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25 aprile

Muore Torquato Tasso, muore Emilio Salgari, Reza Pahlavi è incoronato Scià di Persia, Milano è liberata dall'occupazione nazi-fascista

Raramente il jazz ha prodotto personaggi assurti al ruolo di star: Ella Fitzgerald è stata non solo una grande ambasciatrice nel mondo del verbo del jazz, ma per molti era l'incarnazione dell'idea che fa della musica e dell'intrattenimento un binomio indissolubile senza per questo aver mai macchiato la carriera di compromessi con il mercato.

Nell'olimpo della musica, dove ad ogni artista è affibbiato un nomignolo, Ella Fitzgerald era soprannominata la ''First lady del jazz'' per le straordinarie capacità vocali, l'ampiezza del repertorio e la classe delle sue interpretazioni. Nonostante l'apparente semplicità del suo stile, quella di Ella Fitzgerald resta una delle più grandi voci del jazz.

La sua lunga carriera, iniziata negli anni '30 nel leggendario ''Apollo Theathre'' di Harlem, è stata quella di una protagonista indiscussa, di una interprete solare apprezzata ben oltre i confini del jazz da un pubblico eterogeneo e vastissimo, che ha amato le sue interpretazioni di Gershwin, Bacharach e Cole Porter e il talento di ''regina dello scat'', quella tecnica vocale che utilizza la voce come uno strumento musicale. La prima esibizione arriva a 15 anni in una serata per dilettanti all'Apollo, in cui avrebbe dovuto ballare e fu invece applaudita come cantante. Il batterista Chick Webb la volle nella sua band, con la quale incise nel 1937 il celebre ''A Tisket, A Tasket''.

Nata a Newport News, in Virginia, il 25 aprile 1917, a soli vent'anni, alla morte di Webb, Ella assunse la direzione dell'orchestra, che tenne per due anni, fino allo scioglimento della formazione. Da lì prese il via una carriera solistica costellata di collaborazioni con i più grandi del jazz, da Ellington a Basie, da Armstrong a Gillespie, a Ray Brown, che sposò e da cui ha divorziato nel '52. Uno degli apici della carriera di Ella è il concerto del '57 a Hollywood, davanti a 20 mila persone.

Negli anni '50 e '60 Ella Fitzgerald è stata una vera 'macchina da concerto'. Le sue interpretazioni di brani come 'Summertime', 'How High the Moon', 'Lady Be Good' e 'Tea for two' e il suo brio sul palco sono stati sinonimi di successo e di sale stracolme. La cantante ha progressivamente ampliato il suo repertorio, aggiungendovi Gershwin e persino qualche brano di musica leggera, tra cui una celebre interpretazione di 'Yellow submarine' dei Beatles.''Potrebbe cantare anche l'elenco del telefono - scrisse un critico americano - e sarebbe comunque sublime''. Un celebre spot pubblicitario di una marca di audio cassette la ritrae mentre spacca un bicchiere con un acuto. Solo tra il pubblico nero la sua stella non ha mai eguagliato quella di altre grandi della musica di colore, come Aretha Franklin, il cui canto ha lo 'shout', l'urlo tipico e la veemenza concitata dei sermoni che risuonano nelle chiese dei neri.

Nonostante non avesse mai studiato musica con regolarità - era nota l'invidia per la preparazione musicale di Sarah Vaughan - Ella Fitzgerald aveva una tecnica che sconfinava nel virtuosismo. Aveva saputo far tesoro delle innovazioni apportate alle regole dell' improvvisazione dalla ''rivoluzione del bop'' e così il suo stile si era evoluto al punto tale che la sua voce poteva rivaleggiare con i migliori solisti.

I suoi detrattori denunciavano una mancanza di pathos nelle sue interpretazioni, soprattutto nelle ballad, e una certa lontananza dallo spirito del blues. Una denuncia che trovò una risposta in un volume dedicato al blues e nelle incisioni e nei concerti con Joe Pass, gran virtuoso della chitarra insieme al quale fece la sua ultima apparizione in Italia, in un indimenticabile concerto a Roma, al Circo Massimo, nel luglio '83 davanti a 15 mila persone.

Gli ultimi anni sono stati un calvario fisico per Ella Fitzgerald: ormai cieca, aveva dovuto subire l' amputazione delle gambe a causa del diabete. I suoi amici più cari - e tra questi il celebre critico Leonard Feather - raccontano però che nonostante l'accanimento della sfortuna, Ella aveva mantenuto un' invidiabile serenità accompagnata dal proverbiale buon umore favorito dal riavvicinamento del figlio. Nel 1996 si è arresa alla malattia, e il mondo del jazz è ancora più solo. 



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Il 25 aprile nella storia

1595: Muore Torquato Tasso 1911: Muore Emilio Salgari 1945: Reza Pahlavi è incoronato Scià di Persia 1945: Milano è liberata dall'occupazione nazi-fascista

 

 

 

Pagina realizzata in collaborazione con Rai Teche.