"Via il segreto di Stato sulle stragi". E' quanto chiedono in un appello "al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio, ai presidenti di Copasir e delle Commissioni parlamentari d'inchiesta" le associazioni delle vittime di piazza Fontana, piazza della Loggia, Bologna, Ustica, Rapido 904, via dei Georgofili e una sessantina tra intellettuali, scrittori, parlamentari e giornalisti: tra di loro, Carole Beebe Tarantelli, Rosa Calipari, Susanna Camuso, Felice Casson. Dario Fo, Gad Lerner, Franca Rame, Rosario Priore, Guido Salvini, Roberto Saviano. "Un'intera stagione, quella dello stragismo - si legge nel testo - che ha macchiato di sangue l'Italia, rischia di essere archiviata a seguito della recente sentenza sulla strage di piazza della Loggia, che ha assolto per insufficienza di prove tutti gli imputati. Un'assoluzione sulla quale ha pesato non il ricorso a segreti di Stato, bensi' silenzi e reticenze di comodo, anche da parte di uomini appartenenti alle istituzioni. Per garantire un cammino trasparente alla giustizia, anche in relazione al resto delle inchieste tuttora in corso per altri fatti di criminalita' organizzata, e rendere possibile la ricerca storica su quegli anni, avvertiamo sempre di piu' una triplice esigenza".
"Chiediamo - scrivono i firmatari - che siano aperti tutti gli archivi con una gestione che ne faciliti l'accesso a tutti i soggetti interessati, senza preclusione alcuna; chiediamo che vengano fatte decadere tutte le classificazioni di segretezza su tutti i documenti relativi all'evento - compreso i nominativi ivi contenuti - in possesso in particolare dei servizi segreti, della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza, che i documenti vengano catalogati e resi pubblici senza distinguere tra documenti d'archivio e d'archivio corrente; chiediamo che in tal senso sia data piena attuazione alla legge del 3 agosto 2007, numero 124, che regola il segreto di Stato la quale prescrive che, passati al massimo trent'anni dalla data in cui e' stato apposto il segreto sull'evento e sui relativi documenti o dalla data in cui sia stato opposto al magistrato che indagava, tutti i documenti che si riferiscono all'evento siano resi pubblici e consultabili. Non e' piu' accettabile che a tutt'oggi manchino gli specifici decreti attuativi. In tal senso il Freedom of Information Act statunitense ci pare un modello a cui e' possibile ispirarsi".
"L'ipotesi, avanzata dalla commissione Granata nel Copasir, di reiterare il segreto di stato dopo trent'anni e' inaccettabile - conclude l'appello - Chiediamo alle nostre istituzioni di attivarsi il piu' decisamente possibile affinche' gli Stati che sono oggetto di richieste di rogatorie internazionali collaborino fattivamente e rapidamente. Occorre garantire alla verita' e alla giustizia il giusto corso, non dobbiamo consegnare le generazioni che si sono succedute da allora ad oggi alla rassegnazione e all'avvilimento. Auspichiamo una volonta' politica reale volta all'accertamento di tutti i fatti criminali che hanno sconvolto la storia d'Italia".