Un favore alla lobby del tabacco?


Stampa

E-cig, prima la tassa ora il divieto

L'Aduc: 'Nasce il sospetto che dietro questa incontinenza normativa ci siano le pressioni della filiera del tabacco e il decrescente gettito delle imposte sulle sigarette' sigaretta_elettronica_296

"Dopo la recente proposta di tassare le sigarette elettroniche alla pari dei prodotti del tabacco, viene ora proposto il divieto nei luoghi pubblici. Ormai non passa settimana senza l'annuncio di un qualche provvedimento contro la sigaretta elettronica. Il divieto nei luoghi pubblici del tabacco da fumo è fondato sulla pericolosità scientificamente accertata del fumo passivo. Vi sono evidenze scientifiche sul fumo passivo prodotto dalle sigarette elettroniche? In assenza di tali evidenze, il divieto proposto colpisce non tanto un pericolo reale posto dalle e-cig alla salute di terzi, ma la mera gestualità esteriore del fumatore elettronico". E' quanto afferma in una nota l'Aduc, in merito alle prime indiscrezioni sul pronunciamento del Consiglio superiore di sanità (Css), riguardo una probabile regolamentazione del settore che potrebbe seguire il modello francese.

"In altre parole - aggiunge l'Aduc - lo Stato interviene non contro un comportamento dannoso, ma contro quei movimenti del corpo che richiamano alla mente un comportamento dannoso. Sicuramente le sigarette elettroniche, al pari di qualsiasi prodotto immesso sul mercato, necessitano di controlli e approfondimenti scientifici. Ma la sequela di proposte a cadenza sempre più serrata fa nascere il sospetto che dietro questa incontinenza normativa ci siano le pressioni della filiera del tabacco e il decrescente gettito delle imposte sulle sigarette".

"Insomma - sottolinea l'Aduc - meno le persone fumano, anche grazie alla sigaretta elettronica, più aumenta la tentazione di correre ai ripari. E siccome oggi come oggi non sarebbe pensabile offrire incentivi all'acquisto del tabacco, l'unica strada rimasta è quella di colpire i prodotti sostitutivi come la sigaretta elettronica. Chiediamo al Css di non ergersi a censori della gestualità, ma di fondare le loro decisioni su precise e documentate evidenze scientifiche. La loro materia è la salute dei cittadini, e non certo la salute dell'industria del tabacco o dell'Erario".