Alla ricerca di DAMA, la materia oscura


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‘Good journey and good luck’

L'astronauta italiano Roberto Vittori è partito da Cape Canaveral, per l'ultima missione dello Shuttle-Endeavour shuttle_partenza_296

di Emanuela Gialli

E’ partita puntualmente questa volta, alle 8.56, le 14.56 in Italia, da Cape Canaveral, in Florida, la navetta Endeavour, per l’ultimo lancio dello Shuttle, nell’ambito dei voli aerospaziali degli Stati Uniti. A bordo, l’astronauta italiano dell’Esa, Roberto Vittori, che raggiungerà l’altro collega italiano, Paolo Nespoli, da sei mesi sulla Stazione spaziale internazionale, con la bandiera tricolore consegnatagli dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

La navetta, chiamata dagli ingegneri aerospaziali STS-134, sarebbe dovuta partire il 29 aprile, ma un guasto l’ha lasciata a terra.

Porta con sé importanti apparecchiature, per altrettanto significativi esperimenti, molti dei quali di fattura italiana: l’Ams, lo spettrometro Alfa, di cui abbiamo già parlato da queste colonne qualche settimana fa, meglio conosciuto come “cacciatore di antimateria”, e sei payload, sempre italiani. Tutte queste strumentazioni fanno parte della missione DAMA, Dark MAtter, letteralmente questione oscura. per gli scienziati materia oscura, un programma portato avanti da Nasa ed Esa, insieme all’Agenzia spaziale italiana e all’Aeronautica militare.

I ricercatori dell’Istituto nazionale di fisica nucleare e dei Dipartimenti di Fisica delle Università di Bologna, Perugia, Pisa, Milano Bicocca e Roma “La Sapienza” hanno progettato e realizzato alcune componenti dello Spettrometro Ams, come “Time of Flight”, tracciatore di silicio, “Star Tracker”, “Rich” e il calorimetro elettromagnetico, che servono a identificare e, per così dire, ispezionare i raggi cosmici, per poi imprigionare, se c’è, l’antimateria.



L’intero “payload”, carico, scientifico comprende “esperimenti di biologia, scienza dei materiali e fisiologia”, ci ha spiegato Mario Cosmo, Direttore Tecnico dell’Asi, mentre aspettavamo il lancio dello Shuttle nella sala multimediale dell’Agenzia spaziale europea, a Esrin, Frascati, vicino a Roma.

“C’è in particolare questo “satellitino”, che per il momento volerà dentro la Iss , ma poi diventerà l’occhio dell’austronauta per vedere i danni fuori della Stazione”, ci ha detto ancora Cosmo. E poi, Foam, schiuma polimerica che in assenza di gravità è in grado di fissare la forma, ed Enos, il “naso elettronico”, che controlla la qualità dell’aria nella Iss.

Praticamente, un quarto dell’intero laboratorio che verrà trasferito sulla Iss arriva dalla mente e dalle mani degli italiani. Anche con un notevole sforzo sul piano degli investimenti. “Siamo nell’ordine del mezzo milione di euro”, ha precisato Cosmo. Nemmeno tanto, allora in fondo. Nella cifra è calcolato anche il costo del personale, dei ricercatori, che ci hanno studiato. Solo che stiamo parlando di prodotti, che non hanno un mercato, non si vendono e quindi non producono profitto e dunque un rientro economico. “Oggi, nell’immediato, è così, ma -ha sottolineato Cosmo- questi esperimenti pongono in essere un circolo virtuoso. Perché vi partecipano piccole e medie industrie, le Università, i centri di ricerca che lavorano insieme. Oggi sono soltanto sperimentazioni, domani però, ed è già successo, potrebbero diventare applicazioni pratiche, e per la vita di tutti i giorni e, in prospettiva, per l’ esplorazione umana”.

Ma torniamo all’Ams. Pesa 7 tonnellate, ha un diametro di 3 metri per 64 metri-cubi di volume. Sono numeri che fanno impressione e ancora di più se pensiamo che è stato caricato sulla navetta Endeavour, insieme ad altre strumentazioni.

Ams è un modulo che verrà agganciato all’esterno alla Iss, e cercherà, per almeno tre anni, materia oscura e antimateria, proprio attraverso il flusso dei raggi cosmici.

Missione DAMA, dunque, per il nostro Vittori. A proposito, il nome è stato ideato da una studente della scuola “Benedetto Croce” di Quadri, in provincia di Chieti.

Oltre al colonnello Vittori, gli altri membri dell’equipaggio sono il pilota Gregory H. Johnson, e gli specialisti di missione Michael Fincke, Greg Chamitoff e Andrew Feustel. E, naturalmente, il comandante, Mark Kelly, marito della deputata democratica, Gabrielle Giffords, rimasta ferita nella sparatoria all’Università di Tucson, in Arizona, lo scorso 8 gennaio.

Sono tutti partiti per la grande avventura dell’assenza di gravità, weightlessness, come la chiamano gli ingegneri dell’Esa. Una dimensione in cui , come ci ha mostrato in un filmato il capo della formazione degli astronauti, Christer Fuglesang, in attesa del lancio dell’Endeavour STS-134 da Cape Canaveral, l’equipaggio mangia con cannucce flessibili inserite in sacche, simili a quelle per il plasma (chi è donatore sa di cosa stiamo parlando), e chissà cosa ingeriscono. Oppure, “insegue” cibo solido, ad esempio biscotti, con la speranza che finiscano prima o poi in bocca. Mentre le astronaute dalla folta chioma hanno rigorosamente i “capelli dritti”. E dalla Sala Magellano dell’Esa di Esrin, ai castelli romani, si leva una liberatoria risata, a pochi secondi dal lancio. “Good Luck, Roberto, and say ‘hi’ to Paolo from us all”. Questo l'augurio dell'Esa, da Roma,  a Roberto Vittori e Paolo Nespoli.

La presenza dell'Italia nello Spazio con due astronauti è stato accolta con molto interesse anche dal Papa che,  sabato prossimo 21 maggio, alle 13.56, sarà in collegamento audio-video con la Stazione Spaziale Internazionale, dove quel giorno a bordo ci sarà anche dello Shuttle-Endeavour.  Saranno in tutto 12 gli atronauti a dialogare dallo Spazio con il Pontefice.