, nel suo ultimo rapporto sull'economia italiana.

Gli effetti benefici di questi interventi, sottolinea però l'organizzazione, "richiederanno tempo per materializzarsi, a causa del clima di scarsa fiducia, del ritmo lento della ripresa negli altri Paese e della necessità di proseguire sulla strada del consolidamento fiscale".

In Italia "é impossibile per il momento ridurre in modo significativo il livello complessivo dell'imposizione", ma l'eliminazione delle agevolazioni fiscali senza giustificazioni economiche permetterebbe di aumentare la base imponibile e quindi ritoccare le aliquote marginali "senza impatto sulle entrate". Lo scrive l'Ocse.

Se il deficit dell'Italia sarà sopra il 3% "qualcosa bisognerà fare. E' fondamentale uscire dalla procedura di infrazione": così risponde il capoeconomista dell'Ocse Pier Carlo Padoan a chi gli chiede se saranno necessarie misure correttive sui conti pubblici.

"Se le priorità sono crescita e occupazione la prima cosa da tagliare sono le tasse sul lavoro". "Ridurre le tasse sul lavoro è più importante che ridurre l'Imu", osserva Padoan. Per ridurre il costo del lavoro, il segretario generale Ocse Angel Gurria afferma che si possono fare tre cose per compensare: "imposte sui consumi come l'Iva, sulla proprietà e sulle emissioni di CO2".

Per l'Italia, la priorità resta "la riduzione ampia e prolungata del debito pubblico", perché "con un rapporto debito/Pil vicino al 130% e un piano di ammortamento del debito particolarmente pesante", il Paese "rimane esposto ai cambiamenti improvvisi dell'umore dei mercati finanziari", si legge nel rapporto Ocse.

Nel suo rapporto sull'economia italiana, l'Ocse rivede di nuovo al ribasso le stime sul Pil per il 2013, prevedendo una contrazione dell'1,5%, contro il -1% previsto nell'outlook del novembre scorso. Il ritorno alla crescita non è previsto prima del 2014, per cui l'organizzazione stima un +0,5%. Queste previsioni, precisa l'Ocse, sono basate su una "stima conservativa", dato che l'impatto sulla crescita di alcune misure, tra cui "il piano annunciato ad aprile 2013 di ridurre significativamente i debiti arretrati della Pubblica amministrazione", resta "incerto".

Il rapporto deficit/Pil dell'Italia salirà al 3,3% quest'anno, ben al di sopra delle stime del governo, e al 3,8% il prossimo, quando il debito raggiungerà il 134,2% del Pil. E' quanto riporta una tabella del rapporto Ocse sull'Italia, nel quale si rileva che "l'indebitamento netto risulta peggiore rispetto alle stime del governo a causa delle prospettive di crescita più deboli". Le stime del governo sono per un deficit/Pil al 2,9% nel 2013, in lieve calo dal 3% del 2012 (quando l'Ocse rileva invece un 2,9%), e all'1,8% nel 2014.

In Italia, "sebbene il sistema bancario si sia rivelato complessivamente solido, diversi istituti di credito hanno incontrato gravi difficoltà e il settore finanziario resta esposto a rischi sistemici". L'Ocse consiglia quindi al nostro Paese di "incoraggiare le banche ad aumentare gli accantonamenti per perdite e continuare a incitarle a soddisfare le loro esigenze di capitale tramite le emissioni di nuove azioni o la cessione di attività non strategiche".

SACCOMANNI, FUORI CRISI IN 2013? CE LA METTIAMO TUTTA - "Ce la mettiamo tutta". Risponde così, a margine della presentazione del rapporto Ocse, il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, a chi gli chiede se sarà possibile uscire fuori dalla recessione già da quest'anno.

"Proseguiamo con fermezza sulla strada delle riforme strutturali, che sono già state iniziate. Riforme che hanno un effetto di sostegno alla crescita. Un effetto sostanziale".

"L'incertezza, che a causa della politica" ha pesato sull'economia italiana "é superata: abbiamo aperto una fase nuova che è importante per stemperare la paralisi reciproca che ha reso la crisi più acuta".

Per gli esodati e per il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, che sono tra le "priorità" da affrontare, "non possono essere assunti provvedimenti improvvisati".

"Nelle prossime settimane, entro fine maggio, al massimo entro i primi di giugno" la procedura Ue sul deficit eccessivo può essere "chiusa". Così il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni spiegando che questo sarebbe un riconoscimento del percorso fatto e un importante segnale per i mercati.

Le stime dell'Ocse "non tengono conto dell'impatto del decreto per la restituzione dei debiti della Pubblica Amministrazione" che ci sarà già nel 2013 e nel 2014. Saccomanni spiega che il decreto è recente e l'organizzazione non ne ha potuto considerarlo.

GIOVANNINI,FAREMO POSSIBILE CON VINCOLI FINANZA - "Faremo quello che dobbiamo e che potremo con le compatibilità finanziarie": così il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini. "Dobbiamo riuscire a mettere in campo strategie e iniziative efficaci. Ma se pensiamo che sia la politica a risolvere questo problema, ci siamo dimenticati che alla fine la crescita la fanno imprese e lavoratori".

"Alle parti sociali è richiesto un impegno straordinario in questa fase i cui segnali mi sembra stiano emergendo". Così il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, alla presentazione del rapporto Ocse. Negli ultimi giorni tra alcune confederazioni sindacali sta succedendo qualcosa di "estrema importanza". "Ritrovare unità, superare le differenze è fondamentale per selezionare al meglio cosa bisogna fare", ha detto il ministro.

"Abbiamo delle emergenze che conosciamo bene, gli esodati e la cassa integrazione in deroga, su cui i numeri sono stati incerti e ho cercato approfondimenti". Così il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Enrico Giovannini, intervenendo alla presentazione del rapporto Ocse.