L'Atlante di Save the Children


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'Non è un Paese per bimbi poveri'

La mappa dell’infanzia a rischio in Italia g

>>> Le mappe di Save the Children

di Rita Piccolini

20 novembre: Si celebra la "Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia", nel 21° anniversario dell’approvazione della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, in cui si affermano i principi fondamentali a tutela dei minori.

L’articolo 31 della Carta riconosce al fanciullo il diritto al riposo, al tempo libero e al gioco. In una parola, al benessere dovuto a chi sarà la risorsa del nostro futuro. In questa occasione “Save the Children” ha presentato il primo Atlante con le mappe della condizione dei bambini in tutte le regioni italiane: “L’isola dei tesori. Atlante dell’infanzia (a rischio) in Italia ” per descrivere un “tesoro”di oltre 10 milioni di bambini di cui 1.756.000 vivono in povertà.

Un tesoro in povertà? E’ un ossimoro. Non è possibile in un Paese occidentale, nel terzo millennio, accettare un dato del genere. Lo sottolinea il presidente di Save the Children, Claudio Tesauro , alla presentazione dell’Atlante. Se bambini in fuga con i genitori dal loro Paese affrontano viaggi lunghi e a volte molto pericolosi per cercare rifugio da noi, abbiamo il dovere di dare loro la protezione che cercano e farcene carico. I bambini sono un tesoro, tutti: i nostri figli, i bimbi in fuga dalla miseria e dalle malattie, i figli degli immigrati nati in Italia e pertanto italiani a tutti gli effetti. Sono le seconde generazioni che ci fanno sorridere quando parlano i differenti dialetti delle zone del nostro Pese in cui sono nati, e che sono un dono per noi, perché contribuiscono a “svecchiare” l’Italia e a non renderla un Paese solo per vecchi.

Ecco allora perché l’Atlante, attraverso 70 mappe e il sito www.atlanteminori.it, è stato presentato il 18 novembre nella storica sede della Banca D’Italia, il Palazzo Koch di Roma. Spiega il direttore generale dell’organizzazione, Valerio Neri: quale posto migliore per conservare e prendersi cura di un tesoro che il caveau di una banca? La Banca d’Italia infatti per statuto e missione protegge e governa il “tesoro” economico-finanziario italiano dunque – continua Neri- c’è sembrata di grande forza simbolica presentare qui il risultato del nostro lavoro. ”Gli oltre 10 milioni di bambini che vivono sul suolo italiano sono la riserva aurea nazionale…l’Atlante, come in una virtuale caccia al tesoro, ne mostra la dislocazione geografica –spiega ancora Neri- e dove sia più o meno valorizzata, protetta, tutelata ma anche, purtroppo misconosciuta, offesa incustodita”.

Ecco allora le principali informazioni sulle condizioni dei bambini in Italia: dalle città “più giovani”, quelle che hanno il privilegio della presenza di in maggior numero di bambini che abbassa l’età media della popolazione, ai nomi più diffusi; dai minori soli e a rischio tratta e sfruttamento a quelli poveri; dalle città più inquinate, al verde pubblico a disposizione di ogni bambino; dagli asili nido alla dispersione scolastica. I dati sono correlati da mappe del territorio nazionale di facilissima consultazione. Sul sito si digita il nome della città o della zona che interessa e compaiono i dati relativi alla condizione dell’infanzia in quel luogo. E’ uno strumento importantissimo non solo per le istituzioni e per gli enti locali, ma anche per i media che possono con facilità accedere a un importane patrimonio di notizie per divulgarle e contribuire alla risoluzione dei problemi.

Alcuni esempi: le province “forzieri” d’Italia sono Roma, con 697.387 minori; Napoli, quasi 671.000; Milano, 636.610. Le province “più giovani” prevalentemente al Sud: Napoli, Caserta, Catania, tutte con oltre il 20% di minori sul totale della popolazione. Unica eccezione al Nord è Bolzano, con il 20% di under 18 sul totale dei suoi abitanti. Sempre al Nord il primato negativo: Ferrara, che ha la quota percentuale più bassa di bambini.(12,6%).

A questi “tesori” l’Atlante ha dato persino il nome, con una anagrafe vera e propria. Scopriamo così che i nomi più diffusi e amati dai genitori italiano sono Francesco, Alessandro Matteo, Antonio per i maschi, Giulia e Sofia per le femmine. Per i nomi dei bambini nati da genitori stranieri, si registra, a conferma dell’integrazione in atto, il successo di nomi italiani quali Alessia, Giulia, Matteo e Alessandro,accanto a Sara, all’asiatico Aya, ai mediorientali Mohammed, Omar, Youssef.

Sono 932.000 i minori stranieri residenti in Italia. Di essi sei su dieci sono di seconda generazione. A Prato il record, con il 19,7%, a seguire Mantova, Cremona, Reggio Emilia, Trapani e Palermo.

Ma ci sono purtroppo anche i “minori invisibili”. Bambini e adolescenti ad altissimo rischio perché senza nome e senza volto. Le loro vite sono in parte o completamente clandestine. Soggiornano per brevi periodi nelle comunità per poi scapparne , e finiscono nella migliore delle ipotesi in circuiti di sfruttamento lavorativo, e nella peggiore in quelli di sfruttamento sessuale e devianza. Quest’anno sono presenti in Italia 4.500 minori soli, non accompagnati cioè da familiari, un dato questo approssimato per difetto, perché non comprende i ragazzi e bambini neocomunitari.

E 1.756.000 sono i minori che vivono in povertà relativa, cioè in famiglie che hanno una capacità di spesa per consumi sotto la media (il 65% si concentra nel Sud Italia). Sono 649.000 quelli invece che vivono in povertà assoluta, circa il 6% della popolazione sotto i 18 anni. Molti di loro vivono sempre al Sud, ma anche nelle regioni del Nord, dove le più elevate condizioni di vita generale e i prezzi più alti rendono ancora più poveri quelli già poverissimi. Criminalità, prostituzione, spaccio, sono le vie che spesso questi minori sono costretti ad imboccare.

Ma tra i nostri bambini ci sono anche quelli “poveri” di aria pulita e di verde. Il Nord Italia spicca per elevati tassi di inquinamento atmosferico, alto anche in rapporto al resto d’Europa: Torino, Milano, Brescia, Padova, Napoli, Venezia, Reggio Emilia. L’elenco è lunghissimo, ma sono queste le città che superano spesso il limite delle polveri sottili nell’atmosfera, che penetrano nelle vie respiratorie causando problemi cardio-polmonari e asma. Accanto a loro i “poveri” di verde, con pochissimi spazi per giocare, saltare, socializzare e vivere un’infanzia felice, alla base di una maturità serena. Il dato è preoccupante e incide negativamente sulla qualità della vita dei nostri ragazzi. Napoli detiene il triste primato della città più costruita d’Italia. Ma i poveri di verde sono anche a Imperia, Savona, Ascoli Piceno,Chieti, Crotone e Olbia, per non parlare di Taranto dove gli abitanti devono accontentarsi di “una foglia di insalata”(0,2 mq) ognuno. Il primato positivo spetta invece all’Aquila, i cui giovani però devono fare i conti con le ferite del terremoto del 6 aprile 2009 e non hanno più luoghi aggregativi di riferimento.

Inadeguati i servizi fondamentali per l’infanzia come i nidi per i più piccoli, da zero a due anni. In fondo alla lista ci sono Campania e Calabria. Più virtuose Valle D’Aosta, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige, dove sono stati creati i nidi diffusi, organizzati dalle famiglie stesse. Per una bambino nascere in una regione piuttosto che un’altra in Italia non è indifferente. Sono diverse le opportunità che gli vengono offerte fin dalla nascita. Poter usufruire di asili nido significa garantire anche ai più poveri un’alimentazione adeguata, un ambiente confortevole e l’assistenza necessaria. “Esistono decine d’Italie diverse” conclude Valerio Neri. “L’impressione è che questo tesoro di bambini sia sempre più spesso seriamente minacciato” continua, auspicando la nomina del Garante nazionale dell’Infanzia e il varo di un Piano Nazionale, per ridurre le diseguaglianze che ancora colpiscono l’infanzia e per dare a tutti le stesse opportunità, almeno ai nastri di partenza.