I film del week end


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Il volto di un'altra

di Sandro Calice

di Pappi Corsicato, Italia 2012, commedia (Officine UBU)
Fotografia di Italo Petriccione
con Laura Chiatti, Alessandro Preziosi, Lino Guanciale, Iaia Forte, Angela Goodwin, Franco Giacobini, Fabrizio Contri, Giancarlo Cauteruccio, Armando Ninchi, Paolo Graziosi, Elisa Di Eusanio, Rosalina Neri, Clelia Piscitello
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Una commedia sul cattivo gusto e sui cattivi sentimenti, sugli esempi più beceri e grotteschi della smania di apparire, dalla chirurgia estetica ai reality show, sui nostri tempi, insomma.

Figure inquietanti di uomini e di donne col viso fasciato come le mummie si aggirano negli splendidi boschi di una lussuosa clinica del Tirolo, arrivano fino al paese giù a valle, vivono tra di noi. Mostri? Esperimenti genetici? Macchè! Sono i partecipanti a un programma televisivo sulla chirurgia estetica condotto dalla meravigliosa Bella e da suo marito Renè, il chirurgo che esegue gli interventi. Intanto un asteroide precipita verso la Terra. Gli ascolti del programma, però, dicono che il pubblico è stanco della faccia di Bella, urge un ricambio, come dirlo a lei? Come la prenderà? Malissimo. Va via in macchina e ha un incidente. Sembra sia sfigurata, una tragedia. O no? Forse è proprio l’occasione per farsi una faccia nuova che piaccia al pubblico. E l’asteroide si avvicina. D’accordo con Renè, mettono in piedi il progetto. Il pubblico e le tv sono già arrivati. Personaggi surreali, meschini, paradossali si accalcano per un posto nello show. Nessuno immagina il finale. Chissà quell’asteroide.

Pappi Corsicato (“I buchi neri”, “Il seme della discordia”) dà proprio l’impressione di essersi divertito nel confezionare questo colorato lungometraggio. Il regista dice di aver voluto fare “una satira di costume”, “una giocosa riflessione sul contemporaneo”, mescolando la commedia romantica americana e il cinema di costume italiano. E “Il volto di un’altra” è pieno di citazioni, da Fellini ad Almodovar passando per Billy Wilder. Che Corsicato, però, sembra trattare in qualche caso con distrazione e bulimia, affollando un po’ il racconto. Il film è godibile, gli attori nella parte (e la Chiatti di una bellezza abbagliante), ma resta a metà tra il puro godimento estetico e la riflessione amara sul nostro triste “contemporaneo”, non riuscendo ad eccellere su nessuno dei due fronti.

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