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Aurore e luci del nord
a cura di Aeronautica Militare
Qualcuno lo ha definito vento da una
volta nella vita. Le vivide colorazioni
che il cielo ha assunto le notti scor-
se, soprattutto tra venerdì e sabato,
sono arrivate fino alle medie latitudi-
ni. Alla loro origine, una tempesta
solare scatenatasi giovedì scorso,
quando un gruppo di macchie solari
grande come 16 volte il diametro della
Terra ha emesso una serie di eruzioni
di massa coronale, ben cinque, in rapi-
da successione. Una emissione di massa
coronale è letteralmente il distacco
di pezzi di atmosfera solare, detta
appunto corona, che vengono proiettati
nello spazio. 1/6
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Aurore e luci del nord
a cura di Aeronautica Militare
Quando sono molto intensi e,soprattut-
to, quando la loro traiettoria li porta
a colpire la Terra, l'enorme massa di
particelle cariche da cui sono costi-
tuiti interagisce con il campo magneti-
co terrestre, eccita gli atomi dell'al-
ta atmosfera che scadendo dal loro sta-
to di eccitazione liberano energia con-
ferendo al cielo la fantastica colora-
zione che milioni di persone hanno po-
tuto apprezzare.Nella scala con cui si
misurano gli effetti sul campo magneti-
co terrestre, la tempesta solare ha
raggiunto il livello massimo, una cosa
che non accadeva dalla fine di ottobre
del 2003, più di venti anni fa. 2/6
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Aurore e luci del nord
a cura di Aeronautica Militare
Un'attività solare così intensa deriva
dal fatto che siamo prossimi al picco
del ciclo solare. Era, ed è quindi
ancora probabile che potessero esserci
delle tempeste solari, ma l'intensità
raggiunta da quella della fine della
scorsa settimana è comunque molto rara.
Naturalmente, non è solo un tema di co-
lore del cielo però. La nostra società
poggia ormai su tecnologie molto espo-
ste alle dinamiche solari.I sistemi di
posizionamento satellitare, le reti di
telecomunicazione, la enerazione e la
distribuzione di energia elettrica,sono
tutte realtà molto a rischio in caso di
attività solare intensa. 3/6
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Aurore e luci del nord
a cura di Aeronautica Militare
Per questo da alcuni anni si sta svi-
luppando una nuova forma di meteorolo-
gia, detta spaziale o Space Weather,
con sistemi di osservazione e previsio-
ne che vanno bel oltre lo spazio atmo-
sferico tradizionale.
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Aurore e luci del nord
commento a cura di Guido Barlozzetti
Fra i tanti riferimenti che l'Aurosa
suggerisce, si ricorda il poema di
Theodor Daubler Das Nordlicht/L'aurora
boreale che apparve a Monaco 1910.
Trentamila versi, un imponente, ciclo-
pico tentativo di riunire tutto il pas-
sato e anticipare il futuro a partire
dal mito dell'aurora boreale.
La lotta tra la Terra e la luce del
Sole come scrive l'autore nell'introdu-
zione in prosa alla riedizione del poe-
ma tra il 1921/22: "La terra racchiude
in sé ancora molto sole che, alleato
con noi contro la gravità, vuol tornare
esso stesso al sole.
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Aurore e luci del nord
commento a cura di Guido Barlozzetti
Ovunque. Persino nel ghiaccio. Proprio
là, ai poli, dove la notte è più pro-
fonda, più lunga, oltremodo potente!
Un luminoso amplesso tra il sole libe-
rato dalla terra e il sole celeste ap-
porta la luce polare alle notti lunghe
mesi dei poli. La terra aspira a ritor-
nare una stella splendente". Nato nella
Trieste austroungarica nel 1876,Daubler
ha una poetica folgorazione a Napoli,
"un'apocalittica intuizione universa-
le". Eugenio Montale lo ha definito "Il
poeta della luce del Nord".
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