Diario Vaticano


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Il Conclave, un vero ritiro spirituale

Il valore delle Congregazioni e della rinuncia di Ratzinger secondo il canonista don Ivan Grigis congregazioni_cardinali_296

di Nello Rega
(n.rega@rai.it)

Con la Cappella Sistina chiusa per i lavori di adeguamento e gli occhi puntati di oltre 5 mila tra giornalisti, fotoreporter e cameramen, i lavori delle Congregazioni generali proseguono in vista dell’inizio del Conclave. Ormai i grandi elettori sono tutti arrivati a Roma e sembra sempre più realistico che le votazioni per l’elezione del successore di Benedetto XVI possano cominciare lunedì prossimo.

“I cardinali vogliono riflettere bene per capire, approfondire e avere tempo a disposizione senza affrettare le cose”, ribadisce il direttore della sala stampa vaticana, padre Lombardi. Incalzato dalla richiesta sulla data di inizio del Conclave ripete a gran voce: “Per stabilire la data non è necessario che siano presenti tutti i cardinali”.

 

Un’attesa, quella del tempo delle Congregazioni generali, che va compresa meglio per capire quello che potrebbe essere il risultato del Conclave. “È un tempo molto importante. Sono momenti utili per un confronto concreto e cordiale tra i cardinali, non per identificare un nome ideale, quanto piuttosto per meglio capire le esigenze e le problematiche delle Chiesa attuale”. Spiega così il significato più profondo delle Congregazioni generali, don Ivan Grigis, canonista e vice parroco di Santa Croce in Gerusalemme a Roma.

“Durante le sessioni delle Congregazioni i cardinali hanno la possibilità di porre domande a quelli che fino a pochi giorni fa sono stati i responsabili dei dicasteri vaticani, come pure possono invitare esperti esterni a relazionare su specifiche questioni. È un momento di conoscenza del cammino fatto fino ad oggi dalla Chiesa universale e un confronto sereno su quello che si dovrà scrivere per il futuro. Quando comincia il Conclave inizia un vero e proprio ritiro spirituale”, aggiunge focalizzando l’attenzione sulle nuove norme fissate dall’ultimo Motu Proprio di Benedetto XVI. “Quando tutti i cardinali elettori saranno presenti avranno la facoltà di fissare la data prima del 16 marzo. Possono liberamente scegliere. Questa possibilità, per la quale è intervenuto il Papa emerito è una vera innovazione. Un tempo, i giorni minimi di attesa servivano per permettere realmente ai cardinali di arrivare a Roma. Immaginiamo i trasporti dell’epoca. Pio XI portò per le difficoltà di trasporto dal continente americano, il tempo minimo di attesa, dai precedenti 10 a 15 giorni. Ma oggi, come in questi ultimi decenni, il tempo minimo dei 15 giorni è sempre stato rispettato anche se evidentemente non serviva solo a tutela dei tempi per giungere a Roma. Questo è un tempo utile non unicamente per i tempi di trasferimento dei porporati, ma anche per preparare il Conclave attraverso le Congregazioni generali o preparatorie. Esse sono e restano per i Cardinali un momento di grande riflessione sulla Chiesa”.

Le voci insistenti dei “bene informati” parlano dell’inizio del Conclave la prossima settimana. “Se tutti i Cardinali elettori sono presenti, e la maggioranza di loro lo vorrà potrebbe benissimo cominciare già lunedì prossimo. Le Congregazioni, generalmente non si svolgono di domenica, e quindi lunedì potrebbe essere una buona data. Ma è solo semplice previsione. E poi vi sono ancora tante cose da sbrigare. Sia adempimenti molto pratici come l’estrazione a sorte delle camere della Domus Santae Marthae per ospitare i cardinali durante il Conclave, sia attività più impegnative come lo studio della normativa sull’elezione nei suoi vari aspetti. La fretta non è una buona consigliera. Il procedere calmo e sereno, che osserviamo come un vero e proprio stile adottato dai Cardinali è sicuramente saggio e necessario”.

E mentre gli occhi sono puntati sul calendario per capire data del Conclave e durata delle elezioni per arrivare alla “fumata bianca”, non manca il toto-papa. “Non si tratta di stabilire nomi e cognomi di chi potrebbe essere il nuovo Pontefice”, risponde don Ivan. “Gli analisti pensano che il nome del successore di Ratzinger si debba scrivere a tavolino. Ma non è così. Così come non è possibile delineare l’età, la provenienza o il colore della pelle. Bisogna comprendere che i cardinali elettori, pur avendo diversità di vedute, sono tutti accomunati dal desiderio di donare alla cristianità un Pastore che sia autenticamente espressione della loro unione e segno visibile dell’unità della Chiesa. Il nome dell’eletto sarà frutto non di umana intraprendenza ma dell’azione dello Spirito. Colui che sarà scelto sarà certamente la persona più idonea a guidare la Chiesa oggi”. La decisione di Benedetto XVI, oggi Papa emerito, certamente peserà sui prossimi pontificati. Ma si può parlare di una consuetudine con la quale altri papi “dovranno fare i conti”? “Certamente sarà motivo di riflessione. La scelta di sua Santità Benedetto XVI, non può costituire una consuetudine, ma è il segno concreto di una possibile scelta che la Chiesa riconosce al Pontefice: la rinuncia al ministero petrino. Non è stata una decisione che volesse affermare una liberà assoluta dell’uomo, quasi in contrapposizione al progetto di Dio. È piuttosto un gesto di grande obbedienza a Dio, dettata dal desiderio e dalla consapevolezza di attuare la volontà del Signore, proprio 'rinunciando' al pontificato romano. Il Papa emerito, ricercando unicamente il bene della Chiesa, ci ha testimoniato la vera obbedienza, illimitata a Cristo. Ripeto: lo ha fatto per il bene della Chiesa. Il prossimo Pontefice seguirà la medesima via percorrendo quotidianamente il sentiero dell’obbedienza al Signore. Se un giorno il Signore gli chiederà un atto di rinuncia, allora rinuncerà. Altrimenti sarà la morte a segnare un giorno la fine del pontificato”.

Il suo impegno di canonista è anche sul web. Lei don Ivan ha dato vita a un sito che spiega e conduce con mano il lettore nei meandri del diritto canonico e nelle fasi di elezioni di un Papa. Il sito www.conclave.it è un ottimo punto di riferimento per chi vuole comprendere meglio diritto e tradizione vaticana. Come mai la scelta di sbarcare su una piattaforma digitale? I tempi cambiano anche per l’antico diritto canonico? “La scelta di fare questo sito nasce dalla richiesta di molti amici che mi domandavano di poter avere a disposizione gli argomenti della mia tesi in diritto canonico sull’elezione del Papa. Ho scelto un mezzo veloce e di facile consultazione, per tutti. L’ho fatto in modo molto semplice, ovviamente non scendendo mai nel pettegolezzo o nelle dietrologie. Quando si parla di Conclave, purtroppo, la voglia di scoop è sempre in agguato. Credo invece che tutti dovrebbero riscoprire il Conclave come una sorta di ritiro spirituale, durante il quale i Cardinali elettori, sostenuti dalla preghiera unanime di tutta la Chiesa, si dispongono in ascolto del Divino Spirito, per eleggere colui che, secondo Dio, ritengono debba essere eletto Romano Pontefice. Con il mio sito vorrei contribuire a questo. Questo lavoro per me, è però una piccola parentesi. Il mio servizio ecclesiale è anzitutto la cura pastorale dei mie fedeli, come vice-parroco della Chiesa di Santa Croce in Gerusalemme a Roma. Con loro, attraverso la preghiera per i nostri Cardinali, mi sento anch’io coinvolto nella preparazione al Conclave”.